Politica/ Elezioni, la scelta di Aldo

di Stefano Manocchio

Sarà oggi il giorno della grandi scelte o solo un passaggio formale in vista delle prossime elezioni regionali?

Il senatore Lotito presiederà in giornata a Roma la riunione con i coordinatori regionali molisani del centro destra per decidere la candidatura a presidente per le amministrative in Molise del 25 e 26 giugno prossimi. Lui sarà anche il rappresentante di Forza Italia, fresco di nomina dopo il quinquennio di gestione da parte di Annaelsa Taraglione.

Il vertice sottintende una domanda: dove si collocherà Aldo Patriciello? E’ appunto una questione politica, non solo elettorale, visto che il leader venafrano ha già fatto sapere di voler ritentare la strada europea e di conseguenza non sarà certo il suo uno dei nomi nella prossima contesa regionale; ma il peso politico che può esprimere, sia in Forza Italia sia attraverso la sigla di Orgoglio Molise (anche dopo l’ipotizzata scissione interna) è tale da farlo sempre considerare l’ago della bilancia ogni volta che in regione si torna a votare.

L’argomento è noto a tutti: il cosiddetto ‘caso-Toma’.

Il presidente della Giunta regionale, che nel gossip preelettorale è stato considerato fuori dai giochi per la riconferma, con un colpo a sorpresa (le dimissioni da commissario alla Sanità poi rientrate) si è aperto una strada diretta con il partito andando a parlare con il ministro per gli Esteri, Antonio Tajani, proprio prima che dallo stesso andasse a conferire Patriciello. Da allora si sente parlare della ricandidatura del politico campobassano. Ora, che i due al momento siano in generale disaccordo sulla maggior parte della questioni, non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale (politicamente parlando) lo sanno anche le pietre in Molise e non a caso la visita romana di Toma ha comportato la mancata partecipazione di Patriciello al tavolo molisano delle trattative.

Si è detto più volte di un feeling politico tra l’imprenditore della provincia di Isernia e Matteo Renzi; fatto dall’interessato né confermato , né smentito e adesso queste voci si alimentano ulteriormente.

Due i fatti che accreditano quella che è più di un’illazione: il probabile passaggio verso le fila di Italia Viva-Calenda di Salvatore Micone e Gianluca Cefaratti, entrambi , per motivi diversi, in linea con la politica di Patriciello (il primo esponente dell’Udc, partito in cui lo stesso Patriciello ha avuto un ruolo di rilievo e Cefaratti come esponente di Orgoglio Molise) e appunto la probabilità che Toma venga riconfermato alla candidatura per lo scranno più importante alla Regione Molise.

Ma non basta. La prossima tornata elettorale sarà difficile per le elezioni europee: Forza Italia sembra avere margini definiti e limitati e si prevede una astensionismo maggiore che in passato. Ne consegue che i posti disponibili per l’elezione saranno pochi e la concorrenza agguerrita, mentre il cosiddetto Terzo Polo, pur vantando una percentuale simile (sulle elezioni politiche) non ha ancora una squadra ben definita per Bruxelles soprattutto al Sud. Quindi ci sarebbe campo aperto per Patriciello.

C’è in verità anche una seconda tesi, ben differente, in base alla quale l’incontro tra Tajani e Patriciello servirebbe invece proprio a sancire un rinnovato accordo per le euopee, con un posto di rilievo per il molisano nella squadra ‘forzista’.

La decisione sul suo futuro politico, quindi, passa tra Berlusconi (attraverso Tajani) e Renzi, che del primo è universalmente ritenuto una sorta di erede politico putativo. Il che, obiettivamente, facilita le cose per l’eurodeputato molisano.

Vedremo.

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