I cittadini di Agnone e del Molise intero possono stare tranquilli. Nessun rischio di taglio ai serviz
sociali: il nuovo Piano sociale regionale, che sarà al vaglio della Quarta Commissione consiliare già
da lunedì 12 maggio, li potenzia e mette al centro proprio i più fragili, le cui sacrosante istanze oggi
vengono strumentalizzate con ‘dichiarazioni fotocopia’.
Chi oggi alza le barricate, ha analizzato con attenzione la proposta di Piano sociale oggetto di una
deliberazione della Giunta regionale? Si è soffermato senza pregiudizi politici – così come
dovrebbe essere per chi si autoproclama difensore dei più deboli – sulla nuova mappatura dei
servizi? Ha compreso quanto sia più funzionale ottimizzare gli Ambiti territoriali sociali e
implementare prestazioni e servizi?
Dalle dichiarazioni del sindaco Saia, sembra che la lettura della proposta di Psr sia stata frettolosa e
superficiale, forse ‘viziata’ da quel pregiudizio politico che – quando si parla di servizi sociali –
sarebbe il caso di accantonare.
Il sindaco di Agnone ha partecipato ai tavoli tecnici dove la proposta di Psr è stata illustrata e
sviscerata. Ed è stato, nelle stesse sedi, ampiamente rassicurato dai tecnici dei servizi sociali rispetto
ai pericoli che lui oggi riporta all’attenzione.
Non possiamo che respingere con forza le sue rimostranze.
Proprio in virtù ed a garanzia dell’autonomia organizzativa e gestionale che la norma rimette agli
Enti Locali, che ogni Ats potrà programmare, organizzare e gestire a livello locale i servizi sociali,
anche prevedendo delle quote di riserva sub territoriali in base alla domanda specifica di
determinate aree geografiche.
Ed è questa l’impostazione programmatica che potrebbe rappresentare un pregiudizio ai diritti dei
cittadini?
C’è scritto chiaramente: l’obiettivo dichiarato e imprescindibile della Regione è quello di garantire
un assetto giusto ed equilibrato dei servizi sul territorio attraverso la ripartizione percentuale delle
risorse del Fondo nazionale politiche sociali e del Fondo sociale regionale che, nel Bilancio appena
approvato, è stato anche implementato. Un assetto che tiene in conto il numero dei Comuni e
l’incidenza percentuale della popolazione di ogni Ats per erogare tutti i servizi anche nei centri di
piccole dimensioni, a bassa densità abitativa.
Sempre secondo Saia, al nuovo Psr mancherebbe una visione strategica complessiva.
Ed è proprio quella che invece la proposta di Piano sociale regionale evidenzia con forza: efficienza
e speditezza amministrativa, uniformità delle procedure, identici obiettivi di presa in carico e tutela
attraverso servizi distribuiti in maniera omogenea sul territorio e rispondenti alle esigenze
specifiche dei fragili.
La Regione, come è noto, ha il ruolo programmatorio e con la proposta di riforma ha inteso creare
le condizioni migliori per l’erogazione dei servizi. Accompagnerà gli Ambiti territoriali sociali al
raggiungimento concreto dei Livelli essenziali delle prestazioni, un obbligo che fino ad oggi è stato
disatteso in 6 Ambiti su 7, come ben noto al sindaco Saia.
Non esistono diversità e difformità: il nostro intento è proprio quello di garantire a tutti i medesimi
diritti attraverso l’ottimizzazione delle risorse e la capillarità delle prestazioni. E i presidenti dei
Comitati dei Sindaci degli Ats dovranno abituarsi al nuovo paradigma gestionale che la riforma
mira ad introdurre.
Eccettuata una breve parentesi, per anni e da sempre gli Ambiti hanno viaggiato autonomamente,
senza alcuna regia regionale. E oggi bisogna ammettere che i risultati sono visibili a tutti: Ats che
hanno evidenziato livelli di performance completamente difformi, a danno solo dei cittadini.
Dal sindaco Saia, così vicino alle istanze dei fragili, non abbiamo sentito alcuna dichiarazione in
merito all’avviso destinato ai soggetti autistici con uno stanziamento ulteriore di 3.200.000 euro e a
quello per i caregiver (stanziamento di ulteriori risorse per 1.000.000 di euro) che, attraverso lo
scorrimento delle graduatorie FNA 2022 e 2023, darà risposte a chi, pur avendone i requisiti, non ha
potuto avere accesso ai fondi.
Inoltre, sono in corso di programmazione altri 800mila euro per l’FNA, fondi per 750.000 euro per
la salute mentale e altri stanziamenti per i ragazzi disabili che hanno terminato il percorso di studi.
Sarebbe opportuno che il sindaco di Agnone, con un auspicabile atto di onestà intellettuale,
abbandoni il populismo spicciolo e prenda coscienza che la riforma, così come strutturata,
ottimizzerà le risorse, consentirà assunzioni dei professionisti del sociale e quindi garantirà
maggiori e più efficaci servizi.
‘Usare’ le istanze dei cittadini fragili per fini politici, per creare polemiche pretestuose e dare il via
alla campagna elettorale con qualche mese di anticipo, non sembra sia la fotografia del perfetto
paladino dei diritti.
Stefania Passarelli