Il ‘fatto’/ Opere pubbliche: il Molise, la regione delle eterne incompiute

di Stefano Manocchio

Per trattare l’argomento, come direbbero gli psicologi: “partiamo dalla fine”. Vado a memoria. Nel 2021 per l’ennesima volta ho deciso di trattare l’argomento delle incompiute in Molise ed a Campobasso in particolare, visto che alcune realizzazioni erano state pubblicamente date come ‘finalmente’ in dirittura d’arrivo; da allora purtroppo gli annunci non hanno trovato riscontro pratico e la situazione non è affatto cambiata, ma è solo passato un anno che va ad aggiungersi ai tanti precedenti e tutti senza risposta. Riparto proprio da quell’articolo.

Il Molise e la provincia di Campobasso possono vantare il negativo primato, in rapporto alla popolazione, delle opere incompiute nel tempo: l’autostrada Termoli-San Vittore, poi diventata superstrada e poi nulla è l’esempio più eclatante, ma potremmo continuare con il palazzo della Regione, l’aeroporto di Campochiaro (o della sua alternativa in provincia di Isernia) e via discorrendo. Il capoluogo di regione ha le sue proprie opere ‘infinite’: l’anello di Tangenziale che non si riesce a chiudere anche dopo l’avvenuto appalto dei lavori, la Fondovalle Rivolo conclusa dopo trent’anni, la metropolitana leggera ferma dopo che tutte le opere strutturali sono terminate”. L’autocitazione per ricordare a me stesso e ai lettori l’elenco delle maggiori opere non completate e per non ‘sforare’ aggiungendone altre, più piccole ma ugualmente incomplete.

La Cattedrale di Campobasso quando era libera dalle impalcature

L’articolo poi passava a trattare anche dei lavori iniziati e mai terminati e nello specifico: “Quello della chiesa madre del capoluogo di regione rischia di diventare il mistero dei misteri, nel senso che dopo una serie di annunci e qualche comunicazione di servizio non si è più saputo nulla sui motivi ostativi, i tempi presunti di realizzazione dei lavori o anche la stessa ipotesi che si continui a lavorare o meno. Sono diversi mesi che nessuno fa sapere più niente: né il Comune né la Diocesi”.

Fin qui quello già scritto, ma resta la sconforto perché su ognuna di queste situazioni, (a cui possiamo aggiungere la struttura ex-Roxy, eterno ricettacolo di degrado cittadino), da allora, come dagli anni precedenti, ad oggi nulla altro si è avuto che il continuo rinvio delle scadenze di inizio o fine lavori, fatta eccezione per l’autostrada, di cui oramai anche istituzionalmente è stata sancita la fine.

Alcune precisazioni:

  1. Progetto ex-Roxy/ palazzo della Regione: è passato ‘indenne’ (in senso negativo, cioè che non se ne è fatto nulla) attraverso tutte le guide politiche nel capoluogo di regione, a partire da quelle democristiane e passando poi per centro sinistra e centro destra. E’ bene precisare che finanziamenti e pratiche sono di competenza più regionale che comunale, trattandosi di ipotesi costruttiva del palazzo della Regione e in passato tra i motivi del ritardo si è registrato anche lo scontro sui due livelli istituzionali, per motivazioni ideologico-politiche;
  2. Autostrada-superstrada Termoli San Vittore, ovvero il castello delle fantasie. Anni o forse decenni solo per decidere poi di ‘declassare’ l’autostrada in superstrada senza pedaggio. Nel mentre consigli di amministrazione, riunioni, cifre promesse, ipotizzate e mai concretizzate e che forse saranno sempre insufficienti a realizzare l’opera;
  3. Metropolitana leggera (solo un accenno, ho trattato l’argomento pochi giorni addietro): l’estenuante sequela di dichiarazioni pubbliche si è chiusa con la promessa di vedere il ‘trenino’ nel 2022. Siamo a fine settembre e le speranze si assottigliano;
  4. Aeroporto di Campochiaro ( o in alternativa, in provincia di Isernia): l’argomento è troppo debole e ‘fresco’ rispetto agli altri e può attendere in fila;
  5. Chiusura anello di Tangenziale a Campobasso: il vero mistero, visto che gli incagli burocratici dei ricorsi sembravano essere terminati, ma la prima ruspa non si vede all’orizzonte;
  6. Cattedrale di Campobasso: idem come sopra, mistero e silenzio sui motivi della mancata riapertura al culto della chiesa madre del capoluogo di regione. In linea teorica ad agosto, o comunque entro l’estate, ci sarebbe dovuta essere la consegna dei lavori, dopo alcuni anni di incertezze; siamo quasi a fine settembre e il monumento è ancora transennato e nessuno spiega il perché. Intanto i turisti che anche in questi giorni sono arrivati in città non hanno potuto vedere l’altare e le architetture che lo circondano, l’organo a canne mastodontico e neanche i bellissimi affreschi di Trivisonno.

Alla fine della fiera manca la volontà politica per dare una spinta a realizzare fino in fondo tutte queste opere. Laconico il commento finale: il Molise esiste…ma non si vede.

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