I Consiglieri di centrodestra: il lavoro nascosto e continuo delle minoranze non trova i suoi spazi

Ricordiamo con lucidità i lunghi interventi-sermone che rendeva in aula l’allora consigliere regionale, oggi Assessore, Michele Petraroia (della durata di 45 minuti consentiti dal Regolamento) nei quali rivendicava, esaltandolo, il ruolo del Consiglio regionale e le sue funzioni soprattutto in materia di programmazione.
Udite, udite, oggi, dopo l’invio della programmazione Europea FSE-FESR 2014-2020 in data 22 luglio alla Commissione europea competente (tra l’altro indice e sintesi), si dimentica la funzione del Consiglio regionale per un argomento importantissimo sul quale i consiglieri non solo si devono pronunciare ma devono dare il loro contributo; invece si discute di tale argomento solo in Tripartita, organismo di cui si conosce bene il compito e se ne riconosce il ruolo consultivo (tra l’altro importante) ma non sostitutivo del Consiglio regionale. Intanto altre regioni, tra cui la Toscana, hanno già dato avvio alla gestione in anticipazione per l’anno 2014 dei Programmi regionali FSE-FESR 2014-2020.
Ma nessuno riporta questo argomento e altro. Ad esempio, perché non si sono effettuati lo studio e l’analisi delle sedute consiliari e non si è notato che esse sono alimentate, sin dall’inizio della legislatura, dal lavoro delle minoranze: mozioni, interrogazioni, ordine del giorno, interpellanze e proposte di legge; le richieste di sedute monotematiche sui temi più caldi del lavoro, dello sviluppo e delle vertenze aperte e non risolte:
–    situazione riguardante la Gam s.r.l. di Bojano;
–    riorganizzazione della macroarea ospedaliera e della macroarea territoriale disposta dal Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise;
–    crisi occupazionale e disoccupazione giovanile;
–    piano sanitario regionale e Programmi Operativi 2013/2015;
–    presentazione del Piano industriale per il rilancio della Gam di Bojano;
–    realizzazione dell’Autostrada del Molise;
–    patto per il lavoro in favore dei giovani.

Magari ci si chiederà quali siano stati i risultati raggiunti, interrogativo interessante, posto più volte alla Giunta. Se si passa poi ai lavori delle Commissioni, si scoprono i numerosi disegni di legge presentati dalle minoranze, tra questi i più significativi:
–    Norme in materia di agricoltura sociale;
–    Riforma dei Consorzi per lo sviluppo produttivo del Molise, un’iniziativa assunta alla luce della situazione economica generale che segnava la necessità di avviare e portare a termine un processo di riassetto industriale nella regione Molise, con creazione di un unico Consorzio per lo sviluppo produttivo del Molise, concepito per concentrare le forze in un unico organismo così da non disperderle sul territorio, dando seguito ad una unità di intenti che contempli interventi infrastrutturali ed industriali di seconda generazione, nei campi dell’innovazione, dell’ambiente e della valorizzazione del capitale sociale ed umano, una riforma che crediamo necessaria per avviare il processo di ripresa dello sviluppo dell’economia molisana;
–    Norme per la istituzione del servizio di psicologia territoriale;
–    Disposizioni per la tutela dei diritti dei cittadini stranieri immigrati;
–    Interventi regionali per garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini e supportare l’operato delle forze dell’ordine mediante sistemi tecnologicamente avanzati;
–    Norme sul sistema educativo regionale;
–    Istituzione del Garante regionale dei diritti della persona.

Perché il lavoro nascosto e continuo delle minoranze non trova i suoi spazi? Forse siamo incapaci o non riusciamo a comunicare e ancor più ad incidere sulla situazione di emergenza nella quale vive la nostra Regione (fino a quando ci sarà)?
Siamo anche stanchi di rivendicare dentro e fuori dal Consiglio il nostro ruolo di opposizione e soprattutto di sollecitare il governo regionale a trovare finalmente la sintesi e la strada giusta da percorrere, prima che gli altri ci cancellino o aspettare che i cittadini, a volte troppo silenziosi ma impietosi nei riguardi del passato, rivendichino i loro diritti fondamentali.

I Consiglieri regionali di Centrodestra

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