Passo dopo passo, i paesi del mio Molise, in 29 anni, li ho camminati tutti. Ho sudato
tanto, consumando bastoni e scarponi, ma ho avuto la gioia e la soddisfazione di
conoscere a fondo e direttamente le terre e le pietre regali testimonianze di un passato di
duro lavoro e di marcata ed aulica espressione culturale.
Se qualcosa ho capito in questi tre decenni, da camminatore, portando i piedi, da un
paese all’altro e da architetto, volgendo lo sguardo del professionista sui centri storici e
sul territorio, è che la vera ricchezza del Molise me la son ritrovata proprio sotto i miei piedi
e davanti ai miei occhi. La vera ricchezza del Molise è costituita dal patrimonio storico,
archeologico, culturale, ambientale ed enogastronomico dei suoi borghi e del territorio
delle aree interne.
Dal basso, come l’A.P.S. La Terra, che ho l’onore di presiedere, così tante altre
Associazioni presenti sul territorio, le Pro Loco, tanti Sindaci, in particolare quelli che
resistono caparbiamente dentro le trincee dei loro paesi, e tante singole energie preziose
ed appassionate hanno capito da tempo che le aree interne, con le loro ricchezze,
possono rappresentare il fulcro di una possibile ripresa dell’intera Regione.
“Cammina, Molise! chè la strada è lunga”, questa la frase imperativa inserita nella
nuvoletta della caricatura, che raffigurava un malridotto ed accasciato Molise mentre era
impegnato a guardare smarrito un impervio itinerario su di una tabella. Era la caricatura da
me disegnata per il primo manifesto del “cammina, Molise!” nel lontano 1995; la stessa
caricatura è stata per anni il logo della manifestazione. Niente di più profetico. Sono
passati ben 29 anni, ma il Molise ancora non riesce a muoversi, ancora non riesce ad
alzarsi e mettersi a camminare.
Che fare? Cosa fare di più per stimolare i muscoli e i nervi nelle gambe, il senno nella
testa e la passione nel cuore?
Il Molise non si muove e quindi non cammina, perché non sa che strada prendere.
Scomparsa la civiltà contadina, fallite miseramente le aspirazioni industriali, entrato
drasticamente in crisi l’impiego pubblico, che per decenni ha foraggiato il 60% delle
famiglie molisane, nessuna altra via è stata immaginata e quindi percorsa per tentare di
rivitalizzare economia, cultura, socialità e demografia della nostra marginale e piccola
regione.
Una grossa responsabilità delle istituzioni politiche ed economiche locali, che, seppure in
qualche modo giustificata dalle crisi di sistema nazionali ed internazionali, ha prodotto una
situazione di arretramento produttivo, una assuefazione intellettuale ed un abbandono del
territorio che non hanno precedenti nella pur breve storia del Molise.
Allora cosa aspettano le nostre istituzioni, in particolare quelle politiche ed economiche, a
formulare un serio piano di sviluppo per le aree interne?
Io, la mia Associazione, l’APS La Terra, ed i nostri collaboratori siamo pronti e da tempo.
Stiamo dimostrando con i fatti, dal basso, come si può intervenire sul territorio:
- 29 anni di “cammina, Molise!” per promuovere i nostri paesi portando migliaia di
persone a camminare - 6 anni di “cammina, Molise! in Argentina” per promuovere il turismo di ritorno
- 2 anni di “Transumando con le capre di Valerio” per porre l’attenzione sui tratturi
ed a come tutelarli e riutilizzarli .Sono anni che proponiamo il nostro progetto “Da cammina, Molise! a Molise, Terra di cammini” alle istituzioni politiche. Solo pacche sulle spalle per dirci “quanto siete bravi!” e niente più.
In tanti anni niente.
I nostri paesi che continuano a spopolarsi. I nostri giovani che, sfiduciati e abbandonati a
loro stessi, senza lavoro e senza prospettive, preferiscono fuggire dalle loro terre. Il suolo,
abbandonato dalla custodia contadina secolare, subisce lo scempio dei danni provocati
dall’abbandono e dalle scelte antropiche scellerate legate spesso all’eolico ed al
fotovoltaico selvaggio. Le tante energie, presenti nei nostri paesi e nelle nostre città, vive e di eccellenza nel campo culturale e produttivo che non vengono valorizzate e lasciate
spesso perire, perché prive degli aiuti necessari. Se a tutto questo si aggiungono i gravi
disservizi del pubblico a favore dei privati nella sanità, nella scuola e nei trasporti, il quadro assume tinte fosche.
Ho accettato la proposta di candidarmi nella lista e nello schieramento che più ritengo
vicini alle mie posizioni politiche, sociali e culturali, perché: - ritengo sia fondamentale portare la Base all’interno delle Istituzioni per provare ad
invertire la rotta, la cui dritta è sempre stata data dai professionisti della politica; - all’interno della mia lista, ma anche dentro le altre della coalizione, ci sono tante persone
degne, preparate ed appassionate che ho avuto modo di conoscere in tanti anni di lavoro
sul territorio nel volontariato e nella mia professione di architetto; - non ho niente di personale da chiedere alla politica ma solo la voglia di percorrere una
strada, per me nuova, nel migliore dei modi possibili per il bene comune di tutti i molisani.
Non so come finirà questa avventura, ma una cosa è certa in tutti questi anni insieme ai
miei collaboratori ed a tante altre associazioni, a tanti sindaci, a tante persone attive di
ogni tipo nel mondo dell’economia e della cultura, in sinergia siamo riusciti a creare una
Base solida capace di fare fatti ed a testimoniare che il Molise esiste e resiste e che ha
tutte le energie necessarie per rinascere.