Caso Giada Vitale, seconda Conferenza in Parlamento. Ortis: non ci fermeremo

Una donna violata due volte: prima, dall’uomo che doveva proteggerla; e poi dalle
istituzioni e dai suoi concittadini, che non hanno saputo tutelarla come dovevano.
È quanto afferma il senatore Fabrizio Ortis a margine della conferenza stampa svoltasi
in Senato mercoledì scorso, il 15 dicembre, ed eloquentemente intitolata “14 anni e un
giorno. Caso Giada Vitale: chi decide l’età dell’innocenza?”.

La conferenza ha visto la presenza — oltre che della stessa Vitale, la giovane donna per anni vittima di abusi da parte del parroco del suo paese — della deputata Stefania Ascari, della senatrice Cinzia Leone, della criminologa Luisa D’Aniello e dell’avvocata civilista Melody Fay Ciattini.

Presenti inoltre Maria Gabriella Carnieri Moscatelli e l’avvocata cassazionista e
penalista Antonella Faieta, rispettivamente presidente e vicepresidente
dell’associazione “Telefono Rosa”. È intervenuta all’incontro, infine, anche la
giornalista RAI Eleonora Daniele che, con la sua trasmissione “Storie italiane”, si
occupa da tempo del caso.


Durante l’incontro è stato affrontato anche il delicato tema della discriminazione subita
da Giada dai suoi concittadini, «colpevole perché donna, colpevole perché seduttrice»:
una tesi che fa a pezzi anni di battaglie sui diritti delle donne e sulla dignità delle
stesse, sulla quale il senatore ha particolarmente battuto nel suo intervento.


«È la seconda conferenza che facciamo in Parlamento su Giada Vitale», ha esordito
Ortis. «Abbiamo deciso di replicare l’azione perché la risposta ricevuta dal Ministero
della Giustizia alla precedente interrogazione delle colleghe di Montecitorio Ascari e
Testamento non è stata sufficiente. Ho quindi depositato un nuovo atto al Senato, per
capire perché il procedimento a carico del parroco Don Marino Genova sia stato diviso
in due faldoni dal Tribunale di Larino.

Com’è noto, per i fatti avvenuti fino al compimento del quattordicesimo anno di età della vittima c’è stata una condanna. Per quanto accaduto successivamente, invece, abbiamo solo l’assurdità di due provvedimenti di archiviazione da parte dei GIP e un rigetto da parte della PM: in tutti e tre si parla di rapporti consenzienti.

La ministra — ha tuonato il senatore — non si è degnata, spiace dirlo, di dare una risposta alla mia interrogazione; e ciò, nonostante un mio formale sollecito. Probabilmente è impegnata a sostenere leggi salvaladri, o a girare per le televisioni come papabile Presidente della Repubblica. La invito quindi ora, nuovamente, a darci una risposta. Il caso di Giada è uno scandalo nazionale. Non ci accontenteremo di una risposta scritta sciattamente da un funzionario qualsiasi, come già accaduto alla Camera».

«Seguiteremo quindi a criticare pubblicamente il ministro Cartabia finché non deciderà
di iniziare a fare il suo lavoro seriamente. Il nostro impegno — ha concluso Ortis —
sarà costante: non lasceremo mai Giada da sola. Io, le deputate Rosa Alba
Testamento e Stefania Ascari, la senatrice Cinzia Leone continueremo a portare avanti
questa battaglia di civiltà».

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