Bilancio ancora una volta in ritardo. De Chirico: i cittadini meritano rispetto

Anche quest’anno il bilancio della Regione Molise arriva con un imbarazzante ritardo all’esame del Consiglio, battendo ogni record fatto segnare in precedenza. Ricordo che, secondo le norme, le giunte regionali dovrebbero approvare il bilancio di previsione entro il mese di ottobre dell’anno precedente. L’esecutivo molisano lo ha fatto, invece, solo il 23 aprile scorso, con sei mesi di ritardo. Quella che ormai sembra essere diventata una ‘prassi’ dimostra, a mio avviso, uno scarso rispetto delle istituzioni e degli stessi cittadini. Si pensi solo al caos generato negli uffici della Regione, costretti ad operare sulla base di semplici previsioni, invece di conoscere l’effettiva dotazione di risorse per i diversi settori.

Sfogliando tra le carte contabili, consegnateci solo pochi giorni fa, ho notato un insolito aumento nella voce ‘tributi propri’, salita dai 123 milioni dello scorso anno ai 156 milioni di euro attuali. Nelle note al bilancio non è minimamente spiegato, ma lo stesso Toma ha accennato che si tratta di una previsione di recupero di 31,8 milioni relativi all’evasione fiscale dell’Irap. Parte del gettito fiscale, inerente le annualità dal 2011 al 2016, che spettava di norma alla Regione ma che, dopo gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, era stato trattenuto impropriamente dal Ministero dell’Economia. Un percorso di ‘recupero fiscale’ avviato diversi anni fa dalla Regione Basilicata, che ha fatto da apripista agli altri enti territoriali. Il Ministero però ha sempre detto di aver versato quelle somme al conto di tesoreria centralizzato dello Stato, intestato alle Regioni e dedicato alla spesa sanitaria.

Il Molise, quest’anno, ha proceduto con un’ingiunzione di pagamento nei confronti del Mef e, scaduti i termini per l’opposizione al provvedimento, ha potuto inserire quelle somme in bilancio. Somme dedicate a diversi scopi, come la copertura di parte delle fatture di Trenitalia e il cofinanziamento degli interventi sul sociale.

Ho sottolineato questo aspetto al presidente Toma, chiedendo inoltre se l’estremo ritardo nell’approvazione del bilancio fosse dovuto all’attesa della scadenza dei termini per impugnare l’ingiunzione di pagamento. Il Presidente ha negato, ma la domanda ha innescato un inopportuno teatrino con la Dirigente al Bilancio. Ennesima dimostrazione di scarso rispetto delle istituzioni.

Voglio allora ricordare a Toma e alla sua giunta che il bilancio non è un affare ‘privato’ dell’esecutivo, che il Consiglio deve solo ratificare. Il bilancio stabilisce quali bisogni dei cittadini troveranno soddisfazione e quali, purtroppo, no. È una cosa seria e merita il massimo rigore.

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