Attentati a Parigi, il cordoglio di De Matteis

Non ci sono parole per esprimere quello che ho provato da libero cittadino europeo prim’ancora che da presidente della Provincia di Campobasso per la barbarie in Francia. Credo che anche i commenti ascoltati da tanti politici italiani, siano piuttosto ripetitivi: segnali di una società e di una classe dirigente che stenta a trovare soluzioni immediate e rassicuranti. Siamo purtroppo arrivati, al massacro di Parigi, dopo l’11 settembre Usa: la minaccia terrorista continua nella sua azione, ostacolata si, ma non del tutto indisturbata. Cosa purtroppo piuttosto evidente. Per fortuna i molisani non hanno direttamente vittime sulle quali versare lacrime, ma questo conta poco: bisogna trovare i rimedi anche perché Roma è nella lista delle città da colpire, e noi non possiamo permetterci sciagure ed atti terroristici. La Francia è un Paese ferito, ma daremo tutti la solidarietà e concretamente una mano per farla risollevare, ma occorre che siano attuati piani precisi per prevenire attentati futuri. Non possiamo limitarci a stringerci attorno alle 120 vittime e riprendere la nostra routine come se nulla fosse. E l’esempio resta l’attentato orribile alla rivista francese Je suis Charlie…oramai passata quasi nel dimenticatoio. Il blocco delle frontiere, riunioni politiche e dichiarazioni di ministri e del presidente Francois Hollande, le immagini e le notizie diffuse, ci stanno mettendo nelle condizioni di vivere questa carneficina non solo come semplici spettatori, ma come protagonisti di un pericolo serio. Un dramma che avrà ripercussioni psicologiche, sociali, storiche, economiche. Purtroppo, quando si verifica un evento simile in un altro continente, siamo tutti più superficiali e distratti, ma quando è a due passi da noi, la minaccia e con essa la paura, sono dietro l’angolo. A tal riguardo, però, mi auguro che anche i nostri parlamentari diano segnali di immediata reazione istituzionale per incrementare misure di sicurezza in grado di proteggere i cittadini da questi balordi che aizzano guerre religiose solo in apparenza, ma che, a ben guardare, manifestano esclusivamente odio verso l’Occidente, odio antieuropeista e odio avverso le politiche capitalistiche statunitensi. Occorre dunque una politica in grado di garantire frontiere, tutelare la propria gente e tutto questo non dovrebbe avvenire o essere ostacolato da un Paese, l’Italia, dove spesso entra di tutto e dove le forze dell’Ordine, pronte a proteggerci, non trovano il giusto risalto e il giusto rispetto nelle politiche del lavoro di questo governo”.
Così il presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis

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