E’ polemica sull’affidamento del servizio di vigilanza alla Regione Molise. Mentre si sono registrate difficoltà nei pagamenti, dall’altro canto si registrano richieste di chiarimenti, esposti sulla stessa procedura di aggiudicazione messa in campo dall’ente, per i servizi relativi al consiglio regionale. In pratica quello che dovrebbe essere attentamente verificato è la modalità stessa di aggiudicazione del servizio. Sembra infatti che la gara, che si chiudeva il 30 settembre scorso, richiedesse ai partecipanti alcuni requisiti particolarmente stringenti, e, a detta di alcune imprese operanti nel settore, non motivati dalla natura del servizio che si andava a svolgere. La gara è stata bandita secondo il principio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Ad ogni proposta progettuale vengono attribuiti, dalla Commissione aggiudicatrice, punteggi fino ad un massimo di 70. Per arrivare a questi 70 punti ci sono dei subcriteri, che attribuiscono un tot di questi 70 punti. Ed è qui, secondo alcuni, che l’asino cascherebbe, almeno in alcuni casi. In particolare quattro dei subcriteri vengono sostanzialmente contestati per la loro natura alquanto peculiare.Il primo fornisce un massimo 15 punti a chi possiede una “Struttura aziendale nella Provincia di Campobasso con descrizione dell’organizzazione, del numero dei dipendenti prevalentemente impiegati nella provincia di riferimento, con relative mansioni ed attribuzione dei compiti e delle responsabilità. Affidabilità ed adeguatezza della organizzazione e gestione delle risorse umane “. Perché limitare l’affidabilità e l’adeguatezza della struttura alla sola provincia di Campobasso, tanto più considerando che a bandire la gara è il consiglio regionale del Molise? Secondo criterio contestato: Numero totale dei dipendenti con regolare attestato di Addetto al Pronto Soccorso (ai sensi del D.lgs. 81/2008) (5 punti); Terzo criterio contestato, che fa il paio con il secondo: Numero totale dei dipendenti con regolare attestato di Addetto al Antincendio Rischio Medio (ai sensi del D.lgs. 81/2008) (10 punti). In questo caso si valorizza il possesso di attestati che poco hanno a che fare con il servizio da svolgere in consiglio regionale, essendo lo stesso non un servizio di pronto soccorso o di spegnimento di incendi, sia pure di medio livello, bensì un servizio di vigilanza armata pres. Infine, e sono altri 5 punti, un altro criterio viene contestato: Possesso della Certificazione BS HOSAS 18001 in corso di validità ; Anche qui è difficile capire il legame stringente da servizio da svolgere e certificazione. La BS Hosas 18001 infatti è una certificazione volontaria (quindi non imposta dalla legge) che che attiene all’adozione degli standard internazionali di gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori. Come l’essere molto attenti nel tutelare la salute dei propri dipendenti possa diventare poi un criterio di acquisizione di commesse per la vigilanza di un ente come il consiglio regionale resta un mistero. Questi criteri alla fine assegnano 35 punti su 70 e se qualche azienda ha la fortuna di possederli tutti (è organizzata nella provincia di Campobasso, ha molti addetti con attestati per il pronto soccorso e la lotta agli incendi, ci tiene in modo particolare a tutelare la salute dei propri dipendenti) acquisisce un vantaggio che nessun altro concorrente potrà mai acquisire. E questo anche nel caso che invece un concorrente disponga, nella vigilanza di sedi istituzionali, personale con curriculum impeccabile ed esperienza comprovata. Insomma la polemica è chiara e chi la solleva non è intenzionato ad arrendersi. E’ pensabile quindi che sulla vicenda si registreranno ulteriori sviluppi.
Consiglio regionale:è polemica sulla gara per la vigilanza
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