Nave italiana soccorre e riporta in Libia 108 migranti. Salvini: “Nostra Guardia costiera non coinvolta”

L’atto in violazione della legislazione internazionale che garantisce il diritto d’asilo e che non riconosce la Libia come un porto sicuro. Il vicepremier: “Nostre navi non sono intervenute nelle operazioni”. Fratoianni (LeU): “Ci sono le prove della violazione”

di ALESSANDRA ZINITI www.repubblica.it

Per la prima volta una nave italiana ha riportato in Libia migranti soccorsi nel Mediterraneo. La Asso 28, nave di supporto a una piattaforma petrolifera, è stata coinvolta nelle operazioni di soccorso di un gommone con 108 persone a bordo. Come avviene ormai da settimane, la sala operativa di Roma ha dato indicazioni di coordinarsi con la Guardia costiera libica e, prese a bordo le persone, la Asso 28 ha seguito le indicazioni e le ha sbarcate nel porto di Tripoli.

Un fatto senza precedenti in violazione della legislazione internazionale che garantisce il diritto d’asilo e che non riconosce la Libia come un porto sicuro in cui, secondo la convenzione di Ginevra, devono essere sbarcati i migranti soccorsi. Nessuno dei migranti riportati a Tripoli, infatti, ha avuto la possibilità di chiedere asilo come garantito dalla legge.

Nelle scorse settimane la portavoce del Consiglio d’Europa aveva ribadito che “nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perché contrario ai nostri principi”. Venti giorni fa, un’altra nave di supporto a una piattaforma petrolifera, la Vos Thalassa, dopo aver soccorso dei migranti stava per consegnarli ad una motovedetta libica quando un tentativo di rivolta di alcuni dei soccorsi ha convinto il comandante ad invertire la rotta e a chiedere l’aiuto della Guardia costiera italiana che prese poi a bordo della nave Diciotti i migranti sbarcandoli a Trapani dopo l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella. Salvini, sui social, non fa riferimento alla nave Asso, ma nega il coinvolgimento della Guardia costiera italiana: “Non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato”.  La Guardia costiera italiana, da parte sua, ha specificato che le operazioni “si sono svolte sotto il coordinamento dei libici”. Sul caso si muove l’Unhcr,l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati: “Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale”.

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