Bilancio di Roma bocciato. Le opposizioni: M5S incapaci

«Previsioni inadeguate». L’amministrazione dovrà rifare il piano. Il Comune costretto a ricominciare un complicato iter, fino all’approvazione entro il 28 febbraio
Alessandro Trocino www.corriere.it

«Parere non favorevole». Si concludono così le 46 pagine di parere sul bilancio di previsione 2017-2019 del Comune di Roma. Il verdetto dell’organo di revisione, l’Oref, è impietoso e getta una luce sinistra sul futuro della giunta di Virginia Raggi, già inciampata in mille disavventure politiche e giudiziarie. Dopo l’arresto di Raffaele Marra e la crisi violentissima con i vertici dei 5 Stelle, in attesa di un possibile avviso di garanzia per abuso di ufficio, la sindaca si trova costretta a difendersi per i rilievi lanciati da un organo indipendente, sui conti del Comune. Una bocciatura che costringerà il Comune a ricominciare un complicato iter, fino all’approvazione entro il 28 febbraio (l’Anci ha chiesto la proroga al 31 marzo). Nel frattempo, dal 1 gennaio, entrerà in amministrazione controllata, con il rischio immobilismo.
Tutte le criticità
Ma quali sono i rilievi mossi? La formula riassuntiva è questa: «L’organo ritiene non sufficienti gli spazi di finanza pubblica necessari al rispetto dell’equilibrio finanziario in relazione alle necessità che potrebbero rivelarsi rispetto ai debiti fuori bilancio, alle passività potenziali e alle altre criticità evidenziate». Nel documento si spiega che il prospetto si basa su «previsioni di entrate non strutturali». Ovvero concessioni edilizie, contravvenzioni e soprattutto recupero dell’evasione tributaria, che come insegna il livello nazionale è un obiettivo sempre enunciato e mai realizzato. C’è un problema anche con il Mef, il ministero dell’Economia: il Comune dovrebbe rientrare da un debito di 440 milioni. Nessuna traccia, nel documento, tanto che i revisori segnalano: «Non trovano riscontro le raccomandazioni del Mef e le previsioni del piano di rientro in riferimento alla razionalizzazione e/o alienazione» delle società partecipate. Ci sono «ingenti e imminenti» oneri derivanti dai debiti fuori bilancio, che sono 234 milioni, e dalle «passività» delle partecipate. Non ci siamo, secondo l’Oref, anche per le spese della linea C della metropolitana e per l’ammodernamento di quelle esistenti.

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