Attacco Marsiglia: “Anis Hanachi in Italia da pochi giorni, è stato lui a indottrinare il fratello”

Nel 2014 fu respinto perché irregolare. Aveva combattuto come foreign fighter. Qui solo da fine settembre, avrebbe avuto un ruolo attivo nella radicalizzazione di Ahmed. Ma non risulta stesse pianificando azioni

di FABIO TONACCI  www.repubblica.it

Anis Hanachi, il fratello dell’attentatore di Marsiglia, fermato sabato pomeriggio a Ferrara, avrebbe avuto un “ruolo attivo” nell’attacco che Ahmed ha compiuto il 1 ottobre nella città francese uccidendo due donne. Ma lo avrebbe fatto dall’Italia, dove si trovava da pochissimi giorni, da non prima del 27 settembre: probabilmente il suo ruolo sarebbe stato quello di “indottrinare il fratello e provocarne la radicalizzazione”, come ha spiegato Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia e antiterorrismo facendo il punto sull’arresto e sulle indagini. Non risulta infatti la sua presenza a Marsiglia il giorno dell’attacco. In Italia, invece, era sicuramente il 4 ottobre, quando è stato segnalato in Liguria: quali siano stati i suoi movimenti e cosa abbia fatto nel nostro Paese nei giorni precedenti è invece ancora da ricostruire. Non risulta però, secondo gli inquirenti, che stesse pianificando azioni in Italia, né che l’Italia sia stata la base per attentati altrove.

Lamberto Giannini, direttore del servizio centrale Antiterrorismo, ha spiegato che le indicazioni su Anis, che al momento non collabora e non parla, sono arrivate direttamente dagli inquirenti francesi: “Non avevamo evidenza della presenza di Anis in precedenza se non un respingimento nel 2014 quando è stato rimandato in Tunisia perché irregolare. E proprio da Tunisi ci è arrivata la conferma che si tratta di Anis, che ha combattuto in territorio siro-iracheno come foreign fighter, e che era un soggetto pericoloso. La sua presenza a Ferrara sembra essere però estemporanea, senza basi logistiche precedenti”. L’indagine comunque “è appena avviata” – come ha detto Francesco Caporale, pm antiterrorismo di Roma: “La Corte di appello di Bologna dovrà consegnarlo alle autorità francesi”.

 

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