Accordo Grecia, parti vicinissime Ma già si aprono i fronti interni

Molte concessioni, a Bruxelles si tratta per poche centinaia di milioni di euro Alcuni ministri ellenici sono intransigenti. E lo spagnolo Rajoy guida i rigoristi
di Federico Fubini   da www.corriere.it

Se la politica europea fosse guidata solo dalla logica dei numeri, non ci sarebbero dubbi sull’esito dell’incontro di oggi fra Alexis Tsipras e i suoi creditori. Il leader greco e quelli degli altri governi dell’euro ormai sono divisi nel negoziato da una differenza infinitamente più piccola di quella che farebbe la rottura: per arrivare a un accordo a questo punto servono da una parte e dall’altra concessioni per poche centinaia di milioni, in un’area monetaria da diecimila miliardi di euro. Qualora invece i colloqui fallissero, il futuro di tutta l’area tornerebbe sotto una nube nera e in poche ore si scatenerebbe una tormenta destinata a riportare la Grecia indietro di decenni.
Se qualcosa l’Europa ha insegnato in questi anni, è che i suoi leader non decidono sempre sulla base dei numeri. Eppure quelli distesi oggi sul tavolo di Bruxelles davanti a Tsipras, alla cancelliera Angela Merkel, al presidente francese François Hollande, a Matteo Renzi e agli altri, almeno per ora sono tutt’altro che intrattabili. I creditori hanno già rinunciato a discutere subito di nuove riforme del mercato del lavoro in Grecia e hanno ridotto di un bel po’ le pretese che Atene mantenga un avanzo di bilancio al netto degli interessi senza precedenti nella storia: adesso si punta a un surplus dell’1% del Pil per quest’anno, del 2% o poco più nel 2016 e intorno al 3% in seguito.

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