Villa Comunale di Isernia: dietro front del Comune?

Grazie alla mobilitazione di questi giorni per impedire la cementificazione del verde connessa al taglio di abeti nella Villa Comunale di Isernia, pare vi sia un “dietro front” del Comune che, stante le ultime dichiarazioni del sindaco Brasiello, starebbe riesaminando il progetto. Questo ci insegna che lotta popolare è l’unica via per ottenere dei risultati. In particolare, le questioni sollevate anche dal Pcl di Isernia in questi giorni, hanno messo di fronte alle responsabilità il Comune. Così’ sono emerse le opacità dell’operazione, che aveva assunto il carattere del blitz, data l’assenza a monte di una pubblica decisione dell’organo politico. Come è stato possibile decidere, con una semplice determina dell’ufficio, la destinazione degli spazi verdi della villa comunale, e un appalto di lavori, senza pubblicazione del bando e senza gara, che peraltro aumenta da 138 mila a 210 mila euro ?  Inoltre è emerso che non v’era alcuna relazione della Forestale riferita al taglio di 5 abeti nell’area interessata alla cementificazione, ma solo al taglio di alcune piante ormai secche in ben altra parte della Villa (che comunque proponiamo di rimpiazzare).
Ciò premesso, preso atto che gli abeti siti nello spazio verde di cui si teneva il taglio non avverrà più stante quanto dichiarato dal sindaco, proponiamo:
– Un piano di valorizzazione degli spazi verdi della Vila Comunale, anche considerando un’interessante e recente proposta di “orto botanico” da parte di uno studente molisano dell’Università di agraria; e più in generale un piano comunale di sviluppo del verde in città, con la partecipazione popolare anche articolata per quartiere.
– La esclusione, in ogni caso, di ulteriore consumo del suolo verde; conseguentemente il potenziamento dello spazio di attività con i giochi del “mini sport” potrà avvenire nella zona già destinata all’attività ludica, senza ulteriore consumo di verde o, ancora, meglio nel futuro parco verde che potrebbe attrezzarsi nella riqualificazione della “zona stazione” .
– Un piano generale per la cura degli alberi della città, a partire da una potatura fatta con competenza e qualità in modo da impedire insecchimenti e morti precoci delle piante.
– Attuare l’obbligo comunale di cui alla legge n. 10 del 14 gennaio 2013 di piantare, entro sei mesi, un albero per ogni bambino nato o adottato nel Comune stesso.
Questa mobilitazione è stata anche un momento vitalità democratica per ricordare che ogni albero fornisce ossigeno per 10 persone ed assorbe, a seconda delle dimensioni, da 7 a 12 kg di emissioni di CO2 all’anno e riducono l’inquinamento acustico. Tanto più dopo il disastroso ultimo decennio della giunta di destra, improntato alla peggiore cementificazione selvaggia, dalle solite speculazioni edilizie alla “magna opera” legata allo scandalo nazionale dell’ auditorium (un fiume di milioni sperperati che avrebbero invece potuto avere ben altro utilizzo per la riqualificazione della città come da noi sa suo tempo proposto).
Ed anche per ricordare che l’Italia perde suolo verde alla velocità di 8 metri quadrati al secondo, e che negli ultimi cinque anni è aumentato il ritmo di distruzione del verde (dati Ispra).
Ed anche a Isernia va invertita questa deleteria tendenza.

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