Ripartizione dei contributi alle attività turistiche operata dalla Regione: interviene Di Lucente

Ho pensato a lungo se intervenire o meno sulla questione, sollevata da Proloco e Associazioni culturali, della discutibile ripartizione dei contributi alle attività turistiche operata dalla Regione; mi sono deciso a farlo perché chiamato in causa dalla lettera aperta inviata agli organi d’informazione delle Guide Turistiche della provincia di Isernia, che ringrazio di cuore per gli apprezzamenti tributati al lavoro da me svolto in veste di assessore provinciale al turismo con il progetto IserniaInsieme.
Da amministratore ho sempre considerato il turismo materia da affrontare con rigore e umiltà, perché uno dei maggiori ostacoli che determinano il suo mancato sviluppo è l’estrema leggerezza – per non dire faciloneria e inadeguatezza – con la quale la classe politica affronta un settore che è in realtà molto più complesso di altri, perché implica il coinvolgimento di quasi tutti gli altri settori economici e quindi richiede un’azione politica estremamente articolata.
Un serio progetto di sviluppo turistico, infatti, non può prescindere da un’analisi puntuale delle necessità, da una chiara individuazione dei ruoli tra pubblico e privato, da un’adeguata legislazione, da interventi sulle infrastrutture, i trasporti, i servizi, la ricettività, le professionalità, il settore agroalimentare, l’artigianato tipico, da una programmazione seria e ragionata delle politiche sui beni e le attività culturali; non può prescindere, soprattutto, da una lavoro scrupoloso, paziente e continuo che porti a trasformare le dotazioni esistenti in prodotti turistici, all’adozione di adeguate politiche dei prezzi, all’individuazione e all’approccio dei mercati di riferimento e che, infine, riesca a monitorare gli effetti delle azioni per verificarne la effettiva validità in termini di aumento delle presenze e incremento della ricaduta economica.
Altrimenti sono solo chiacchiere. Come quelle che si fanno da ormai troppi anni in tutte le campagne elettorali, dove lo sviluppo del turismo è sempre al primo posto nei programmi politici. Chiacchiere, solo chiacchiere: le azioni che seguono sono sempre approssimative, scomposte e inutilmente dispendiose.
Il progetto IserniaInsieme, che con la mia struttura mettemmo in piedi e al quale le Guide Turistiche nella loro lettera fanno riferimento, era un progetto che muoveva da una visione complessa e complessiva del settore turistico, pur partendo da azioni semplici, in grado da un lato d’incrementare la domanda, stimolando la crescita del numero di visitatori, e parallelamente di migliorare l’offerta, mettendo a punto tutti i servizi connessi. Sul fronte della promozione e della commercializzazione, abbiamo quindi reso la nostra offerta turistica più allettante sotto il profilo economico, grazie a un contributo ai gruppi sul costo del viaggio, all’adozione di tariffe alberghiere più congrue e alla concessione del servizio gratuito di guida turistica. Tutto questo reso possibile dallo strettissimo rapporto di collaborazione instaurato con albergatori, ristoratori, agenti di viaggio, guide, associazioni, Comuni.
Devo ammettere che i risultati, minuziosamente monitorati, hanno stupito anche me: l’investimento pubblico ha generato una ricaduta sugli operatori pari mediamente a 35 volte il capitale investito, il 3.500% della resa! Non è un caso che la Presidenza del Consiglio dei Ministri abbia finanziato il progetto riconoscendolo come una buona prassi.
IserniaInsieme, insomma, era una visione e un metodo di lavoro i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ora, qualcuno è in grado di dirmi quanto hanno prodotto in Molise gli altri “investimenti” sul turismo operati dagli enti negli ultimi 10 anni? Quanti visitatori in più ha avuto il Molise dopo le tante BIT a Milano o le altre fiere all’estero alle quali si è partecipato? O se vi siano, o vi siano mai stati, altri progetti, culturali o turistici, ugualmente concreti, che non si traducano cioè nelle solite azioni immateriali, i cui risultati finora sono stati unicamente quelli di aver alimentato i loro ideatori?
Mi fa molto piacere che finalmente qualcuno abbia avuto il coraggio di sostenere pubblicamente la validità del progetto IserniaInsieme e di quel metodo di lavoro, ingenerosamente buttati alle ortiche, e di esprimere – non solo in privato, come fanno con me ormai da un anno gli operatori del settore – il loro disappunto verso quegli amministratori che non si dimostrano in grado di comprenderne la validità e di raccoglierne l’esperienza. Gli operatori turistici subiscono sempre le conseguenze delle scelte che sul turismo opera la politica, siano esse buone o cattive, e per questo dovrebbero dire sempre la loro, se necessario alzando la voce per essere ascoltati e pretendendo considerazione per le loro legittime aspettative, specie in tempi di dura crisi come quelli che attraversiamo.
Analogo discorso vale per le Associazioni culturali e per le Proloco. Da assessore al turismo ho lavorato molto alla costituzione di un coordinamento delle manifestazioni culturali che effettivamente avessero rilevanza turistica, vale a dire quelle che hanno, per caratteristiche, tradizione ed organizzazione, un effettivo potenziale attrattivo nei confronti del turista (si badi bene, non il compaesano del paese a fianco, ma il turista vero, quello che viene da fuori regione, che alloggia, consuma il caffè, pranza al ristorante, che, insomma, produce economia per il territorio…).
Mi sono battuto affinché i finanziamenti, da parte di tutti gli Enti, fossero ad esse garantiti  secondo criteri chiari e condivisi,  sottraendo la ripartizione dei contributi alla solita discrezionalità, spesso clientelare, che le ha sempre connotate; un percorso non privo di discussioni animate e di vere e proprie battaglie personali con amministratori e dirigenti regionali, provinciali e comunali. Battaglie spesso non comprese dagli stessi amministratori delle località che pure hanno tratto beneficio dagli esiti del progetto,  dai quali, nella maggior parte dei casi, non ho ricevuto nemmeno un grazie, quegli stessi che adesso bussano alla porta del Presidio Turistico chiedendo come mai alle loro manifestazioni non arrivino più i pullman di turisti a cui ormai erano abituati (come se i collaboratori del Presidio avessero la bacchetta magica, privati come sono di risorse e spogliati dell’entusiasmo per non aver più visto apprezzato il loro lavoro).
Ebbene, tutto questo a quanto pare non è servito a molto, se si è tornati a operare una ripartizione che ignora del tutto manifestazioni obiettivamente rilevanti, come la Pezzata, il Festival della Zampogna, la ‘Ndocciata, la Mostra del Vino Pentro, l’Eddie Lang, i Presepi nel Presepe, il Festival Mario Lanza o quello del Folklore, per citarne solo alcune, a vantaggio di non meglio specificate “Manifestazioni estive”, in qualche caso “Musicali e danzanti” o addirittura “Triangolari di calcio”.
Il presidente della Proloco di Capracotta ha parlato di ripartizione secondo il manuale Cencelli, ma forse è pure peggio: a quanto pare ci sono feste patronali super partes, buone a destra quanto a sinistra, sconosciute alla maggioranza dei molisani (figuriamoci dei turisti!), che invece per la Regione sono evidentemente imprescindibili elementi nello sviluppo del turismo, tanto che continua a finanziarle con parte dei fondi (già di per sé esigui) destinati al turismo. Non importa se poi in quel paese non c’è nemmeno uno straccio di albergo che potrebbe beneficiare delle presenze generate dalla festa del Patrono o se non possiamo manco portarci un pullman di turisti perché le strade sono impraticabili…
In fondo è un’annosa continuità a connotare queste scelte: la continuità nell’avere una visione miope del turismo o, meglio, nel non averla affatto; la continuità degli amministratori nell’intraprendere scelte immotivate e inefficaci, come quella d’incentivare la costituzione di Sistemi Turistici Locali privi di senso, scatole vuote costruite a tavolino con il solo scopo d’intercettare risorse pubbliche per destinarle a non meglio precisate azioni promozionali; la continuità nel negare la giusta considerazione verso quanti al turismo e alla cultura dedicano le loro energie, siano essi imprenditori, operatori o volontari; la continuità nell’approssimazione, nella totale assenza di una strategia unitaria e sinergica, nello spreco di risorse, nella prosecuzione di azioni assolutamente improduttive, quando pure non dannose per il nostro fragile sistema economico.
Ma è il destino del turismo: tutti ne parlano, nessuno sa come si fa e quelli che lo sanno non vengono in alcun modo considerati da una politica che, per ignoranza o per malafede, continua a disperdere risorse in regalie. E così il turismo, “volano di sviluppo del Molise”, in realtà in Molise non si farà mai e rimarrà per chissà quanto ancora ciò che è sempre stato: chiacchiere, solo chiacchiere…

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