Obama chiama, il Molise risponde: la storia di Federica Vinci ad Isernia

L’Europa, Volt, Obama, la vita nella provincia molisana e la voglia di cambiare il mondo.

Questi i segni caratteristici dell’ospite del nuovo podcast dell’Osservatorio ReputationUP, Federica Vinci, co-fondatrice del movimento politico Volt Europa, nominata tra gli Obama Leaders e orgogliosa molisana vicesindaca del comune di Isernia.

Non tutti i movimenti politici nascono a Milano

L’infelice osservazione tornata di moda negli ultimi mesi si scontra con una realtà nazionale da sempre molto sfaccettata. Non è Milano l’unico centro di innovazione politica, e Volt Italia ne è la prova.

Ai microfoni dell’Osservatorio ReputationUP Federica Vinci racconta la sua esperienza all’interno del movimento progressista europeista Volt, dalla sua nascita alla quale partecipa in qualità di co-fondatrice fino alla corsa per le europee, sempre guidata dal sogno di un’Europa più unita.

“La mia, come la storia di Volt, è una storia di ribalta – spiega Federica Vinci – “se pensiamo che ovunque in Italia si dice che il Molise non esiste e poi invece da qui è nato un movimento progressista europeista che ha coinvolto tutti gli stati europei, possiamo dire che Milano non è poi certo il centro del mondo”

Dietro (e davanti) al sogno europeo, la sua terra, Isernia, che per Vinci è casa. Proprio dall’esperienza di vita nella provincia molisana parte l’idea di provare a coinvolgere aree rurali e conurbazioni periferiche all’interno di schemi virtuosi per quanto riguarda politiche su ambiente, accoglienza, denatalità, lavoro.

La Brexit prima e il lockdown provocato dalla pandemia poi sono stati invece i motori della rivoluzione copernicana di cui Federica Vinci si è fatta bandiera. “Quando sono partita per andare a scoprire l’Europa, per me è stato come scoprire la libertà. Vivere ad Isernia, dove tutti si conoscono e sono pronti a chiamare tua madre se ti vedono con il fidanzatino mano nella mano per strada, era molto diverso dallo stare a Copenaghen”.

Ciononostante e anzi proprio per aver vissuto in molti paesi europei e altrettante metropoli, Federica Vinci ha scelto la sua Isernia per la qualità della vita: “Tra Parigi e Milano spendevo un ora e mezza di vita nei mezzi, poi potevo scegliere se andare in palestra o al cinema o a fare aperitivo con gli amici, queste erano le opzioni. Sono arrivata ad Isernia, tempo medio di spostamento 4 minuti, a piedi 12, per raggiungere qualsiasi posto. Ora, la sindaca di Parigi sta impazzendo per fare la città 10 minuti e io già ci vivo. Nell’arco della mia giornata, la mattina mi sveglio, vado a cavallo, vado a lavoro, alla sera esco e faccio l’aperitivo, poi volendo vado anche al cinema. Cose che a Parigi e a Milano facevo in un mese”. 

Ci vuole coraggio per ritornare nelle nostre piccole città per costruire insieme reti di socialità nuove, lavori nuovi, ripopolando questi territorio potrebbero nascere nuove opportunità“. L’affermazione è ovvia quanto emblematica.

La vita nelle realtà periferiche italiane presenta da sempre le solite sfide, ma se si intravede una luce in fondo al tunnel è perché le nuove generazioni stanno invertendo il passo dei loro genitori.

Obama e il Molise

Per Federica Vinci, è chiaro, il suo territorio d’origine è stato fonte di grande ispirazione per immaginare un modello politico progressista nuovo da cui nasce appunto Volt, dalla delusione della Brexit vissuta in Scozia e dal desiderio di coinvolgere anche le aree rurali all’interno dei processi europei. 

“Un movimento politico attivista che ancor prima di fare politica nei comuni, nei parlamenti, ascolta i bisogni della popolazione sui territori e sulla base delle migliori pratiche europee cerca di risolverli”.

E sempre per la logica del dare potere al cittadino, commenta in riferimento a Volt: “Il nostro movimento non si è mai impegnato a dare importanza ad un unico leader costruendo una forte reputazione attorno alla sua figura, ma costruire una rete di piccole unità che portano avanti una serie di azioni quotidiane tese al miglioramento del posto in cui vivono”.

Da qui il lavoro con la gente, in mezzo alla gente: “Non abbiamo mai detto alla popolazione guardate che l’Europa vi fa fare l’Erasmus, avete il roaming dei dati se andate all’estero, quando magari davanti avevi persone che viaggiano una volta ogni sei anni. Abbiamo cambiato la prospettiva. Abbiamo chiesto: di cosa avete bisogno? E da lì si è cercato di costruire un percorso inverso in cui dal micro livello si va al macro, dando potere ai cittadini”

Una logica politica che ha incuriosito lo stesso Barack Obama che l’ha nominata Obama Leader Europe 2020 per la Obama Foundation: “Tra meno di un mese passerò cinque giorni assieme alla famiglia Obama. Lo scopo è quello di parlare dell’esperienza di Isernia e vedere se si potrà replicare”. 

Il sogno nel cassetto è quello di pubblicare un libro su quanto appreso in questi anni di attivismo politico. Nel frattempo un sorriso e un entusiasmo contagioso trascinano Federica Vinci a cambiare le sorti della provincia molisana.

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