Comunali di Isernia, Di Clemente: la solita rissa tra le lobby borghesi locali

Comunali di Isernia. La finta democrazia, il solito mercato di facce e voti clientelari o parentali, di reti amicali, nella contesa tra le varie camarille borghesi locali. Le primarie del Pd ? Anche a Isernia, la solita farsa all’americana, segno della deriva neoautoritaria-plebiscitaria, a cui ci ha portato il “centrosinistra” confindustriale con le sue politiche reazionarie. La destra ? Per natura al servizio del capitale e degli sfruttatori, magari oggi anche trincerandosi dietro qualche persona a modo specchio per le allodole, presenta le stesse facce che hanno disastrato per anni la città di Isernia, oltre che la Regione.

Esempio ne è il mega auditorium di Isernia: scempio ambientale (cementificazione selvaggia),  saccheggio di denaro pubblico (52 milioni di euro per un’opera incompiuta che sta anche cadendo a pezzi all’esterno) come ci mostrò un ottimo servizio di Telemolise; eppure se ci avessero ascoltato si poteva fare tanto con quei fondi, per la riqualificare la città e per l’occupazione.

E che dire del disastro finanziario lasciato dalla giunta di destra (senza alcun beneficio sociale correlato) e scaricato sulla popolazione, con trenta anni di tagli ai servizi correnti ? Perché la popolazione isernina deve pagare i disastri della borghesia del cemento, dei suoi comitati esecutivi locali e dei suoi Cetto La Qualunque di turno ? Nessuno dei candidati di destra e del Pd a Isernia può rispondere a questa domanda senza doversi autoaccusare. Anzi. Qualcuno di costoro promette disastri analoghi, dieci volte maggiori, come lo spreco del “lotto zero”, partito da 18 milioni (2005) e giunto a 174 milioni di euro (per ora, nel 2015): quasi 35 milioni di euro a Km, con  8 viadotti e due gallerie per collegare 5 Km tra i bivii di Pesche e Miranda (peraltro già collegati). Una follia sociale ed ambientale, mentre dilaga la disoccupazione, si taglia la sanità essenziale locale, rimangono i fiumi e suoli locali inquinati, frane non risanate (Macerone docet), mentre il suolo sarà consumato inutilmente, strappato all’agricoltura e al verde; e che dire dei recuperi edilizi ed efficientamenti energetici non fatti, delle scuole insicure, delle barriere architettoniche, e si potrebbe continuare.

D’altro lato destra e PD cosa fanno al Comune ? Eseguono le politiche antisociali del governo, dicendo che “non possono fare altro”…intrallazzi a parte.  Ed invece, anche al livello comunale, bisognerebbe avere il coraggio rivoluzionario di rispedire al mittente privatizzazioni e tagli antisociali governativi e regionali, rivendicando le esigenze essenziali insoddisfatte della popolazione locale a partire dalla sanità, ed il loro finanziamento con il fiume di miliardi che ogni giorno banchieri e capitalisti, e i loro politici, rapinano al resto della società.

La sinistra politica e sociale, anche  Isernia, deve liberarsi delle politiche bertinottiane e vendoliane, pronti a ritornare col “centrosinistra” appena possibile illudendosi che il posto di assessore “cambia le cose”,  o del “riformismo senza riforme” come lo chiamava la grande Rosa Luxemburg: si tratta di legare le battaglie sui problemi immediati e quotidiani alla prospettiva anticapitalista, per un vero cambiamento, per noi in senso socialista.

L’esperienza ci insegna che solo la lotta rivoluzionaria ed anticapitalistica può tentare di fermare questa deriva, legando la difesa delle esigenze quotidiane ad una prospettiva di vero cambiamento, che metta in discussione i poteri forti, dalla città all’intero paese, dall’intero paese alla città.

Certo che questa via è difficile, soprattutto nelle condizioni soggettive di oggi: ma se una lista di sinistra vuole avere un’utilità è proprio quella di comunicare alla popolazione questa necessità di lotta e di cambiamento, e se vuole essere veramente di sinistra o è anticapitalista o non si sà cosa sia.

IL COORDINATORE PCL Tiziano Di Clemente

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