(Adnkronos) – L’Italia entra ufficialmente sulla mappa globale del FemTech grazie al lancio del primo Osservatorio permanente promosso da Tech4Fem con il supporto di Minerva Lab – Sapienza Università di Roma. Il Report 2025, appena pubblicato e scaricabile gratuitamente, rappresenta la prima fotografia completa dell’ecosistema nazionale: 92 realtà attive, nate in gran parte negli ultimi due anni, che stanno innovando la salute femminile con tecnologie, servizi e nuovi modelli di cura. Il FemTech italiano è un settore giovane e a prevalenza femminile: quasi la metà delle realtà è nata dal 2023 ad oggi. Il 79% ha almeno una donna tra i founder, contro appena il 19% della media nazionale startup. Un terzo delle imprese è guidato da founder singole, per lo più donne tra i 25 e i 34 anni. Un dato interessante è che circa un terzo delle realtà FemTech in Italia è fondata da una sola persona, quasi sempre una donna. "C’è la forte urgenza per molte donne di trasformare il proprio vissuto personale in una missione di aiuto e sostegno ad altre donne, sfruttando innovazione e tecnologie. Per me poter aiutare questo settore a crescere è un onore e un impegno che ho preso con passione e rispetto. C’è ancora tantissimo da fare, ma la community ora esiste ed è connessa a livello globale con tutto il FemTech", commenta Valeria Leuti, founder e presidente di Tech4Fem. Nonostante il fermento, il settore rimane fragile sul piano economico: il 38% delle realtà non ha mai fatto fundraising; il 64% si autofinanzia e solo il 13% ha raccolto oltre 1 milione di euro; il 50% delle imprese fattura meno di 50mila euro l’anno, con un giro d’affari complessivo stimato fra 41 e 100 milioni di euro. Una contraddizione se si considera che, a livello globale, il mercato FemTech vale già oltre 60 miliardi di dollari e raggiungerà i 120 miliardi entro il 2033. Oltre al valore di mercato, il FemTech risponde a una questione cruciale di salute pubblica. Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma trascorrono il 25% in più della loro vita in cattiva salute, con patologie spesso trascurate dalla ricerca e dagli investimenti. Secondo il McKinsey health institute e il World economic forum, colmare il Women’s health gap significherebbe generare oltre 1 trilione di dollari l’anno di impatto economico globale entro il 2040 —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Battlefield 6, la campagna single player svela le novità del gioco
(Adnkronos) – Electronic Arts e Battlefield Studios hanno scelto il palco dello State of Play di PlayStation per alzare il sipario sulla campagna in solitaria di Battlefield 6, descritta come l’esperienza più ambiziosa e cinematografica mai realizzata per la saga. Ambientato nel 2027, il gioco tratteggia uno scenario cupo: la NATO, un tempo solida alleanza occidentale, è al collasso. La crisi economica, le guerre per procura e le tensioni politiche hanno disgregato l’ordine internazionale, aprendo la strada a un nuovo protagonista: Pax Armata, una gigantesca compagnia militare privata dotata di risorse illimitate e tecnologie d’avanguardia. Il giocatore vestirà i panni della Dagger 13, un’unità d’élite dei Raider dei Marine statunitensi incaricata di opporsi all’avanzata della Pax Armata. La campagna promette missioni spettacolari e adrenaliniche che spaziano da Brooklyn al Cairo, con set di grande impatto e una narrazione che intende riportare al centro l’esperienza single player, da sempre attesa dalla community di Battlefield. Battlefield 6, però, non si limita alla campagna: il titolo includerà nuove modalità multigiocatore, il ritorno di Portal con possibilità di personalizzazione pressoché illimitate e numerosi miglioramenti al sandbox di gioco, che punta a rendere ogni scontro, veicolo o strategia l’elemento decisivo per ribaltare una battaglia. L’uscita è fissata per il 10 ottobre 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC (Steam, EA App ed Epic Games Store). —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Wolverine su PS5, nuovo trailer e data di uscita per il gioco
(Adnkronos) – Dopo anni di attesa, Insomniac Games ha finalmente mostrato in azione la propria visione di Wolverine. Il nuovo trailer, presentato durante l’ultimo State of Play di Sony, mette in evidenza un gameplay crudo e insolitamente violento per il panorama supereroistico, con sequenze che esaltano gli artigli e la furia incontrollabile del mutante canadese. Il titolo, atteso in esclusiva su PlayStation 5 nell’autunno del 2026, era stato annunciato per la prima volta nel 2021 con un breve teaser cinematografico. Il progetto era già finito sotto i riflettori nel 2023, quando alcuni filmati in sviluppo erano trapelati a seguito del clamoroso leak che aveva colpito Insomniac. Nonostante ciò, l’attesa non ha fatto altro che accrescere l’interesse dei fan, soprattutto dopo la trilogia di grande successo dedicata a Spider-Man, culminata con Spider-Man 2 su PS5 nel 2023. Con Wolverine, lo studio californiano sembra intenzionato a spingersi verso un approccio più maturo e cupo, portando uno dei personaggi più iconici della Marvel in un videogioco che promette di lasciare il segno tanto per l’intensità narrativa quanto per l’impatto visivo. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Intesa Arpa Corecom, effettuato il primo monitoraggio sull’inquinamento elettromagnetico a Montagano
Monitoraggio del territorio e attenzione massima alla salute pubblica: su queste due direttrici prosegue la collaborazione tra il Comitato regionale per le comunicazioni del Molise e l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Nella mattinata di lunedì 22 settembre, Corecom e Arpa hanno svolto un monitoraggio del ‘sito complesso’ di Montagano per verificare il rispetto delle norme sui tetti di radiofrequenze compatibili con la salute umana.
L’Agenzia ha svolto le consuete attività di rilevazione, analisi e controllo dei campi elettromagnetici generati dagli impianti di antenne per radio, tv e telefonia mobile.
I tecnici Arpa hanno impiegato due strumenti di misurazione: l’analizzatore di spettro che serve a identificare i dispositivi che generano i campi elettromagnetici e a determinare l’intensità dei segnali rilevati in specifiche bande di frequenza; e il misuratore a banda larga, utile a quantificare il livello di esposizione totale e a verificare il rispetto dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici stabiliti dalla legge.
In questo modo è possibile accertare che tutte le aziende operano nel pieno rispetto delle norme a
tutela della salute pubblica.
Il Corecom, secondo le funzioni proprie, vigila sui controlli, non a caso il presidente Vincenzo
Cimino spiega: “Per la prima volta dalla sua istituzione, il Corecom Molise segue direttamente sul
campo i monitoraggi sui campi elettromagnetici a conferma della volontà dell’intero Comitato di
estendere le proprie attività come mai in passato. Ci sembra giusto e logico che i cittadini molisani
sappiano che la loro salute, per quanto di nostra competenza, è continuamente monitorata.
Ringrazio Arpa per la professionalità per un’esperienza anche di crescita personale e preannuncio
che nei prossimi mesi proporremo di coinvolgere anche le scuole sulle attività di monitoraggio”.
Alberto Manfredi Selvaggi a riguardo aggiunge: “L’Arpa svolge le attività nell’ambito delle
procedure di modifica, adeguamento o nuova installazione di impianti, ma verifica anche che la
documentazione presentata dagli operatori sia conforme al Codice delle comunicazioni
elettroniche ed effettua controlli nelle fasi successive all’attivazione degli impianti. In tutto,
compiamo ogni anno circa 200 sopralluoghi e circa 600 misurazioni, garantendo il controllo
sull’intero territorio regionale. È un’azione che portiamo avanti da anni con scrupolosità e siamo
ben contenti che ora il Corecom sia al nostro fianco in questo percorso di trasparenza che presto si
allargherà anche alla condivisione e alla diffusione di tutti i dati ambientali che già deteniamo”.
Si prega di darne notizia
Scioperi/Non saranno quattro “sfascisti” a fermare la protesta. Occorre restare umani
Premetto che non appartengo al sindacato che ha promosso la manifestazione in circa cento piazze d’Italia, sono convinto che di quel sindacato il novanta per cento dei manifestanti neanche sa dell’esistenza, quello che ha mosso la gente a uscire dalle scuole o dai posti di lavoro è stato un urlo di solidarietà nei confronti dell’genocidio che si sta consumando a Gaza, un dissenso contro i governanti che istillano senso di odio e guerre.
Nei notiziari avere ristretto il giudizio del sentimento espresso dalle oltre 600mila persone su due o tre casi di violenza mi sembra riduttivo e ingeneroso per i sentimenti che quelle persone che sono scese in piazza hanno voluto testimoniare.
Gli organizzatori, inconsapevolmente, sono riusciti a risvegliare il torpore dell’indifferenza, portando nelle piazze un’esplosione di energia e resistenza; un fiume di giovani studenti e lavoratori, che hanno reso l’Italia da Nord a Sud; più vigile, più cosciente, meno disposta a lasciarsi narcotizzare dall’inerzia dei Politici e dei sindacati tradizionali.
In quelle piazze il messaggio è stato netto: senza pace non c’è giustizia e il sangue di Gaza non macchia soltanto le mani dei carnefici, ma anche gli occhi bassi di chi finge di non vedere ed autorizza la vendita di armi.
Quel popolo variegato si è fatto scudo umano contro il genocidio, è emerso un atto di accusa collettiva, un dito puntato contro le complicità e le omissioni che permettono di continuare la carneficina.
La società civile dovrebbe valorizzare quello slancio, coltivandolo e rendendolo spinta duratura, anche perché come diceva mio nonno: ”passata la festa gabbato lo santo” e allora evitare che la commozione evapori, la denuncia isolata si spenga e per questo, servono organizzazione e pressione politica.
Bisogna intrecciare recuperare unità di intenti, esprimere senza se e senza ma solidarietà con il popolo palestinese, rifiutare la guerra come strumento di dominio, mettere sotto pressione il governo con una richiesta chiara: far finire l’epoca dei don Abbondio, basta con gli equilibrismi, basta con i distinguo cesellati in filigrana.
La piazza con la manifestazione ha dato dimostrazione che si può scandire il tempo e a dettare l’agenda, il Palazzo, se vuole contare ancora qualcosa, deve uscire dal labirinto delle parole e compiere scelte reali.
Occorre un bagno di umiltà e ritornare al dialogo per: rinsaldare legami internazionali, far vibrare le reti, trasformare il rumore in un sisma capace di incrinare anche i muri più sordi del potere, per rendere la protesta ancora più grande, più autorevole, più inaggirabile, magari rimettendo in piedi quei servizi d’ordine che tanto utili erano a placare gli animi dei facinorosi ed evitare becere strumentalizzazioni da parte di chi vorrebbe restringere la libertà o di chi nei media evidenzia il gruppetto di scalmanati ed oscura la realtà della protesta.
Serve come nelle feste di paese, un fuoco d’ artificio che va in crescendo non basta il primo botto, così la protesta deve crescere e quei seicentomila devono diventare marea, risacca dopo risacca, fino a ché l’indifferenza non avrà più appigli a cui aggrapparsi.
Fermare un genocidio non è un atto di generosità né la carezza dei buoni sentimenti: è il minimo sindacale della dignità che come cittadini, lavoratori e esseri umani dobbiamo perseguire.
Alfredo Magnifico
Europa League, Nizza-Roma 1-2: i gol arrivano dalla difesa con Ndicka e Mancini
(Adnkronos) – Buona la prima per la Roma di Gasperini anche in Europa League. I giallorossi, alla prima sfida della fase a campionato della competizione europea si impongono 2-1 a Nizza grazie ai gol dei difensori, Ndicka e Mancini e per la prima volta in stagione segna più di un gol in una gara. Non rovina la festa il rigore realizzato da Moffi nel finale. Per la sfida in Francia Gasperini deve fare a meno dello squalificato Ziolkowski, degli infortunati Dybala e Bailey nonchè di Baldanzi e Vasquez, fuori dalla lista Uefa. Gasp decide quattro cambi rispetto al derby vinto con la Lazio e concede spazio dal 1' a El Aynaoui, Tsimikas, El Shaarawy e Dovbyk, con Pellegrini che parte dalla panchina. Il Nizza, invece, deve rinunciare agli indisponibili Abdelmonem, Ndayishimiye e Bombito ed Haise ne cambia cinque rispetto alla gara di Brest. I giallorossi iniziano con un buon piglio la gara, prendono le misure ai padroni di casa e controllano la partita con un possesso palla del 70%, anche se le occasioni per impensierire seriamente Diouf sono poche. Il Nizza ci prova al 12' dai venti metri con un tiro alto di Mendy, mentre la Roma risponde al 24' con Dovbyk che lanciato sul filo del fuorigioco si allarga sulla destra e prova un tiro-cross respinto dalla difesa. Poi al 38’ Mancini insacca su cross dalla sinistra di Tsimikas, ma l’arbitro annulla per la posizione irregolare del centrale difensivo della Roma. Ad inizio ripresa esce El Shaarawy ed entra Pellegrini, che prende in consegna anche la fascia di capitano e alla Roma bastano tre minuti per dare una svolta e indirizzare la sfida. Al 52' è Ndicka a regalare il vantaggio ai giallorossi, svettando di testa sul corner di Pellegrini. Incornata sul primo palo e Roma in vantaggio. Al 55' arriva il raddoppio: contropiede giallorosso con Tsimikas che dalla sinistra fa partire un cross in mezzo per inserimento da 'attaccante' di Mancini che in anticipo sull'avversario di piatto al volo segna il gol del 2-0. Al 63' azione personale di Soulè che entra in area ma conclude con un sinistro debole. La Roma è in controllo ma al 77' arriva il gol del Nizza con Moffi su calcio di rigore che batte Svilar. Penalty generoso assegnato dall'arbitro spagnolo Guillermo Cuadra Fernandez: Mendy si allunga il pallone e va giù dopo una spallata di Pisilli appena dentro l'area di rigore. Finale concitato con il Nizza che spinge in cerca del pareggio e la Roma che si difende cercando qualche ripartenza. Alla fine pochi rischi e vittoria importante per i giallorossi. "Difficile tirare in porta? Abbiamo già giocato diverse partite e questa è una caratteristica nostra. Ci può stare qualche episodio acerbo, che ridà energia agli avversari. La prestazione di parecchi giocatori è stata di alto livello, ma quando entriamo dalla panchina non sempre abbiamo la forza necessaria per dare energia alla squadra". Questo il commento del tecnico della Roma Gian Piero Gasperini a Sky dopo il successo. "Qualcuno non è entrato con la testa giusta? No, ma ci vuole un po' di più. Nei finali si decidono le partite, nel calcio di oggi servono 4-5 cambi per portare le partite in porto", ha sottolineato il tecnico che su Lorenzo Pellegrini ha aggiunto: "ha qualità tecniche indubbie, anche come ha calciato il corner. Non ha recuperato bene dalla partita di domenica, che per lui è stata straordinaria. Ha giocato dopo tanto tempo e ha pagato un po'. Oggi era più in difficoltà". La Roma anche contro il Nizza ha messo in evidenza la solidità difensiva. "Sì, ma in tutta la fase offensiva dobbiamo crescere. Non dobbiamo puntare il dito sulla punta centrale, Dovbyk è in crescita sul piano atletico. Dobbiamo migliorare nella finalizzazione e mettere in condizione gli attaccanti di essere pericolosi. Tsimikas? Abbiamo tante partite, in quel ruolo abbiamo Tsimikas e Angelino, due giocatori affidabili. Tsimikas anche è reduce da mesi di inattività, ma ha fatto una buona partita. Entrambi calciano bene, hanno caratteristiche simile: difficilmente sono duttili, non sono né centrali né attaccanti, molto spesso devo adattare uno o l'altro. Ma sono giocatori che danno affidabilità", ha concluso Gasperini. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Coppa Italia: Venezia, Parma e Como agli ottavi di finale
(Adnkronos) – Il Venezia supera in trasferta allo stadio 'Bentegodi' il Verona 5-4 dopo i calci di rigore e si qualifica per gli ottavi di finale di Coppa Italia dove affronterà l'Inter. Dopo i tempi regolamentari conclusi senza reti, e la sospensione per maltempo di circa venti minuti ad inizio ripresa, dal dischetto è decisivo l'errore di Ebosse. Anche il Parma si qualifica agli ottavi di finale, con molta fatica. I gialloblu superano al Tardini, ai calci di rigore, lo Spezia nella gara valida per i sedicesimi e ora nel prossimo turno affronteranno il Bologna nel 'derby'. Padroni di casa in vantaggio con Britschgi al 26', pareggio di Aurelio al 44'. Sul finire del primo tempo gialloblù ancora in vantaggio con Pellegrino al 45', poi all'82' il nuovo pareggio di Lapadula per il 2-2 nei tempi regolamentari. Ai rigori ha poi prevalso la squadra di Cuesta 6-5. Qualificato agli ottavi di finale anche il Como di Fabregas, dove sfiderà la Fiorentina. I lariani vincono agevolmente 3-0 con il Sassuolo nei sedicesimi chiudendo la gara già nel primo tempo grazie alla doppietta di Jesús Rodriguez al 2' e al 41' e al gol di Douvikas al 25'. Nella ripresa la squadra di Fabergas ha controllato la gara. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Attacco alla Flotilla, tornano i cortei pro Pal: a Torino occupati binari stazione Porta Susa
(Adnkronos) – A due giorni dallo sciopero generale proclamato dai sindacati di base a sostegno del popolo palestinese, in alcune città sono ripartiti i cortei per manifestare dopo l’attacco alla Global Sumud Flotilla. La protesta è nata in risposta a quanto avvenuto nelle acque internazionali al largo di Creta, dove l’imbarcazione umanitaria diretta a Gaza è stata colpita da droni. Dopo quasi un’ora e mezza di occupazione dei binari, i manifestanti pro Palestina partiti nel tardo pomeriggio da piazza Castello, hanno lasciato, sempre in corteo e sventolando bandiere palestinesi, la stazione ferroviaria di Torino Porta Susa intonando diversi cori, da ‘Free Palestine’ a ‘Torino sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare’. Prima di lasciare i binari, hanno cantato ‘Bella ciao’ sulle note di alcuni tamburi. Intanto per venerdì alle 18 è stata annunciata un’assemblea aperta al campus Einaudi per ‘organizzare la solidarietà’ Oltre un migliaio di manifestanti ha raggiunto la stazione e, dopo aver attraversato i binari, ha bloccato un convoglio con lo slogan 'Intifada pure qua se non cambierà'. Durante l’occupazione dei binari, sono stati imbrattati anche i muri della stazione con scritte in rosso e nero. Tra queste si legge ‘Morte al sionismo’, ‘Gaza Free’, ‘Infuria, difendi, ribellati’ mentre alcuni manifestanti hanno tentato di affiggere sul treno fermo in stazione alcuni manifesti con la scritta ‘Giu’ le mani dalla Global Sumud Flotilla’. Scanditi anche slogan contro il premier Giorgia Meloni e il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini e su un muro della stazione il nome della presidente del Consiglio inserito in quella che sembra la riproduzione di un mirino. Almeno 5 convogli di Alta velocità sono stati limitati alla stazione di Torino Stura, mentre oltre una decina di regionali sono stati dirottati verso altre stazioni. "Quella iniziata lunedì è una mobilitazione permanente, lunedì è stata una piazza incredibile e adesso non dobbiamo essere da meno", hanno scandito i manifestanti dal megafono. "Il popolo italiano si è davvero svegliato con una coscienza e non si fermerà davanti a niente, non scenderemo al compromesso. Non ci prenderanno in giro, non basta mandare una nave ad aiutare, bisogna smettere di vendere armi a Israele. Il popolo italiano non accetta le ipocrisie”, hanno aggiunto poco prima di partire in corteo per le vie del centro di Torino. Al presidio Cub di Milano, partito in corteo da piazza della Scala a Milano, i partecipanti sono entrati in piazza Castello sulle note di 'Bella Ciao'. Scanditi alcuni slogan "se non cambierà Intifada pure qua" e "Netanyahu criminale". I manifestanti hanno espresso solidarietà alla Flotilla e chiesto il rilascio dei giovani fermati durante gli scontri di lunedì scorso. "Se non cambierà bloccheremo la città", lo slogan scandito. Bandiere della Palestina al vento e uno striscione che definisce "Meloni complice del genocidio". Cori decisi contro Netanyahu definito "assassino" e Israele apostrofato "criminale". Dal microfono inviti alla "mobilitazione permanente" e a "bloccare tutto". Pietro Cusimano dell'Usb attacca il governo: "Hanno dato più rilevanza a dieci vetrine rotte che a 60mila morti". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Simona Ventura e il marito perseguitati dallo stalker: “Minacciati di morte in 200 messaggi”
(Adnkronos) – Messaggi inquietanti, minacciosi e soprattutto incessanti, che per due anni hanno perseguitato Simona Ventura e il marito, il giornalista Giovanni Terzi. A raccontare nei dettagli la scioccante esperienza è lo stesso Terzi che, ospite questo pomeriggio di Gianluigi Nuzzi a 'Dentro la Notizia' su Canale 5, ha raccontato l'esperienza di uno stalker che per anni ha perseguitato con minacce di morte e insulti di ogni genere sui social lui e la moglie Simona Ventura. "Dall'inizio del 2023 i messaggi vocali sul mio Instagram in privato sono stati più di 200, con minacce di morte, penso che si possa parlare di stalking", spiega il giornalista. "Io non guardo mai i messaggi privati, ma un giorno mi sono accorto di questi quaranta vocali mandati da uno sconosciuto in privato – ha detto Terzi -. Per lo più inizialmente legati alla persona di Simona, definita 'di Satana, che deve morire sul rogo, che farà una brutta fine'. Poi ha iniziato a mandare ingiurie anche a me. L'avevamo segnalato, si è fermato qualche mese e poi ha ripreso". Nuzzi manda allora in onda alcuni audio dello stalker, nei quali la conduttrice viene definita come il 'boss' di una fantomatica setta, ma "presto o tardi sarete tutti morti". Nel corso della puntata Terzi rivela che i messaggi continuano ad arrivare anche 'in diretta': "Ora è offeso perché la polizia postale l'ha individuato", spiega. Raccontando anche come ha reagito ai messaggi Simona Ventura: "E' colpita da questa cosa, perché uno può dire che è matto, ma un matto può venire sotto casa e buttarti addosso l'acido – scandisce il giornalista -. Lei ha detto che se lo vede gli dà due sberle, perché lei è così". Ma alla fine "ci è sembrato naturale denunciare, io credo nella giustizia e nel lavoro eccezionale della polizia postale". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Wayne Rooney: “Sarei morto se mia moglie non mi avesse aiutato con i problemi di alcol”
(Adnkronos) – L'ex attaccante della nazionale inglese e del Manchester United Wayne Rooney crede che sarebbe morto se sua moglie Coleen non lo avesse aiutato a gestire i suoi problemi di alcol. Il 39enne, capocannoniere dello United, afferma di aver "combattuto duramente" con l'alcol durante la sua carriera da giocatore. "Credo sinceramente che se lei non ci fosse stata, sarei morto", ha detto al podcast Rio Ferdinand Presents. "Ho commesso errori in passato, ben documentati. Da circa 20 anni lei mi aiuta a mantenere la rotta". "Volevo uscire, divertirmi con i miei amici e passare una serata fuori. Sono arrivato a un punto in cui ho esagerato: quello è stato un momento della mia vita in cui ho lottato duramente con l'alcol. Ho bevuto per due giorni di fila. Venivo all'allenamento e nel weekend segnavo due gol, poi tornavo indietro e bevevo di nuovo per due giorni di fila". Rooney ha spiegato al suo ex compagno di squadra che arrivava all'allenamento dello United dopo una sessione di bevute e usava collirio, gomme da masticare e dopobarba nel tentativo di mascherare lo stato in cui si trovava. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)












