lunedì, Novembre 24, 2025
Home Blog Pagina 67

“Sparate alla Meloni”, la scritta choc a Prato

(Adnkronos) –
'Sparate alla Meloni' è la scritta comparsa alla fermata di via dei Palli a Prato e denunciata dalla deputata pratese Chiara La Porta (Fratelli d'Italia).  "Non solo è un messaggio indegno, ma purtroppo descrive il clima di odio diffuso in città – afferma in una nota La Porta, candidata di Fratelli d'Italia alle elezioni regionali – È un atto vergognoso che condanniamo con forza. Fratelli d’Italia non si fa certo intimidire da vigliacchi anonimi che incitano alla violenza contro il presidente del Consiglio; questa violenza è frutto di politiche cittadine di sinistra permissive e lassiste che per troppo hanno sottovalutato ogni forma di criminalità. Riporteremo la legalità a Prato e non abbasseremo la guardia, sarà il mio primo impegno da consigliere regionale". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

“Sanità: Tasse al massimo e servizi al minimo, difendiamo il diritto alla salute”

pd

È di qualche giorno fa (9 settembre 25) la pubblicazione del MEF delle aliquote
relative alle addizionali regionali IRPEF per il 730/2025 e, come preventivato, sono al
livello massimo consentito per effetto del commissariamento della sanità da parte
del Ministero delle Finanze e Salute, e della necessità di ripianare il debito sanitario
pregresso di alcune centinaia di milioni.
Pare, da notizie di stampa, che i due Commissari governativi, al tavolo di verifica
ministeriale sul rientro del debito sanitario, abbiano presentato una proposta
Draconiana di tagli e ridimensionamenti
Se le notizie anticipate troveranno conferme si avranno soppressione di una unità di
Emodinamica, la chiusura di un punto nascita (tra Termoli o Isernia), il
declassamento del Caracciolo di Agnone in Ospedale di Comunità, il taglio di 31
postazioni di continuità assistenziale (guardie mediche).
Il PD molisano e in particolare in questa provincia, dichiarano fin da ora che si
batteranno per scongiurare questo piano sciagurato di ridimensionamento del diritto
Costituzionale alla Salute (art.32) che lo riconosce sia come diritto individuale sia
come un interesse della comunità. In Molise, sembra un diritto negato.
Nei giorni scorsi sono state allertate le strutture del partito a livello nazionale per
attivare iniziative parlamentari di verifica dello stato della vicenda nei Ministeri
competenti. La delegazione regionale ha chiesto un accesso agli atti affinché la
Regione, che nella Sanità investe oltre l’80% del suo bilancio, dia certezze sul futuro

della tutela della salute dei suoi cittadini, a partire da un diverso finanziamento del
Fondo Sanitario Nazionale a favore delle regioni a bassa densità demografica.
Inoltre interrogazioni sono state presentate sulle proposte di regolamentazione della
rete di emergenza (ICTUS ed Emodinamica), sulla sperimentazione pubblico/privato,
sulla presenza del medico nelle strutture di pronto intervento, sulla risposta alle
patologie tempo-dipendenti, sull’abbattimento delle liste di attesa.
Il PD ha chiesto al Governo regionale che si riappropri della programmazione e
gestione di questo delicato settore e non venga lasciato al governo di Commissari
governativi che improntano la loro azione, prevalentemente, a logiche
ragionieristiche e normative.
Il PD ha intrapreso una azione a livello nazionale per dare garanzia a questo diritto,
chiesto l’aumento del fondo sanitario nazionale, il rinnovo dei contratti nazionali di
settore, implementando la sanità territoriale, di prossimità, rivedendo gli standard
per la soddisfazione dei bisogni sanitari, una diversa attenzione al ruolo della sanità
pubblica che resti centrale e di quella convenzionata di supporto.
La Federazione di Isernia ha già preso parte alle iniziative a sostegno di questa
vertenza, partecipando ieri a Isernia, e sarà presente sabato ad Agnone. Nelle
prossime settimane promuoverà inoltre incontri con le altre forze politiche, i
sindacati, le associazioni e la società civile con l’obiettivo di organizzare una grande
mobilitazione in difesa della sanità, una battaglia di dignità e di sopravvivenza per
l’intera regione.
Sulla pelle dei molisani il PD non farà sconti, va alzato il tiro sia in regione che a
Roma. Alla Festa Provinciale de l’Unità del 3-4 Ottobre anche di questo si parlerà con
esponenti di livello nazionale: il Governatore campano On.le De Luca, che ha
impugnato la decisione del Governo di mantenere il Commissariamento della Sanità
campana e il dovere di difesa dei suoi concittadini.
Il Segretario di Federazione PD
Marco Amendola

Commenti Facebook

Flotilla, delegazione italiana a Roma incontra leader opposizione

(Adnkronos) – I rappresentanti di Global Sumud Flotilla incontreranno oggi domenica 28 settembre nel pomeriggio, a Roma, i leader dei partiti di opposizione. Alle 15, secondo quanto si apprende, è previsto un incontro al Caffè Illy, in via degli Uffici del Vicario (Montecitorio), con Riccardo Magi. Ne seguiranno altri tra cui quello con la segretaria del Pd Elly Schlein e del leader del M5s Giuseppe Conte. C'è l'ipotesi di un incontro anche con il ministro della Difesa Guido Crosetto che dovrebbe avvenire con una delegazione italiana del Global Movement to Gaza alle 15,15 presso il ministero. "Mi auguro che tutti diciamo la stessa cosa, quella che ha detto il capo dello Stato. Anche i leader opposizione hanno riconosciuto giuste le parole di Mattarella, mi auguro tutti diciamo la stessa cosa, non si tratta di fare un’operazione politica, bensì di garantire la sicurezza dei cittadini italiani", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del suo intervento conclusivo alla festa nazionale di Forza Italia, alle Terme di Telese.  "Speriamo che le cose vadano nel verso giusto… ma c'è sempre tempo per ripensarci", aveva detto poco prima Tajani. "Noi abbiamo sempre detto, l'ho detto anche ieri sera alla portavoce italiana della Flotilla, che è pericoloso avvicinarsi alle acque israeliane. Non sappiamo cosa possa succedere, forzare il blocco è pericoloso", ha sottolineato, a proposito del fotoreporter italiano sceso dalla Flotilla perché la missione sarebbe diventata troppo pericolosa. "Se non vogliono ascoltare il mio appello, almeno ascoltino quello del presidente Mattarella", ha aggiunto il ministro, che alla domanda se avesse relazionato della situazione la presidente del Consiglio Meloni e se la portavoce della nave avesse sentito il capo dell'esecutivo, ha spiegato: "tengo costantemente informato il presidente del Consiglio perchè faccia le sue valutazioni e sappia cosa sta accadendo". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Vino: l’Oltrepò celebra il ‘nuovo’ Classese, primo Metodo Classico da Pinot Nero al mondo

(Adnkronos) – Si chiamerà Classese e sarà il primo Metodo Classico da Pinot Nero vinificato in bianco o in rosè al mondo. A ribattezzare la Docg simbolo dell'Oltrepò Pavese – meno di 50 km a sud di Milano in quella 'virgola' di Lombardia che separa e unisce Piemonte ed Emilia Romagna – che storicamente è il primo Metodo Classico italiano, il nuovo disciplinare approvato all'inizio di quest'anno, che ha stabilito il nuovo nome: la scelta è andata su 'Classese', un marchio con quasi mezzo secolo di vita. L'obiettivo è quello di dare identità e distinzione al Metodo Classico, evitando l’attuale inevitabile confusione con le altre numerose denominazioni oltrepadane e consentendo di avviare politiche di promozione e posizionamento sui mercati nazionale e internazionale maggiormente efficaci. Per lanciare il nuovo nome e celebrare un altro importante traguardo di questo 2025, i 160 anni del blanc e rosè de noirs, ossia dalle prime bottiglie spumantizzate a Rocca de’ Giorgi nel 1865 dai Conti Carlo Gancia e Augusto Giorgi di Vistarino, si è svolta il 21 e 22 settembre la quinta edizione di 'Oltrepò: Terra di Pinot Nero', manifestazione organizzata dal Consorzio Classese Oltrepò Pavese per valorizzare il Pinot Nero, simbolo e motore identitario di un territorio straordinario.  L’evento si è svolto a Golferenzo – uno dei 'Borghi più belli d'Italia', animato anche dal 'Borgo dei gatti', albergo diffuso vocato alla sostenibilità – e ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e appassionato, tra wine lovers, giornalisti, operatori del settore e rappresentanti delle istituzioni. Durante le due giornate, i riflettori si sono accesi sulle eccellenze del territorio: il Metodo Classico Docg – destinato appunto a diventare Classese – e il Pinot Nero Doc vinificato in rosso. I banchi d’assaggio, con 29 cantine protagoniste, le degustazioni e gli approfondimenti dedicati al blanc e rosè de noirs hanno offerto al pubblico e agli addetti ai lavori un percorso unico nella cultura e nell’identità vitivinicola dell’Oltrepò. La manifestazione ha confermato la sua duplice anima: da un lato, un momento di festa e di incontro per il pubblico; dall’altro, un’occasione di confronto tecnico e professionale di alto livello, capace di generare nuove prospettive per la denominazione e di rafforzare il legame tra territorio, istituzioni e operatori.  Con questa edizione, il Consorzio Classese Oltrepò Pavese – che annovera 155 aziende associate direttamente e centinaia di soci indiretti, conferitori delle realtà cooperative, con una produzione da circa 11.000 ettari vitati per 25 milioni di bottiglie prodotte annualmente – rinnova il proprio impegno nel valorizzare una storia lunga 160 anni e nel costruire, attraverso qualità, identità e innovazione, il futuro di una grande denominazione italiana. "Questa edizione di 'Oltrepò: Terra di Pinot Nero' – ha dichiarato Francesca Seralvo, presidente del Consorzio Classese Oltrepò Pavese – ci restituisce con forza l’immagine di un territorio unito e determinato. Il successo dell’evento dimostra che la strada della qualità e della collaborazione è quella giusta. Abbiamo celebrato 160 anni di storia, ma soprattutto abbiamo posto le basi per un futuro fatto di innovazione, riconoscibilità e identità. L’Oltrepò crede nel suo Pinot Nero e nel Metodo Classico: con il Classese vogliamo affermare con orgoglio la nostra vocazione e portarla sempre più in alto". Oggi, in Oltrepò Pavese, sono presenti sette denominazioni rivendicate, sei Doc e una Docg: Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg (il nuovo Classese), Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc, Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc, Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc, Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc, Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese Doc e Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese Doc. Era il 1984 e in Oltrepò Pavese esisteva una sola Doc, che comprendeva tutti i diversi vini prodotti sul territorio. Un nutrito gruppo di produttori di Metodo Classico, la vera eccellenza del territorio, si riunì con uno scopo preciso: distinguere e valorizzare quel blanc de noirs, tanto difficile da produrre con l’elegante e capriccioso Pinot nero, che per tutti loro rappresentava l’identità e il futuro dell’Oltrepò Pavese. La soluzione fu quella di creare un’associazione volontaria di produttori, dotandola di un nuovo marchio e di un nuovo nome, che sapesse incarnare questa unicità: la scelta ricadde su Classese, crasi fra Classico e Pavese. Il progetto si basava su un passaggio storico fondamentale per la vitivinicoltura italiana, ossia l’introduzione del Pinot Nero e l’avvio della produzione di Metodo Classico, due fasi distinte ma intimamente collegate, che muovono i primi passi in Valle Scuropasso. Lì, nel 1865, il Conte Vistarino produce il primo Metodo Classico da Pinot Nero, pochi anni dopo aver introdotto la coltivazione di questo vitigno.  L’intuizione che l’Oltrepò Pavese potesse diventare la terra del blanc de noirs si è consolidata nel corso degli anni, fino ad arrivare a quel fatidico 1984. Oggi, a distanza di altri quarant’anni, l’Assemblea soci del Consorzio, con voto quasi unanime, ha scelto di riprendere in maniera decisa la valorizzazione del Metodo Classico da Pinot Nero, reintroducendo il marchio 'Classese'. Questa volta, però, non si tratta di un nome o di un ristretto, benché importante, gruppo di produttori. Classese, infatti, è destinato a diventare il nome della Docg, con la conclusione del necessario iter burocratico, e inizierà presto a leggersi sulle etichette grazie all’adozione di un marchio collettivo. Classese, dunque, è l’affermazione dell’unicità del Metodo Classico oltrepadano, simbolo di una terra che, sola al mondo, punta un’intera denominazione sul blanc de noirs.   —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Scuola “D’Ovidio”, M5S: “Dalla propaganda dei soliti noti alle soluzioni: la verità sulla vicenda”

Il piano di rigenerazione delle scuole a Campobasso ha acceso il dibattito politico, ma sul caso dell’Istituto Comprensivo “D’Ovidio”, tra piazza della Repubblica e via Gorizia, è necessario fare chiarezza: la comunità scolastica aveva bisogno di risposte concrete, non di illusioni.

Durante l’ultima campagna elettorale il consigliere civico Pino Ruta ha fatto credere che fosse semplice reperire locali alternativi e centrali per gli studenti. Una promessa facile, utile a raccogliere consenso, ma che ha illuso genitori e Consiglio d’Istituto, rivelandosi poi del tutto irrealistica.

Non a caso, la scelta iniziale dell’edificio di Selvapiana era giunta proprio perché si conoscevano già, da subito, le enormi difficoltà nel reperire strutture idonee in altre aree centrali della città. Una realtà che Ruta ha provato a minimizzare con molta superficialità, forse preso da quella frenesia di campagna elettorale permanente che per lui rappresenta ormai una condizione di sopravvivenza politica.

Per un anno intero, con le deleghe ai Lavori Pubblici in mano all’assessore espresso dal Cantiere Civico, si è inseguita l’idea di soluzioni alternative. I locali di via Garibaldi furono subito accantonati; quelli del complesso di via Cavour, definiti da Ruta “Città nella città”, si sono rivelati spazi inadatti: bui, seminterrati, costosissimi. Si parlava di spese milionarie tra affitti e possibili acquisti, un vero salasso per le casse comunali.

Eppure, i tecnici comunali avevano confermato l’idoneità di Selvapiana, tutt’altro che “un ex ricovero di bestiame”. In quello stesso edificio si sono svolte attività importanti, come il centro vaccinale, e con i lavori previsti sarebbe stato facilmente riconvertibile in una scuola moderna, esattamente come è avvenuto per l’ex mattatoio oggi biblioteca.

Il MoVimento 5 Stellepur consapevole delle criticitàaccettò di sostenere la proposta del Cantiere Civico di ampliare le ricerche, per preservare l’unità della coalizione progressistaMa mesi di verifiche e sopralluoghi hanno confermato che nessuna alternativa era realmente praticabile.

Alla fine, la scelta più solida e sostenibile è ricaduta sui locali di via Berlinguer: un edificio nuovo, sicuro, già sperimentato con successo per ospitare la scuola dell’infanzia di via Tiberio. Non nasce come scuola, ma con minimi adattamenti può ora garantire agli studenti della D’Ovidio continuità didattica e dignità, in attesa della nuova sede definitiva.

È giusto riconoscere che lo svolgimento dei lavori sia avvenuto troppo a ridosso dell’avvio delle attività scolastiche, creando inevitabili disagi ad alunni, famiglie e docenti. Ma ora che questa fase è stata superata, possiamo davvero rivolgere un augurio a tutta la comunità scolastica della D’Ovidio per un anno sereno, importante e formativo.

Questa è la differenza tra chi costruisce soluzioni e chi preferisce fare propaganda. Ruta e il Cantiere Civico hanno inseguito scenari irrealistici e costosi, mentre la realtà ha imposto scelte concrete e responsabili.

Per il MoVimento 5 Stelle, la scuola non può diventare terreno di battaglia elettorale: è un investimento sul futuro dei nostri ragazzi e della città.

Commenti Facebook

Patti sociali/Campobasso: all’unanimità il Consiglio comunale approva il nuovo regolamento

Nella seduta del 24 settembre, il Consiglio comunale di Campobasso ha approvato all’unanimità il nuovo regolamento dei Patti Sociali, una misura straordinaria ed emergenziale promossa dall’Assessorato alle Politiche Sociali per affrontare, con risorse proprie, situazioni di fragilità socioeconomica che coinvolgono cittadini e cittadine residenti nel capoluogo.

“L’Amministrazione comunale provvede, nei limiti degli stanziamenti di bilancio dedicati – spiega l’assessora alle Politiche sociali Bibiana Chierchia – all’erogazione di assistenza economica in favore di persone e/o nuclei familiari residenti nel territorio comunale da almeno due anni, che versano in condizioni di disagio economico dovuto all’assenza totale di reddito o alla sua inadeguatezza, anche a seguito di eventi eccezionali e/o imprevisti, rispetto al fabbisogno del nucleo familiare.”

A fronte di un impegno in attività di volontariato civico, definito all’interno di un Piano assistenziale individualizzato, i beneficiari riceveranno un’erogazione mensile di sostegno al reddito. Nei prossimi giorni sarà pubblicato il bando ufficiale, con tutte le modalità di accesso alla misura dei Patti Sociali.

“L’attività di volontariato prevista dal progetto di assistenza e, quindi, dal Patto Sociale – prosegue l’assessora Chierchia – non costituisce in alcun modo rapporto di lavoro subordinato, né pubblico. I beneficiari dovranno svolgere, in proporzione all’entità dell’intervento economico, un’attività di otto ore settimanali, con un valore orario pari a € 9.”

Il nuovo regolamento nasce dall’ascolto e dal confronto con la cittadinanza, in particolare con le fasce più fragili, durante i mesi di campagna elettorale. La sua revisione e attualizzazione rappresentano uno degli obiettivi prioritari delle Linee di mandato dell’Amministrazione Forte.

“Ringrazio la presidente della Commissione Politiche Sociali, Annamaria Trivisonno, e tutti i commissari per il lavoro proattivo svolto nella stesura del nuovo regolamento – conclude l’assessora Chierchia –. In un contesto regionale, europeo e globale segnato da impoverimento e marginalizzazione, la nostra amministrazione si impegna a cercare risposte concrete che offrano prospettive a chi vive quotidianamente ai margini.”

Commenti Facebook

Arriva a Termoli la panchina Steelosa® promossa da RICREA, nuovo simbolo del ciclo infinito dell’acciaio 

La sensibilizzazione al corretto riciclo dell’acciaio approda sulle coste dell’Adriatico e prende una forma sorprendente. Dopo Alba, Levanto, Forte dei Marmi, Cogne ed Asolo, il viaggio di Steelosa®, panchina simbolo del riciclo infinito dell’acciaio, continua in Molise e fa tappa a Termoli: è stata infatti installata oggi presso Piazza Mercato, come espressione concreta di un progetto che lega economia circolaredesign urbano cura del territorio. L’iniziativa è promossa da RICREA, il Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio in collaborazione con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Modellata nel simbolo dell’infinito e realizzata interamente con acciaio riciclato da rottame, inclusi imballaggi post-consumo, la panchina Steelosa® trova una collocazione ideale a Termoli, dove l’imponenza del castello Svevo racconta secoli di storia e il porto apre lo sguardo su ampie prospettive. L’incontro tra la durevolezza dell’acciaio — materiale che può essere riciclato al 100% all’infinito senza perdere le proprie qualità — e l’orizzonte dell’Adriatico crea un dialogo suggestivo tra l’innovazione sostenibile e la bellezza incontaminata della località costiera. L’installazione è stata collocata in Piazza Mercato, cuore pulsante della vita cittadina: nata come luogo di scambio e commercio, oggi è centro di socialità e incontro, rivelandosi custode dell’identità termolese. Proprio qui Steelosa® diventa un invito a riflettere sul valore delle risorse e sulla costruzione di un futuro sostenibile.

“Per noi di RICREA Steelosa® ha un significato speciale, perché rende concreto e immediatamente comprensibile il valore del corretto riciclo degli imballaggi in acciaio, come barattoli, scatolette, fusti, lattine, secchielli, bombolette e tappi corona – evidenzia Domenico Rinaldini, Presidente di RICREA -. La panchina si inserisce nella comunità e si pone al suo servizio, diventando simbolo di educazione al riciclo e di sostenibilità. Gli imballaggi in acciaio possono avere una seconda vita, trasformandosi in oggetti utili e durevoli. Questo processo virtuoso è reso possibile grazie alla collaborazione quotidiana tra cittadini, amministrazioni e gestori dei servizi di raccolta, che assicurano il corretto ciclo dell’acciaio. L’installazione di Steelosa®  a Termoli rappresenta così un gesto significativo, che sposa la responsabilità ambientale al senso di comunità.”

La panchina è stata svelata oggi, durante l’inaugurazione, alla presenza delle istituzioni locali.

“Riciclare l’acciaio significa dare valore ai nostri gesti quotidiani, contribuire all’economia circolare in modo più efficiente e allo stesso tempo ci consente di proteggere l’ambiente in cui viviamo – dichiara Silvana Ciciola, assessore all’Ambiente del Comune di Termoli-  Ringraziamo Ricrea per questa iniziativa: con la panchina Steelosa® forniamo un gesto concreto di attenzione e creiamo sensibilizzazione sul riciclo dell’acciaio e sulle sue infinite 

possibilità di riutilizzo senza che lo stesso perda le caratteristiche fondamentali. Tuttavia, risulta fondamentale continuare a informare e responsabilizzare la cittadinanza e soprattutto le nuove generazioni. Ogni piccolo gesto può contribuire ad aumentare l’attenzione su tematiche diventate fondamentali per il futuro dell’ambiente”.

“Steelosa® ci ricorda che ogni piccolo gesto può generare grandi risultati. – afferma Angelo Di Campli, Direttore di Rieco Sud – Ogni volta che un cittadino conferisce correttamente un imballaggio in acciaio, partecipa a un processo che restituisce valore e futuro alle risorse. Questa panchina, nel cuore della città, diventa un simbolo tangibile di comunità e di attenzione al territorio, un invito a sentirci tutti parte di un progetto condiviso di sostenibilità.”

Termoli si conferma tappa significativa di questo progetto nazionale, offrendo un’occasione di confronto su temi fondamentali per la tutela dell’ambiente e la cultura del riciclo, e promuovendo un messaggio concreto e visibile nel cuore della piazza. Il percorso di Steelosa® proseguirà toccando altre località scelte per la loro capacità di offrire una “vista sull’infinito” – nel senso simbolico, naturale o culturale. Ogni panchina sarà un punto di riflessione condivisa tra comunità e ambiente.

L’iniziativa è realizzata con il patrocinio di ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani – e di Fondazione Pubblicità Progresso.

Commenti Facebook

La Regione Molise approva un maxi-intervento per la difesa della costa: oltre 6 milioni di euro per il litorale

Con uno stanziamento complessivo di 6.900.000 euro a valere sul Programma Regionale Molise FESR FSE+ 2021-2027 la Regione Molise ha dato il via libera a un importante intervento per la difesa e la valorizzazione del litorale molisano destinato a contrastare il fenomeno dell’erosione costiera e a rafforzare la resilienza ambientale dei territori costieri.
Gli interventi riguarderanno:

il ripascimento delle scogliere esistenti nel Comune di Campomarino, per un importo di
1.200.000 euro;

opere di protezione e consolidamento nei Comuni di Montenero di Bisaccia e Petacciato,
per un investimento totale di 4.500.000 euro;

il ripascimento delle scogliere esistenti nel Comune di Termoli, con un finanziamento di 1.200.000 euro.

“Questo intervento rappresenta un passo concreto verso la tutela del nostro litorale, che è una risorsa preziosa non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e turistico – ha dichiarato il Presidente della Regione Molise, Francesco Roberti – Investire nella difesa della costa significa proteggere le comunità, le infrastrutture e il futuro del nostro territorio.”

“L’obiettivo è duplice: arginare l’erosione sempre più evidente in diversi tratti della costa molisana e favorire il ripristino del naturale equilibrio tra ambiente e insediamenti umani, attraverso soluzioni tecniche compatibili con la morfologia del territorio” ha aggiunto l’assessore al Coordinamento dei Fondi europei Michele Iorio.
I lavori, che partiranno nei prossimi mesi, prevedono il ripascimento e la manutenzione delle scogliere esistenti, l’ottimizzazione delle difese costiere e l’adozione di tecnologie innovative per monitorare e gestire in modo sostenibile le trasformazioni del litorale.
La Regione Molise prosegue così nel suo percorso di pianificazione strategica e prevenzione, a tutela dell’ambiente e della sicurezza dei cittadini, in stretta collaborazione con i Comuni costieri, gli enti locali e le autorità competenti.

Commenti Facebook

3G vince al Tribunale di Campobasso: riconosciuta la correttezza nella condotta aziendale

 In riferimento alle recenti notizie apparse sulla stampa e al comunicato sindacale SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e UGL-TELECOMUNICAZIONI del 18 settembre che ha generato confusione mediatica, 3g s.p.a. desidera fare chiarezza sui fatti giuridici che riguardano direttamente l’azienda.

Contrariamente a quanto si potrebbe dedurre da alcune interpretazioni apparse sui media nei giorni scorsi, il Tribunale di Campobasso ha riconosciuto, con decreto del 15 luglio 2025, la piena legittimità dell’operato di 3g S.p.A. nell’applicazione del CCNL BPO, sottoscritto con CISAL Terziario e CISAL Comunicazione, rigettando integralmente il ricorso sindacale. L’accordo di migrazione al CCNL BPO, sottoscritto il 31 gennaio 2025 tra 3g S.p.A., Assocontact e CISAL, rappresenta il frutto di un percorso di dialogo costruttivo volto a modernizzare le relazioni industriali nel settore, garantendo al contempo la tutela dei diritti dei lavoratori e la sostenibilità aziendale. La pronuncia, articolata in oltre venti pagine, ha stabilito che:

– Non sussiste alcuna condotta antisindacale da parte di 3g S.p.A

– L’applicazione del CCNL BPO è pienamente legittima

– La società ha operato nel rispetto della normativa vigente

– Non si ravvisa alcuna violazione dei diritti sindacali

– L’azienda 3g estranea alla sentenza del Tribunale di Trani

È fondamentale chiarire che la sentenza del Tribunale di Trani del 15 settembre 2025 riguarda esclusivamente Network Contacts S.r.l., una società diversa da 3g S.p.A Le due aziende, pur operando nello stesso settore, sono entità giuridiche distinte con strategie e modalità operative differenti. 3g S.p.A. ha seguito un percorso di trasparenza e dialogo con le parti sociali, come riconosciuto dal Tribunale di Campobasso, mentre la vicenda di Network Contacts attiene a specifiche modalità procedurali contestate dai sindacati.

LA POSIZIONE DI ASSOCONTACT: IL CCNL BPO NON È IN DISCUSSIONE

Come dichiarato da Assocontact: “Il percorso di rinnovamento avviato prosegue con determinazione. È utile ricordare la ben più articolata decisione del Tribunale di Campobasso che ha riconosciuto la piena correttezza della condotta sindacale delle imprese aderenti ad Assocontact e la legittimità del CCNL BPO, valorizzando il dialogo costruttivo con le parti sociali”.

L’associazione datoriale ha inoltre evidenziato come “la puntuale applicazione della pronuncia di Trani porterebbe addirittura a dover ridurre i livelli retributivi dei lavoratori: un effetto contrario alla tutela dei diritti che mette in evidenza le criticità dell’impostazione seguita”.

L’IMPEGNO DI 3G PER IL SETTORE

3g S.p.A. ribadisce il proprio impegno verso la sostenibilità del settore BPO e la tutela dei livelli occupazionali. L’adozione del CCNL BPO rappresenta una scelta strategica per garantire competitività e crescita in un mercato che, come riconosciuto dalle stesse parti sindacali, necessita di innovazione e modernizzazione.

L’azienda continuerà a operare nel pieno rispetto della legalità e del dialogo sociale, come certificato dalla pronuncia del Tribunale di Campobasso, mantenendo al centro delle proprie scelte il benessere dei lavoratori e la sostenibilità aziendale.

Commenti Facebook

Buoni pasto: spettano a tutti dopo sei ore di lavoro con pausa

Alfredo Magnifico

La Cassazione con la recente ordinanza n. 25525 del 17 settembre 2025, ha stabilito che tutti i dipendenti pubblici, senza distinzione tra turnisti e non, ne hanno diritto a condizione che la loro giornata lavorativa superi le sei ore e preveda una pausa pranzo.

Il caso nasce da un ricorso presentato dall’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) di Palermo.

L’ente sanitario contestava la decisione della Corte territoriale che aveva esteso il diritto al buono pasto a tutti i suoi dipendenti con orario superiore alle sei ore.

Secondo l’Asp, era necessario distinguere i lavoratori non turnisti, che possono interrompere il servizio per una vera e propria pausa pranzo, e i dipendenti turnisti (come infermieri e medici in determinati reparti), la cui attività è spesso continuativa e non permette un’interruzione netta, per l’azienda solo i primi avrebbero avuto pieno diritto al ticket.

La Cassazione ha respinto in toto questa interpretazione, giudicandola infondata, richiamando un principio consolidato e spiegando che:” il buono pasto non è un elemento della retribuzione, ma un’agevolazione di carattere assistenziale, il suo scopo è quello di garantire il benessere fisico del lavoratore, conciliando le esigenze di servizio con quelle della vita quotidiana.

Per questo motivo, l’unica condizione per averne diritto è l’effettuazione di una pausa pranzo e come unica regola generale che l’orario di lavoro giornaliero superi la soglia delle sei ore, garantendo al dipendente il diritto a un intervallo non lavorato.

La Cassazione chiarisce che la modalità con cui viene organizzato il lavoro, sia su turni continuativi o orario spezzato, è irrilevante ai fini del riconoscimento di questo diritto.

La Cassazione ha confermato la correttezza dell’operato della Corte territoriale, la quale aveva correttamente interpretato l’articolo 29 del contratto integrativo del 20 settembre 2001, disposizione che collega in modo inequivocabile il diritto alla mensa (o al buono sostitutivo) alla fruizione di un intervallo, collegamento, che trova riscontro nella normativa nazionale, che prevede una pausa proprio per la consumazione del pasto una volta superato il limite delle sei ore di lavoro, con questa chiara impostazione, il ricorso dell’Asp è stato respinto e la sentenza precedente confermata, riconoscendo il diritto dei lavoratori a ricevere i buoni pasto per tutti i turni superiori alle sei ore.

La sentenza assume un valore di equità sostanziale e di fatto  impedisce che:

·       le necessità organizzative del datore di lavoro pubblico possa comprimere un diritto assistenziale del dipendente.

·       il bisogno di recuperare le energie attraverso un pasto è identico, se non superiore, per un lavoratore che svolge un turno continuo e logorante rispetto a chi segue un orario d’ufficio standard.

La sentenza sposta l’attenzione dalla “modalità” della pausa alla sua “spettanza” come diritto inviolabile dopo un certo numero di ore, garantendo una tutela uniforme a milioni di lavoratori del settore pubblico e ponendo fine a interpretazioni restrittive e discriminatorie

Alfredo Magnifico

Commenti Facebook

Campobasso

Isernia

Termoli