Dopo aver fatto tappa nelle città Abruzzesi dell’Aquila e di Vasto (CH), il Truck della Polizia Postale e delle Comunicazioni arriva anche in Molise e, nella mattinata del di oggi sarà a Termoli, in Piazza Vittorio Veneto, dove il personale del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Molise incontrerà gli studenti delle Scuole Secondarie di primo e secondo grado.
Si tratta
della più importante campagna educativa itinerante realizzata
dalla Polizia delle Comunicazioni, nell’ambito delle iniziative di
sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete
per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca.
Un progetto al
passo con i tempi delle nuove generazioni, che nel corso delle
precedenti edizioni ha raccolto un grande consenso. Per il Molise,
basti pensare che gli operatori della Polizia Postale, anche
attraverso specifici incontri e seminari, hanno incontrato più di
3.000
studenti
sia nelle piazze che nelle scuole e circa 200
genitori nonché 150 insegnanti per
un totale di 32
Istituti scolastici.
Ancora una
volta, la Polizia di Stato scende in campo al fianco della scuola
per un solo grande obiettivo: fare in modo che il dilagante fenomeno
del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione
connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più
vittime.
L’obiettivo
dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di
violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso
un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della
“parola”. Gli studenti attraverso il diario
di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/
potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.
Da L’Aquila
a Palermo,
attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula
didattica multimediale, gli operatori della Polizia Postale
incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della
sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto
a tutte le fasce di età.
Capire i
ragazzi oggi non sempre è per gli adulti un compito agevole,
soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di
riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di
riferimento che compongono il variegato universo giovanile. Giovani
che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali
trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori. Sempre più sono
i giovanissimi a rischio solitudine che per ore su Internet
incontrano altri internauti altrettanto solitari che, a volte, sono
già stati contagiati dai “pericoli
del web”.
Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio
virtuale, l’idea di sentirsi “anonimi”,
nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti
tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie
preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri
condivisi. Per fare della Rete
un luogo più sicuro occorre continuare a diffondere una cultura
della sicurezza online
in modo da offrire alle nuove generazioni occasioni di riflessione ed
educazione per un uso consapevole degli strumenti digitali.
I
social network infatti sono ormai uno strumento di comunicazione del
tutto integrato nella quotidianità dei teenager.
Dalla
ricerca di Skuola.net
per “Una Vita da Social”, però, emergono anche altri
fattori interessanti che spesso i Millennials
e la Gen
Z
tengono ben segreti. Emerge infatti che 1
ragazzo su 3,
sul proprio social di riferimento, possiede un account falso: sono
circa il 28%
quelli che dichiarano di averne 1
oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5%
è presente ma solo con un fake.
Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente
nuova senza esporsi troppo online (26%),
oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano
(21%)
nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati
(20%).
Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner
(10%)
o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il
4%).
Non
manca inoltre uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i
like.
Per 1
su 3,
infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto
negativo sull’umore. Mentre il 40%,
più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto
dalle scarse performance.
Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo
di chi commenta, condivide o clicca mi piace sui propri contenuti.
Solo 1
su 6
dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la guerra dei
like
di costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56%
è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da
una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like).
Mentre sono ancora meno (48%)
quelli che non ricorrono mai al like
tattico,
ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di
farsi notare.
Come
sottolinea il Compartimento Polizia Postale e per le Comunicazioni
per il Molise, iragazzi
vanno invitati a seguire le tecnologie perché esse importano
conoscenza, opportunità e innovazione ma, allo stesso tempo, vanno
seguiti costantemente dalle famiglie e dalla scuola in questo
processo di crescita. La Specialità della Polizia Postale e delle
Comunicazioni si prefigge l’obiettivo di “mettere in guardia” i
giovani e le loro famiglie dai rischi e dai pericoli del web affinché
se ne faccia un uso corretto e misurato. Il fascino del web non ci
deve far perdere “la bussola del navigante”, cioè la giusta
rotta per navigare in sicurezza.