(Adnkronos) – Parole choc di Alexander Zverev, numero 3 del ranking Atp, dopo l'eliminazione al primo turno di Wimbledon 2025. Il tedesco ha parlato in conferenza stampa in seguito al ko contro il francese Rinderknech: "Non mi sono mai sentito così vuoto. Mi sento solo, devo risolvere i problemi con me stesso" la confessione del tennista, alle prese con una situazione mentale complicata.
Zverev ha sorpreso tutti con una confessione inaspettata: "La causa della sconfitta? Direi più mentale. A volte mi sento molto solo là fuori, faccio fatica. Sto cercando di trovare il modo di uscire da questo buco, ma continuo a starci dentro. Mi sento solo nella vita e non è piacevole". E ancora: "È qualcosa che sento da mesi – sottolinea Zverev – non mi era mai successo prima e non ho risposte adesso. Soluzioni? Forse per la prima volta nella mia vita avrò bisogno di andare in terapia. Non si tratta di tennis, anche quando vinco partite non c'è la sensazione che provavo prima. Ero al settimo cielo e mi sentivo motivato. Ora non c'è più quella sensazione". Per il tedesco, la situazione va avanti da mesi e non dipende dallo sport: "Devo prima risolvere i problemi con me stesso per uscirne, è come andare a dormire e non avere motivazione per il giorno dopo. Non avere voglia di svegliarsi e andare al lavoro". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Zverev choc dopo il ko a Wimbledon: “Mi sento solo nella vita, sono vuoto”
Incendio a Roma ovest, rogo di sterpaglie minaccia case e negozi
(Adnkronos) – Un incendio di sterpaglie è scoppiato oggi a Roma, in un terreno a ridosso di via del Casale Lumbroso. Gli agenti della Polizia locale hanno messo in sicurezza l’area, procedendo alla chiusura di via del Casale Lumbroso nel tratto compreso tra via Paolo Orano e via Pio Spezi. Sono intervenute pattuglie dei gruppi XII Monteverde e XIII Aurelio e i vigili del fuoco sono impegnati con due squadre e due autobotti. Le fiamme che sono divampate anche in via Pio Spezi minacciano un'attività commerciale e alcune abitazioni. Al momento non risultano persone ferite. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Gravina (M5S): Gigafactory di Termoli, il Governo dica se vuole davvero salvarla
«Oggi lanciamo un’iniziativa politica articolata, concreta e coordinata che coinvolge Parlamento, Regione e Unione europea. Al Governo Meloni chiediamo di smettere di temporeggiare: è il momento di dire con chiarezza se si intende sostenere davvero il progetto della Gigafactory a Termoli oppure se si è deciso, di fatto, di abbandonarlo». Con queste parole Roberto Gravina, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e coordinatore nazionale del Comitato Enti Locali, ha aperto la conferenza stampa presso la Biblioteca del Consiglio regionale a Campobasso ringraziando i sindacati e i loro rappresentanti presenti insieme a Valerio Fontana, coordinatore del gruppo territoriale di Termoli del Movimento 5 Stelle.
Nel corso dell’incontro Gravina ha illustrato i contenuti della mozione da lui depositata in Consiglio regionale – e firmata anche dal consigliere regionale del M5S Angelo Primiani – per il rilancio e il sostegno del progetto di riconversione industriale del sito Stellantis di Termoli, attraverso la joint venture ACC.
La mozione regionale si affianca al documento già depositato alla Camera da Chiara Appendino, prima firmataria, insieme ai deputati Pavanelli, Cappelletti, Ferrara, Ilaria Fontana, Torto, Auriemma e Caramiello, e alla parallela interrogazione in via di presentazione al Parlamento europeo a firma di Pasquale Tridico.
Le due mozioni si muovono su assi comuni, con obiettivi concreti: sollecitare un nuovo investimento pubblico strategico attraverso l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di ACC; attivare un nuovo Contratto di Sviluppo attraverso Invitalia; coordinare con la Regione Molise l’utilizzo di fondi europei (PR FESR, FSE+, FSC e Just Transition Fund) per accompagnare la riconversione industriale, sostenere la formazione professionale e abbattere i costi di produzione, in particolare quelli energetici.
In questo contesto, Gravina ha ribadito la proposta già avanzata in sede regionale: «Chiediamo alla Giunta di aprire un’interlocuzione con Sorgenia, che opera una centrale a ciclo combinato nel nucleo industriale di Termoli, per verificare la possibilità di forniture dedicate a costi calmierati, sostenute con misure pubbliche. È una strada concreta che può rientrare in un piano energetico industriale regionale integrato».
Il testo parlamentare – ha ricordato Gravina – richiama esplicitamente quanto già accaduto in Francia, Germania e Spagna, dove i governi hanno sostenuto con forza progetti simili tramite cofinanziamenti pubblici, ingresso diretto nel capitale societario e incentivi strutturali. «In Francia, per lo stesso progetto di ACC, lo Stato ha messo 840 milioni sul tavolo. In Italia invece, oltre alla revoca dei fondi PNRR, non c’è ancora alcuna strategia né sul fronte industriale, né su quello energetico, né su quello occupazionale. Eppure, parliamo di un insediamento da 2 miliardi di euro, che potrebbe dare lavoro a oltre 1800 persone nel cuore del Mezzogiorno», ha sottolineato il consigliere M5S.
L’obiettivo della mozione – ha aggiunto – è rilanciare una filiera italiana ed europea della mobilità sostenibile: «Non si tratta solo di salvare Termoli, ma di dare un segnale di visione politica. La filiera delle batterie è strategica, anche alla luce dei ritardi europei nei confronti dei colossi asiatici. Se non cogliamo questa occasione, rischiamo di condannare il settore auto italiano al declino irreversibile».
Gravina ha concluso ricordando che «questo pacchetto di proposte nasce dall’attenzione che abbiamo mantenuto in questi mesi, quando altri celebravano annunci che si sono rivelati privi di fondamento. Ora serve chiarezza, responsabilità politica e un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni. La Gigafactory non può essere lasciata nell’incertezza ancora a lungo: o si sostiene, o si rinuncia, ma, soprattutto, chiediamo che il silenzio che sta calando sull’intera vicenda venga scardinato con azioni concrete».
Vaccini, HappyAgeing: per anziani documento su sistema equo, efficiente sostenibile
(Adnkronos) – Un’Italia che invecchia ha bisogno di una prevenzione più forte, efficace e mirata. È il messaggio del Documento di posizione ‘Verso un nuovo modello di prevenzione vaccinale nell’anziano. Proposte operative per un modello fondato su evidenze, sostenibilità e capacità organizzativa’ presentato da HappyAgeing – Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo – da più di 10 anni portavoce degli over 65 in sanità – nel corso dell’Assise nazionale sulla Prevenzione delle malattie infettive nell’anziano presso l’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani. La pubblicazione, realizzata a seguito di un confronto con il Cip, Coordinamento interregionale prevenzione e importanti attori direttamente coinvolti nell’organizzazione, gestione e monitoraggio dei programmi vaccinali, propone un nuovo approccio strategico basato su 3 dimensioni fondamentali – scientifica, organizzativa ed economica – per rendere il sistema vaccinale più vicino ai bisogni reali della popolazione over 65. "Oggi – afferma Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico scientifico di HappyAgeing – serve una visione chiara e coerente che permetta agli anziani di vivere più a lungo ma soprattutto in buona salute. La vaccinazione è uno strumento formidabile per prevenire malattie infettive, ridurre il carico di morbosità e mortalità, limitare le ospedalizzazioni e preservare l’autonomia dei soggetti, oltre a consentire al sistema sanitario di allocare in modo più efficiente le proprie risorse. Ma le coperture sono ancora troppo basse e la frammentazione organizzativa crea disuguaglianze inaccettabili. Sotto il profilo scientifico – continua Conversano – il principale limite è rappresentato dal mancato aggiornamento tempestivo del calendario vaccinale del Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) che non riflette più le attuali evidenze scientifiche né l’evoluzione del panorama epidemiologico. Ne derivano disomogeneità applicative tra Regioni, incertezze operative e un ritardo nell’integrazione delle innovazioni, come i vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), nei percorsi di offerta per la popolazione anziana". Nel dettaglio – informa una nota – il Documento suggerisce di: aggiornare formalmente il calendario nazionale, rendendo esplicite le nuove indicazioni e garantendo un allineamento tra raccomandazioni e attuazione; avere ogni anno, in tempo utile, la Circolare ministeriale di aggiornamento per la vaccinazione antinfluenzale e per Covid-19, così come l’aggiornamento delle indicazioni vaccinali per l’Herpes zoster e garantire equità tra territori nell’offerta vaccinale. "Ulteriore elemento che va assolutamente preso in considerazione – precisa Conversano – è la promozione di un uso appropriato dei diversi vaccini a disposizione, tenendo conto dell’età, dello stato immunologico e delle condizioni cliniche individuali". Il documento evidenza che la dimensione organizzativa si conferma la più fragile: governance frammentata, assenza spesso di una regia centrale stabile, anagrafe vaccinale incompleta e ritardi nell’accesso ai dati ostacolano la pianificazione e il monitoraggio. A queste criticità si aggiungono un uso ancora marginale della chiamata attiva e i limiti nell’interoperabilità dei sistemi informativi e nella gestione dei dati sensibili per finalità di prevenzione. L’accesso ai vaccini per gli over 65, però, non può dipendere dal luogo in cui si vive. Nel Documento – illustrato all’Assise nazionale sulla Prevenzione delle malattie infettive nell’anziano organizzata con il contributo non condizionante di Csl Seqirus, Gsk GlaxoSmithKline, Moderna, Msd Italia, Pfizer e Sanofi – HappyAgeing avanza come possibili soluzioni: rendere operativa la cabina di regia nazionale per il nuovo Pnpv e le Circolari ministeriali con compiti di indirizzo e monitoraggio; rafforzare l’infrastruttura digitale per una gestione più integrata ed efficiente dell’offerta (anagrafe vaccinale e gestione dei dati); potenziare sul territorio il ruolo dei dipartimenti di Prevenzione come organo centrale nel coordinamento della rete di operatori che ruotano intorno alle vaccinazioni. E ancora: adottare un modello unificato di consenso informato per favorire una scelta responsabile e consapevole da parte del cittadino; ampliare gli attori dell’offerta vaccinale (rafforzare la collaborazione con Medici di medicina generale, specialisti ospedalieri, territoriali e farmacie) e realizzare un adeguato percorso di comunicazione alla popolazione. "Occorre costruire un’offerta vaccinale durante tutto l’anno – suggerisce Francesca Russo, Coordinatrice del Cip – che preveda la destagionalizzazione delle somministrazioni attraverso la definizione di un Calendario vaccinale che includa anche tutte le vaccinazioni per l’anziano previste dal Pnpv e pianificando quindi le somministrazioni di quelle non stagionali al di fuori del periodo autunnale. Tra gli strumenti più efficaci vi è certamente la chiamata attiva, che deve essere operativa per fascia di età attraverso mezzi tradizionali, come la lettera o la telefonata, oppure mezzi innovativi come gli Sms, le app di messaggistica istantanea e le email. Rispetto al trattamento dei dati sensibili- osserva – è opportuno introdurre una norma chiara che consenta l’uso dei flussi correnti per targettizzare iniziative di prevenzione, con adeguate garanzie per i cittadini". Sul piano economico il documento evidenzia una cronica sottovalutazione del valore della vaccinazione come investimento. Le risorse destinate alla prevenzione sono limitate, rigide e spesso assorbite dal mantenimento dell’esistente a scapito dell’innovazione. Mancano strumenti strutturali per valutare il ritorno economico delle strategie vaccinali. Eppure, l’insufficiente copertura vaccinale tra la popolazione adulta e anziana genera un impatto economico significativo: si stima una perdita annua pari a 610 milioni di euro in gettito fiscale, un aumento di costi sociali pari a 3,1 miliardi e fino a 10,8 miliardi di perdite in termini di Pil. Le proposte operative per un modello fondato su evidenze, sostenibilità e capacità organizzativa prevedono di: aumentare dal 5% al 7% la quota del Fondo sanitario nazionale destinato alla prevenzione, vincolando parte dei fondi alla vaccinazione; alle Regioni si suggerisce, parallelamente, di incrementare la quota dei propri bilanci riservata alla prevenzione vaccinale; affiancare modelli di analisi costo-efficacia e di impatto sul sistema sanitario alle decisioni di programmazione vaccinale; integrare la logica del “ritorno sulla prevenzione” nei bilanci sanitari e nei documenti di programmazione, rendendo visibile il valore generato dai vaccini in termini di salute, benessere e produttività. In chiusura dell’evento, Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil Pensionati, Annamaria Foresi, segretario nazionale Fnp Cisl, e Tania Scacchetti, segretaria generale Spi Cgil, chiedono "alle Istituzioni un impegno concreto nelle politiche per l’invecchiamento attivo e per la non autosufficienza. Occorre attuare finalmente, con adeguati finanziamenti, la Riforma approvata con la Legge 33/2022". Per le sigle sindacali "l’invecchiamento deve diventare una priorità nazionale non solo in termini di durata della vita, ma di qualità, autonomia, partecipazione e inclusione. Parliamo di diritti che devono essere garantiti a tutte le cittadine e a tutti i cittadini, a prescindere dal territorio in cui vivono, il diritto alla salute è infatti sancito dall’Articolo 32 della nostra Costituzione. Perché ciò avvenga – rimarcano – è necessario superare le disomogeneità nei modelli regionali, rafforzare il coordinamento tra Stato e Regioni e costruire una governance sostenibile capace di tradurre le esigenze delle persone in risposte tangibili, adeguate, eque e durature. Ribadiamo, insieme agli altri partner dell’Alleanza, la necessità di destinare maggiori fondi alla prevenzione, un vero e proprio investimento per il Servizio sanitario nazionale e per l’economia del Paese. Rinnoviamo, inoltre, il nostro impegno – concludono -a diffondere tra le nostre comunità una comunicazione matura, incisiva, concreta sulla prevenzione e promozione della salute". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Università Unicamillus, ecco percorsi formativi specializzazione sul sostegno per a.a 2024/2025
(Adnkronos) – L’Università UniCamillus apre le iscrizioni per i percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. Si tratta di 3 bandi distinti: X Ciclo – percorso da 60 cfu (percorso ordinario da 60 cfu per laureati o abilitati che vogliono diventare docenti di sostegno); Percorsi per docenti con servizio (percorso ordinario da 40 cfu per docenti con 3 anni di servizio anche non consecutivi negli ultimi 5 anni); Percorsi per docenti con titolo estero (percorso da 36 o 48 cfu) per i docenti che hanno conseguito titolo estero. X Ciclo – Percorso ordinario di specializzazione su sostegno (60 cfu). Il percorso ordinario è rivolto a candidati in possesso di un’abilitazione all’insegnamento (primaria o secondaria) o con titolo di accesso idoneo, che non abbiano ancora conseguito la specializzazione sul sostegno, o che ne siano già in possesso ma per scuole e gradi diversi. I posti disponibili sono complessivamente 1600, così suddivisi: 250 per la scuola dell’infanzia; 250 per la scuola primaria; 300 per la scuola secondaria di primo grado; 800 per la scuola secondaria di secondo grado La modalità di accesso prevede una selezione pubblica articolata in tre fasi: 1 Test preselettivo a risposta multipla (dal 15 al 18 luglio 2025, in base al grado scolastico per cui si concorre) volti a verificare le competenze linguistiche e la comprensione di testi in lingua italiana; 2. Prova scritta della durata di un’ora, con domande a risposta aperta; 3. Prova orale individuale sui contenuti delle prove scritte e sulla spinta motivazionale al corso. La domanda di partecipazione è da inoltrare online, sul Portale dello Studente al link https://unicamillusstudenti.gomp.it. La registrazione deve avvenire tassativamente entro: le ore 14 del 10 luglio 2025 per la specializzazione nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria; le ore 14 del 14 luglio 2025 per la specializzazione nella scuola secondaria di I e II grado. Il percorso si concluderà entro il 30 giugno 2026, per un totale di 60 CFU, e comprende lezioni teoriche, tirocinio, laboratori e un esame finale (elaborato teorico, relazione sul tirocinio e prodotto multimediale finalizzato alla didattica speciale con ausilio tecnologico). Per avere maggiori dettagli, è possibile consultare il bando alla pagina https://unicamillus.org/corsi/tfa-di-sostegno/x-ciclo/ o scrivere una mail a tfa@unicamillus.org. Percorso di specializzazione sul sostegno riservato a docenti con tre anni di servizio (40 cfu). Tale bando è rivolto a docenti che abbiano svolto almeno 3 anni di servizio per il sostegno negli ultimi cinque anni (2019/2020 – 2023/2024), anche non continuativi (cd 'triennalisti'). I posti a disposizione sono complessivamente 459, così distribuiti: 300 per la scuola primaria; 100 per la secondaria di I grado; 59 per la secondaria di II grado. Il percorso è rivolto a candidati in possesso di un titolo che dia accesso all'insegnamento, distinto in base al grado scolastico: Per la scuola primaria, è richiesto uno dei seguenti titoli: laurea in Scienze della formazione primaria (vecchio ordinamento quadriennale o ciclo unico quinquennale), diploma magistrale o diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico o linguistico conseguiti entro l’a.a. 2001/2002, oppure un titolo equivalente conseguito all’estero e riconosciuto in Italia. Per la scuola secondaria di primo o secondo grado, è necessario possedere una laurea magistrale (anche a ciclo unico), un diploma AFAM di secondo livello o un titolo equipollente, coerente con le classi di concorso previste dal D.Lgs. 59/2017. Per la scuola secondaria di secondo grado è ammesso anche il diploma Itp (insegnante tecnico pratico), secondo la normativa vigente. Anche in questo caso, la domanda di partecipazione va trasmessa online tramite Gomp, alla pagina https://unicamillus-studenti.gomp.it/. La domanda va inoltrata tassativamente entro le ore 15:00 del 7 luglio 2025. Per questo bando riservato ai “triennalisti” non sono previste prove preselettive: si accede mediante una graduatoria stilata in base ai titoli presentati. Il percorso prevede il conseguimento di 40 cfu da completare in un periodo minimo di quattro mesi. Le lezioni si svolgeranno principalmente online in modalità sincrona, cioè in diretta, ma è consentito che fino al 10% delle lezioni siano fruite in modalità asincrona, cioè registrate e disponibili in qualsiasi momento. I laboratori, invece, saranno svolti in modalità asincrona. Gli esami si terranno in presenza. Al termine del percorso è prevista la realizzazione di un elaborato finale, seguito da un colloquio orale. L’intero percorso dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2025. Per maggiori informazioni, è possibile consultare la pagina del bando al link: https://unicamillus.org/corsi/tfa-di-sostegno/triennalisti/ o scrivere una mail a sostegnoindire@formazionedocenti.it. Percorso di specializzazione sul sostegno riservato a chi ha un titolo conseguito all’estero (36 o 48 CFU). Tale bando è riservato ai candidati che hanno conseguito un titolo di specializzazione sul sostegno all’estero e che abbiano presentato richiesta di riconoscimento al Ministero dell’Istruzione entro il 1° giugno 2024. Il percorso da 48 cfu è riservato a chi non ha ancora svolto servizio in italia sul posto di sostegno, mentre quello da 36 cfu è destinato a chi ha maturato almeno un anno di servizio di sostegno nelle scuole italiane sullo specifico grado di interesse. L’obiettivo è la riconversione accademica del titolo estero secondo normativa vigente in Italia. Il numero di posti disponibili è 339, suddivisi in: 113 per la scuola primaria; 113 per la scuola secondaria di primo grado; 113 per la scuola secondaria di secondo grado La domanda dev’essere inoltrata online tramite il Portale dello Studente Gomp (https://unicamillus-studenti.gomp.it/) entro le 15 del 7 luglio 2025. Anche in questo caso, non si accede alla graduatoria per test preselettivo, ma in base ai propri titoli. Le lezioni si svolgono online in modalità sincrona, mentre è consentita modalità asicrona fino al 10% delle ore totali previste. Anche i laboratori si svolgono in modalità sincrona. La frequenza è obbligatoria e gli esami sono rigorosamente in presenza. La prova finale consiste in un colloquio basato su un elaborato scritto. La conclusione del percorso è prevista entro il 31 dicembre 2025. Per maggiori informazioni, è possibile fare riferimento al bando dell’Ateneo, alla pagina https://unicamillus.org/corsi/tfa-di-sostegno/48cfu-36cfu/ o scrivere una mail a sostegnoindire@formazionedocenti.it —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Agsm Aim, sottoscritto green bond da 50 mln
(Adnkronos) – Agsm Aim prosegue il proprio impegno verso una crescita sostenibile e responsabile, annunciando di aver perfezionato una Pgim Private Shelf Facility per un importo complessivo di 200 milioni di dollari con Pgim Private Capital, la divisione di private capital di Pgim Inc., il business globale di investment management di Prudential Financial. La prima emissione, già perfezionata, ha visto la sottoscrizione di un prestito obbligazionario green (cd. Green bond) da 50 milioni di euro della durata di 12 anni. Agsm Aim avrà la possibilità di effettuare nel corso dei prossimi tre anni ulteriori emissioni obbligazionarie fino a concorrenza dell’equivalente importo in euro di 200 milioni di dollari. Le risorse raccolte – si sottolinea in una nota – "saranno destinate al programma Green Financing Framework che riepiloga i progetti con impatto positivo sull’ambiente, in linea con gli obiettivi delineati dal Piano Industriale di Agsm Aim. In particolare, il green bond sosterrà investimenti strategici legati alla transizione energetica, all’efficientamento energetico, all’innovazione tecnologica e allo sviluppo sostenibile dei servizi offerti dalla multiutility veneta". L’operazione "rafforza ulteriormente la posizione del Gruppo nel panorama della finanza sostenibile, promuovendo un modello di sviluppo capace di coniugare performance economica e attenzione all’ambiente". Nel contesto dell’operazione, Mediobanca ha agito in qualità di Sole Arranger del prestito obbligazionario, mentre lo studio legale Simmons & Simmons ha fornito assistenza legale, fiscale, US e UK alla Società (team Debt Capital Markets Paola Leocani, Ilaria Barone, Martina Nicki Giocoladelli, Charles Hawes, Lukasz Napieraj e per la parte fiscale Marco Palanca e Giulia Aglialoro). PGIM per gli aspetti italiani legali e fiscali e US/UK è stata assistita dallo studio legale K&L Gates (con team cross practice guidato da Chiara Anceschi con Elisa Massimetti, Vittorio Salvadori di Wiesenhoff per la parte fiscale, Sean Crosky, Michael Anderson e Anthony Nolan). Il team Trust & Agency Services (TAS) di Deutsche Bank, ha supportato l'operazione in qualità di Fiscal & Paying Agent. La finanza sostenibile è una leva strategica che consente di indirizzare risorse verso iniziative ad alto valore ambientale, sociale e di governance (ESG), coniugando responsabilità e competitività. L’accordo con PGIM Private Capital "si inserisce in questo contesto, confermando l’impegno di Agsm Aim per uno sviluppo orientato al lungo termine e alla creazione di valore condiviso". Federico Testa, presidente di Agsm Aim, osserva come "la sottoscrizione di questo nuovo green bond rappresenta un ulteriore segnale della solidità economico-finanziaria del nostro Gruppo e della fiducia che operatori internazionali come PGIM Private Capital ripongono in Agsm Aim. Dopo il successo dell’operazione dello scorso anno -l’emissione del Green Bond da 46 milioni di euro quotato alla Borsa di Dublino- continuiamo a rafforzare la nostra capacità di attrarre capitali sostenibili, grazie anche alla credibilità costruita nel tempo.” Per Alessandro Russo, consigliere delegato di Agsm Aim, "le risorse raccolte attraverso questo strumento di finanza sostenibile saranno destinate a progetti strategici previsti dal nostro Piano Industriale che presenteremo nei prossimi giorni, con l’obiettivo di accelerare gli investimenti nella transizione energetica, nell’efficientamento e nell’innovazione. Si tratta di un passo importante che conferma la coerenza tra visione industriale e sostenibilità, principi fondanti dell’identità di Agsm Aim. Vogliamo continuare a creare valore per il territorio e per le comunità, accompagnando la crescita del Gruppo con scelte responsabili e orientate al lungo termine.” Infine Stefano Masetti, CFO di Agsm Aim, spiega che "questa iniziativa rappresenta un importante tassello nel percorso di finanziamento della crescita del gruppo dei prossimi anni. Ringrazio insieme al consigliere delegato tutte le persone che hanno lavorato a questo importante risultato, che dimostra la credibilità industriale del nostro gruppo” —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Caldo, Di Bella (Anmil): “Riflettere su chi lavora nei campi nella voragine silenziosa del sommerso”
(Adnkronos) – “Il 30 giugno la Regione Emilia-Romagna ha varato l’ordinanza che determina lo stop all’attività lavorativa in esterno nelle ore calde. Mentre la normativa entrava in vigore, Ait El Hajjam Brahim, quarantasettenne titolare dell’impresa 'Veneto pavimenti Sas' di Treviso si accasciava al suolo stendendo il calcestruzzo nel parcheggio di una scuola in provincia di Bologna lasciando orfani 3 figli e vedova la moglie. Il Veneto ha emanato il decreto che mira a tutelare la salute dei lavoratori che svolgono attività all’aperto nella giornata di ieri. Sempre in Veneto e sempre ieri, precisamente a Tezze sul Brenta (Vicenza), intorno alle ore 15.00 due operai sono stati colti da malore mentre lavoravano dentro una buca. Uno dei due è in coma all’Ospedale di Bassano del Grappa. Ad oggi sono 13 le Regioni italiane che hanno consentito l’entrata in vigore delle norme anti-calore: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Abruzzo, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Le vittime citate sono solo le ultime in ordine cronologico ma invito tutti a riflettere su quanti, in questo momento, continuino a lavorare nei campi del nostro Paese sottotraccia, nella voragine silenziosa del sommerso". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia il presidente nazionale Anmil, Antonio Di Bella, commentando l'entrata in vigore delle norme anti calore "Morire sul lavoro – sottolinea – è un dramma che mai troverà giustificazione. Una notizia, un moto di denuncia che, con cadenza giornaliera, anima l’indignazione e la protesta di quanti, come Anmil, lottano ogni giorno per porre fine alla strage. Invito ancora tutti a riflettere sul fatto che dietro le vittime accertate dalla cronaca, oltre al silenzio destinato al mondo del sommerso, esiste ancora un altro tipo di silenzio: quello relativo a quanti, a causa dell’esposizione ad agenti altamente nocivi – quali le temperature altissime che sentiamo sulla nostra pelle in questi giorni – contraggono malattie professionali tra le più lesive". "Come Associazione – avverte – che da oltre 80 anni tutela le vittime degli incidenti sul lavoro e i loro superstiti, non smetteremo mai di ribadire quanto le normative anti-caldo dovrebbero diventare un automatismo all’arrivo della stagione estiva, scrivendo – una volta per tutte – un piano strutturale". "Com’è possibile si chiede il presidente Di Bella – che lo scorso 27 giugno, solo per citare un esempio, non fosse in vigore alcuna normativa in una Regione come la Sardegna che, in alcune zone, ha raggiunto picchi di 41°? Sono settimane che il termine 'bollino rosso' è tornato a troneggiare in quotidiani e telegiornali". "E ancora – aggiunge – la fascia oraria di stop lavorativo più largamente diffusa, quella tra le ore 12.30 e le ore 16.00, si ritiene realmente efficace? Crediamo, invece, che una norma che consenta il ricorso agli ammortizzatori sociali per i dipendenti delle realtà che operano in esterno nel periodo estivo rappresenti un atto doveroso per favoreggiare la rapidità dell’attuazione di questi meccanismi di prevenzione e di tutela della salute dei lavoratori sostenendo il lavoro delle aziende". "In serata – ricorda – il ministro Calderone ha convocato le parti sociali per la sottoscrizione di un 'protocollo caldo' contenente misure di attenzione per i lavoratori esposti ad alte temperature. Un atto necessario e doveroso ma che arriva con un ritardo che uccide". —lavoro/sindacatiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ucraina, Cremlino plaude a stop Usa a missili per Kiev: “Con meno armi fine guerra più vicina”
(Adnkronos) –
Fornire meno armi all'Ucraina avvicina la fine della guerra con la Russia. Questa la reazione del Cremlino all'annuncio dello stop alla consegna di alcuni tipi di armi a Kiev da parte americana. "Meno armi fornite all'Ucraina, più vicina la fine dell'operazione militare speciale", ha dichiarato alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Di segno opposto la reazione ucraina che sta cercando di "chiarire" la situazione con Washington, ha fatto sapere oggi il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Dmytro Lytvyne, assicurando che "la comunicazione con la parte americana continua a tutti i livelli. "Stiamo attualmente chiarendo la situazione".
Dopo l'annuncio dei tagli Kiev ha convocato l'incaricato d'affari americano al ministero degli Esteri. "Qualsiasi ritardo o rinvio nel sostegno alle capacità di difesa dell'Ucraina non farebbe altro che incoraggiare l'aggressore a continuare a condurre la guerra e il terrore, anziché cercare la pace", ha affermato il ministero ucraino in una nota. Mentre il ministero della Difesa fa sapere di non aver ricevuto alcun preavviso in merito alle annunciate riduzioni nelle forniture di armi americane. Porre fine all'invasione russa – ha quindi sottolineato – richiede un supporto "costante". "L'Ucraina non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale in merito alla sospensione o alla revisione dei programmi di forniture per la concordata assistenza alla difesa", ha dichiarato il Ministero in una nota. "Sottolineiamo che la strada per porre fine alla guerra passa attraverso una pressione costante e congiunta sull'aggressore, nonché attraverso un continuo sostegno all'Ucraina", ha concluso. Invece dalle colonne del New York Times arriva contro l'amministrazione Trump l'accusa di aver agevolato Mosca con la sua politica del 'laissez faire. Trump con misure rimaste sottotraccia, denuncia un'approfondita inchiesta, ha aperto la strada al proliferare di compagnie di facciata che instradano fondi e componenti in Russia, inclusi chip ed equipaggiamenti militari proibiti. Nessuna nuova sanzione, da parte degli Stati Uniti nei confronti della Russia dal ritorno alla Casa Bianca del tycoon, anzi alcune misure restrittive passate alleggerite. Il risultato si vede. Se il ciclo si ferma, le sanzioni in essere perdono forza. Il motivo è presto spiegato. Per mantenere il regime efficace, sono necessarie sanzioni "di mantenimento" per annullare gli sforzi di Mosca per aggirare le misure che penalizzano il suo sforzo bellico. Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, l'Amministrazione Biden ne ha imposte migliaia, 6.200 in totale, con una media di 170 al mese, contro entità legate alla Russia, per colpire i nuovi modelli di evasione messi in piedi mano a mano che venivano introdotte le misure restrittive. Dall'insediamento di Trump, c'è stato uno stallo. Nel frattempo, lo scorso aprile, il dipartimento del Tesoro, a cui spetta il compito di amministrare e verificare l'attuazione delle sanzioni, ha cancellato le misure contro Karina Rotenberg, la moglie dell'oligarca Boris Rotenberg, amico di Putin dall'infanzia, premiato per la sua fedeltà e appartenenza al "circolo ristretto" del Presidente, con interessi nei settori dell'edilizia e dell'energia. Lo scorso febbraio, il dipartimento della Giustizia ha chiuso la task force KleptoCapture, una unità istituita nel 2022 per identificare e sequestrare gli asset degli oligarchi russi sanzionati nel mondo. Lavoro di investigazione che ha portato al sequestro di yacht, proprietà immobiliari e aerei privati. Una struttura simile è invece stata istituita di recente, ma per contrastare Hamas. L'approccio di Trump all'arte del governo è quello di imporre pressioni per fare leva e cercare di ottenere il miglior accordo possibile. Qualunque sia la ragione, con la Russia non vuole avere alcuna arma di pressione nei confronti di Putin", ha constatato Edward Fishman, ricercatore al Center on Global Energy Policy della Columbia. "Perché le sanzioni funzionino, è necessario continuare ad andare avanti solo per rimanere fermi. Senza un'opera di mantenimento continuo delle restrizioni, lo sforzo della Russia può avere la meglio, incluso con l'apertura di compagnie di facciata", ha aggiunto Elina Ribakova, economista al Peterson Institute for International Economics. Gli effetti della pressione della precedente Amministrazione su Mosca stanno quindi iniziando a sgretolarsi. Il New York Times ha individuato più di 130 aziende in Cina e Hong Kong che pubblicizzano la vendita alla Russia, con effetto immediato, di chip, inclusi nelle sanzioni. Nessuna di tali aziende è sanzionata. Laddove in precedenza, non appena facevano la loro comparsa queste compagnie di facciata, venivano subito incluse in provvedimenti restrittivi in un gioco del gatto e del topo continuo. La Hk Gst Limited, per esempio, nata a Hong Kong la scorsa estate, con un sito web online da febbraio, pubblicizza chip essenziali per i missili da crociera russi, inclusi i Kh-101 usati anche di recente contro Kiev, in un raid in cui sono rimasti uccisi dieci civili. Da una analisi degli hosting data del sito e dei dettagli di contatto, emerge la relazione dell'azienda con altri quattro distributori di componenti elettronica simili, tutti ugualmente comparsi di recente. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Clima, Ue accelera taglio emissioni: sindacati in allarme
(Adnkronos) – La Commissione Europea non lascia ma raddoppia. La von der Leyen due non intende rallentare il percorso di riduzione delle emissioni climalteranti che dovrebbe portare l'Ue ad avere emissioni nette zero entro il 2050. Visto che l'Unione è sulla strada giusta per ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, la Commissione propone di fissare un obiettivo intermedio decisamente impegnativo: l'Ue dovrebbe ridurre le emissioni climalteranti di qui al 2040 del 90%, sempre rispetto ai livelli del 1990. Casca a fagiuolo l'ondata di calore che sta trasformando le città europee in grandi saune d'asfalto: oggi a Bruxelles era 'canicule' allo stato puro, con 33 gradi di massima, manifestazione molto concreta del riscaldamento globale, effetto del cambiamento climatico. L'esecutivo Ue ha inserito alcune limitate flessibilità, come l'utilizzo di crediti carbonici internazionali "verificabili", nella misura del 3%. Ma, come ha spiegato il premier belga Bart De Wever al termine del Consiglio Europeo, si tratta di decarbonizzare l'economia per ulteriori 35 punti percentuali in poco più di un decennio, presupponendo che l'obiettivo del -55% rispetto al 1990 sia raggiunto nel 2030 e non prima. Per decarbonizzare del 55% rispetto al 1990, saranno stati necessari quarant'anni; ora l'Ue dovrebbe decarbonizzare per ulteriori 35 punti percentuali in 10 anni o giù di lì, oltretutto per la parte più difficile, cioè i settori ad alta intensità energetica e produzione di emissioni, come ad esempio l'acciaio. Un ruolo importante, ha confermato il commissario al Clima Wopke Hoekstra, che ha un passato in McKinsey, la 'crème' della consulenza aziendale, lo avranno le tecnologie che consentono di catturare e rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera. E altrettanto importante, se non di più, sarà il ruolo dell'energia nucleare, anche se probabilmente in percentuali leggermente inferiori rispetto ad oggi, ha spiegato un alto funzionario Ue. Ma, visto che la domanda di energia elettrica aumenterà molto nei prossimi anni, con la progressiva elettrificazione dell'economia, la produzione da fonti nucleari dovrà aumentare, e non poco. Quello che conta, ha osservato la fonte, è "la riduzione delle emissioni climalteranti", e l'energia atomica non ne produce. La Commissione assicura anche che fornirà un quadro per raggiungere il nuovo obiettivo basato sulla "neutralità tecnologica". Per il Ppe, il responsabile in commissione Ambiente Peter Liese, della Cdu, ha salutato con favore la flessibilità prevista dalla Commissione nella proposta, che considera l'unico modo per poter sperare di avere una maggioranza in Parlamento e in Consiglio, i due colegislatori dell'Ue. Il presidente della commissione Ambiente, Antonio Decaro del Pd, ha definito l'obiettivo del -90% una "pietra miliare" verso la neutralità climatica al 2050 e ha detto che il Parlamento è pronto a fare la sua parte per approvare il nuovo target intermedio prima della Cop30 del prossimo novembre a Belèm, nello Stato brasiliano del Parà. I Paesi membri, ha spiegato De Wever, sono divisi essenzialmente in due. Nessuno, o quasi, mette in discussione l'obiettivo finale delle emissioni zero, ma una parte è prudente e, davanti ad un percorso incrementale di riduzione dei gas serra, esita, dato che non sempre le tecnologie sono disponibili o economicamente praticabili. Un'altra parte, invece, confida che l'evoluzione tecnologica segua la domanda e che, accelerando la riduzione delle emissioni, arriveranno anche le economie di scala e la conseguente riduzione dei costi. Sul versante degli Stati membri, l'Ungheria di Viktor Orban si è già fatta sentire tramite il suo ministro degli Affari Europei, Janos Boka, che ha bollato come pura "follia" il nuovo obiettivo. Budapest non è l'unica ad essere perplessa. L'Eurofer, l'associazione delle industrie siderurgiche europee, ha sottolineato che occorrerebbe una vera "rivoluzione" per decarbonizzare così tanto in così poco tempo, e l'industria sarebbe pure pronta, ma purtroppo "non ci sono le condizioni". Il presidente francese Emmanuel Macron ha osservato che nell'Ue sembriamo essere dei "pazzi furiosi", dato che abbiamo costretto l'industria siderurgica europea a decarbonizzare, per poi importare da fuori Ue acciaio a basso costo prodotto con metodi inquinanti. Questo paradosso ancora non è risolto e sta mettendo a dura prova, da tempo, la siderurgia europea. Durissima la Etuc, la confederazione europea dei sindacati, di cui fanno parte per l'Italia Cgil, Cisl e Uil, e che rappresenta qualcosa come 45 milioni di iscritti. La segretaria generale, l'irlandese Esther Lynch, ha bollato come "estremamente irresponsabile" la scelta della Commissione di fissare obiettivi di decarbonizzazione senza predisporre un piano per attutirne gli impianti sulle industrie e sui posti di lavoro. "Nel mezzo di una crisi per l'industria europea – ha affermato – che costa circa 500 posti di lavoro al giorno, è estremamente irresponsabile fissare un obiettivo più elevato senza un piano per le sue conseguenze sulle nostre industrie, sulla sua forza lavoro e sulle loro comunità". Lynch è stata molto chiara: "La recente rivelazione che l'Europa sta raggiungendo i suoi obiettivi climatici attraverso la deindustrializzazione – ha scritto – avrebbe dovuto dimostrare alla Commissione che l'ambizione non può essere misurata solo in termini di riduzione delle emissioni". Tradotto in parole ancora più semplici: per i sindacati europei, l'Ue sta decarbonizzando chiudendo le industrie inquinanti. L'Europa, secondo Lynch, "ha bisogno di una transizione autenticamente giusta verso un'economia verde, che richiede ingenti investimenti nella creazione di nuovi posti di lavoro verdi di qualità, contemporaneamente alla graduale eliminazione dei lavori 'marroni' (in settori inquinanti, ndr) e un rinnovato diritto alla formazione durante l'orario di lavoro per prepararsi a nuove opportunità". Insomma, i sindacati europei non sono contenti, e neppure l'industria siderurgica, senza la quale ogni piano di riarmo e ogni velleità di autonomia strategica sono destinati a restare sulla carta. La Commissione sostiene di avere effettuato una valutazione d'impatto "approfondita", che nel pomeriggio è stata pubblicata: consta di cinque documenti, per un totale che supera di slancio le seicento pagine, come spesso capita con questo esecutivo. Per leggerle tutte, occorrerebbero almeno tre giorni. Effettuando una ricerca con il termine "jobs" nei cinque documenti, l'Adnkronos non ha trovato stime su quanti posti di lavoro verranno persi nell'Ue per via del nuovo target intermedio, né di quanti verranno creati, né in quanto tempo. L'agenzia ha chiesto lumi in merito alla Commissione ed è in attesa di una risposta. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Focus su qualità sanitaria regioni, dal 2019 Veneto al top e Calabria ultima
(Adnkronos) – Migliora la qualità dei Servizi sanitari regionali: il Veneto si conferma al top, la Calabria fanalino di coda. E' questa in sintesi la fotografia scattata dal XIII Rapporto Crea Sanità Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sulle 'Performance Regionali', presentato oggi a Roma. Il report analizza – dal 2019 al 2024 – le opportunità di tutela della salute offerte ai cittadini nelle diverse regioni italiane. Lo studio è stato condotto con il contributo di un panel di 107 stakeholder del Servizio sanitario nazionale, tra cui professionisti sanitari, produttori di farmaci e dispositivi, manager di Asl e ospedali, cittadini. Il Veneto si conferma la Regione con la migliore performance, raggiungendo il 55% del massimo teorico possibile, seguito dalla Provincia Autonoma di Trento con il 50%. La Calabria, invece, si posiziona all’ultimo posto con il 23%. Nonostante il divario tra Nord e Sud Italia rimanga significativo, si osserva una progressiva riduzione delle disparità, con un miglioramento più marcato nelle regioni del Mezzogiorno. Tra queste, la Campania ha registrato l’incremento più rilevante, seguita da Abruzzo e Molise. Un aspetto innovativo dello studio è l’introduzione di un’indagine sulla soddisfazione dei cittadini, che ha misurato l’esperienza degli utenti con i Servizi sanitari regionali. Il Trentino-Alto Adige si distingue per la maggiore soddisfazione, con un punteggio medio di 8,1 su una scala da 0 a 10, mentre le regioni del Mezzogiorno, come Puglia e Basilicata, registrano i livelli più bassi, pari a 6,5. La correlazione tra l’indice di performance e la soddisfazione dei cittadini dimostra che una migliore performance genera maggiore soddisfazione. Nel complesso, la correlazione tra l’indice di performance e il livello di soddisfazione dei cittadini risulta essere forte per le aree assistenziali ospedaliere (0,79) ed ambulatoriali (0,80), bassa per le aree del sociale e della non autosufficienza (0,55), ed intermedia per l’assistenza primaria e l’accesso al farmaco (0,64). Per questi ultimi due aspetti la soddisfazione è generalmente alta in tutto il Paese, senza particolari criticità. Lo studio ha inoltre analizzato la qualità della vita correlata alla salute, evidenziando che il Trentino-Alto Adige si conferma al vertice con un valore di 0,938, mentre l’Umbria registra il valore più basso, pari a 0,840 Qaly (unità di misura impiegata nell'analisi costi-utilità che combina insieme la durata della vita con la qualità della stessa). Secondo il report, la qualità della vita non è strettamente legata alla performance sanitaria: alcune regioni del Sud, pur avendo livelli di performance sanitaria bassi, registrano una qualità della vita più alta rispetto a regioni più performanti. Questo fenomeno è attribuibile a fattori culturali, educativi e ambientali, oltre che alle diverse aspettative dei cittadini. Inoltre, è stata condotta un’analisi sulla sostenibilità dei Servizi sanitari regionali, identificando le 9 regioni più resilienti: Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Abruzzo. La correlazione tra Performance e soddisfazione dei cittadini sottolinea – riporta una nota – l’importanza di investire in politiche sanitarie mirate per migliorare l’efficienza e l’equità del sistema. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)