mercoledì, Novembre 26, 2025
Home Blog Pagina 115

Pensioni, Cuzzilla (Cida): “Obbligati a chiedere scelte politiche coraggiose”

(Adnkronos) – “Oggi, grazie ai dati che presentiamo, emerge con chiarezza quanto profonda sia l’ingiustizia subita da chi sostiene il Paese da decenni. Numeri che parlano da soli, che raccontano un paradosso inaccettabile e che ci obbligano a chiedere scelte politiche coraggiose”. A dirlo Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, in occasione dell’evento di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia'. Lo studio, realizzato da Itinerari Previdenziali e Cida, analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie. “La Costituzione – prosegue Cuzzilla – dice chiaramente che i lavoratori hanno diritto a una tutela che li accompagni nella vecchiaia. Le pensioni non sono un privilegio, ma un salario differito frutto del lavoro, delle tasse e dei contributi versati e come tale va garantito”. Per concludere Cuzzilla porta alcuni dati: “Negli ultimi 30 anni le pensioni sono state trattate come strumento fiscale e redistributivo, un vero abuso. Le continue manipolazioni hanno eroso il potere d’acquisto fino a bruciare l’equivalente di un anno intero di pensione. Chi ha versato contributi per una vita intera si è visto cancellare l’equivalente di un anno di reddito”. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Pensioni, itinerari Previdenziali-Cida: per mancata rivalutazione in 10 anni perdite fino a 115mila euro

(Adnkronos) – La Legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, complice l’elevata fiammata inflazionistica del biennio 2023-2024, ha penalizzato come mai prima d’ora i pensionati con trattamenti sopra i 2.500 euro lordi (meno di 2.000 euro il netto). Secondo il Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, la perdita legata alla mancata rivalutazione sarebbe quantificabile nei prossimi 10 anni in almeno 13mila euro; valore destinato a salire progressivamente fino ai 115mila per i percettori di assegni oltre i 10mila euro lordi (6.000 circa il netto). Un provvedimento iniquo che, 'lungi dal premiare il merito', penalizza proprio chi ha più contribuito al sistema, e peraltro non esente da possibili profili di incostituzionalità, con particolare riferimento alle quote di pensione calcolate con metodo contributivo, il quale prevederebbe la rivalutazione piena degli assegni.  E' questa la fotografia scattata da Itinerari Previdenziali e Cida in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia': studio che analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie.  "In trent’anni – ha commentato Stefano Cuzzilla, presidente di Cida – le pensioni medio-alte hanno perso oltre un quarto del loro potere d’acquisto: una pensione da 10mila euro lordi al mese ha visto svanire quasi 180mila euro, l’equivalente di un anno intero di assegno. E' il simbolo di un sistema che punisce chi ha dato di più, mortifica i contribuenti più fedeli e incrina il legame di responsabilità tra generazioni. Le pensioni non sono un privilegio, sono salario differito, il frutto di una vita di lavoro e tasse pagate. Sono anche il più grande patto intergenerazionale che un Paese possa stipulare: chi lavora oggi sostiene chi ha lavorato ieri, nella certezza che domani il proprio impegno sarà riconosciuto. Chiediamo una scelta politica chiara: regole stabili, certezza del diritto e rispetto del merito. Perché senza fiducia non può esserci futuro né per i pensionati né per i giovani che oggi contribuiscono al sistema". —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Gruppo Cap, assegnati ‘Top supplier award’, premiata eccellenza supply chain

(Adnkronos) – Riconoscere l’impegno, premiare l’eccellenza e costruire una filiera sempre più sostenibile: con questi obiettivi, Gruppo Cap ha conferito anche quest’anno il 'Top supplier award', il riconoscimento dedicato ai fornitori più virtuosi che hanno collaborato con la green utility lombarda nel corso del 2024. Istituito per promuovere una cultura d’impresa fondata su trasparenza, responsabilità e miglioramento continuo, il premio è riservato ai fornitori qualificati che hanno raggiunto i punteggi più alti nel sistema di 'vendor rating', lo strumento con cui Gruppo Cap valuta le performance contrattuali e reputazionali delle imprese iscritte al proprio albo fornitori: "Il Top supplier award -spiega il presidente di Gruppo Cap, Yuri Santagostino- è per noi un’opportunità per valorizzare chi condivide i nostri stessi valori: attenzione alla legalità, all’ambiente, alla sicurezza, ai diritti umani e all’innovazione. Attraverso una supply chain più consapevole e performante, costruiamo insieme un ecosistema industriale capace di generare valore per il territorio e per le comunità". Il premio è stato assegnato a tre fornitori, suddivisi in altrettante categorie di valutazione, secondo i criteri definiti dal vendor rating: B&B Service – Categoria 'fornitore qualificato' con massimo punteggio in vendor rating (scoreboard): società di progettazione, realizzazione e manutenzione di apparecchiature per la depurazione civile ed industriale e il trattamento delle acque; Cabrini Albino – Categoria 'fornitore qualificato' nel sistema di qualificazione Lavori, forniture e servizi e gas ed energia: azienda specializzata in attività di progettazione e realizzazione di opere edili stradali, idrauliche, speciali e di ingegneria naturalistica; Idrostudi – Categoria 'fornitore qualificato' nel sistema di qualificazione Professionisti: società specializzata in ingegneria civile per la gestione di acqua e ambiente. I tre vincitori riceveranno un voucher formativo, valido per un anno, che darà accesso a corsi di alta formazione in modalità e-learning su temi come etica, compliance, sicurezza sul lavoro, sviluppo di soft skills e innovazione digitale. Lanciato nel 2019 e rinnovato nel 2023 con una visione più green e innovativa, il sistema di 'vendor rating' di Gruppo Cap valuta in maniera strutturata e continuativa le performance dei fornitori su variabili chiave: legalità, ambiente, diversity & inclusion, pari opportunità, sicurezza, innovazione, promuovendo così un percorso di crescita sostenibile condiviso.  La partecipazione al premio avviene automaticamente: vengono candidati tutti i fornitori 'qualificati' iscritti all'albo fornitori di Cap e aggiudicatari di appalti, a condizione che rispettino i requisiti normativi e contrattuali previsti. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Pensioni, Itinerari previdenziali-Cida: i numeri delle svalutazioni più recenti

(Adnkronos) – Scaduta nel dicembre 2021 la disciplina transitoria introdotta dalla legge numero 147/2013 (più volte rinnovata), è stato infatti ripristinato lo schema originariamente stabilito dalla normativa del 1996, che prevedeva una rivalutazione a scaglioni al 100% dell’inflazione per la quota di pensione di importo fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (per il 2022 pari a circa 525 euro al mese); al 90% dell’inflazione per l’importo compreso tra 4 e 5 volte il trattamento minimo ™; al 75% dell’inflazione oltre 5 volte il tm. E' questa la fotografia scattata da Itinerari Previdenziali e Cida in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia': studio che analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie.  Con l’occasione della successiva manovra finanziaria, il governo presieduto da Giorgia Meloni è però intervenuto sul biennio 2023-2024, prevedendo un meccanismo che, se da un lato rivalutava pienamente le pensioni sociali, gli assegni sociali e le pensioni al minimo (prevedendone addirittura un ulteriore incremento straordinario dell’1,5%, elevato al 6,4% per i pensionati di età pari o superiore ai 75 anni, per il 2023, e del 2,7% per il 2024), dall’altro peggiorava lo schema di rivalutazione delle prestazioni oltre 5 volte il tm. Nel dettaglio, le percentuali di rivalutazione previste sono state: del 100% per i beneficiari di prestazioni fino a 4 volte il tm, incrementato appunto di un punto e mezzo percentuale in più rispetto all’inflazione effettiva; dell’85% per le pensioni da 4 volte a 5 volte il tm; del 53% per gli assegni tra le 5 e le 6 volte il tm, al 47% tra le 6 e le 8 volte, al 37% tra le 8 e le 10 volte e al 32% per gli importi superiori. Valore, quest’ultimo, ulteriormente ridotto al 22% per l’anno successivo, quando le modifiche alla perequazione hanno in effetti riguardato i soli percettori di assegno superiore le 10 volte il trattamento minimo.  "Cosa ancora più grave – puntualizza Brambilla – è che la perequazione sfavorevole è stata applicata sull’intero reddito pensionistico e non per scaglioni: giusto per fare un esempio riferito al 2023, un pensionato con una rendita pari tra 2.627 e 3.152 euro si è visto rivalutata l’intera pensione al 4,3% (a fronte di un tasso di inflazione definitivo dell’8,1%), e non la sola quota eccedente le 5 volte il tm". Solo per il 2025, di pari passo con l’attenuazione dell’impennata inflattiva, si è di fatto tornati all’applicazione a scaglioni su uno schema a 3 fasce: il tasso di inflazione provvisorio dello 0,8% sarà applicato al 100% fino a 4 volte il tm Inps, al 90% tra le 4 e le 5 volte e al 75% al di sopra delle 5 volte il trattamento minimo dell’Istituto. Il che, tuttavia, non rimedia a quanto accaduto nel biennio precedente: come puntualizza la pubblicazione, non si tratta di una perdita circoscritta a 2023 e 2024 ma di una sottrazione di reddito pensionistico permanente nel tempo e destinata anzi a trascinarsi anche negli anni successivi.  Considerate le mancate indicizzazioni patite dal 2012 al 2022, i trattamenti pensionistici oltre le 10 volte il minimo hanno perso rispetto a un’inflazione totale dell’11,6% circa 9 punti percentuali. Svalutazione cui si aggiunge quella del triennio 2023-2025, ancora più ingente per l’effetto combinato del boom dell’inflazione e dei meccanismi di perequazione introdotti dall’esecutivo attualmente in carica: in questo caso, le perdite ammontano a circa il 12% e, sommate alle precedenti, determinano una svalutazione delle pensioni di oltre il 21% nell’arco di 14 anni. Volendo fare un esempio concreto, ciò significa che in questo periodo di tempo una pensione da 10.000 euro lordi (circa 6.000 netti) ha perso quasi 178mila euro, mentre una pensione da 5.500 ero lordi mensili (circa 3.400 euro netti) ha subito una perdita pari a circa 96mila euro.  "Tenuto conto – aggiunge Brambilla – dell’effetto trascinamento, questo significa che i cosiddetti pensionati del ceto medio, oltre a sobbarcarsi il grosso dei 56 miliardi di Irpef in arrivo dalle pensioni, si vedranno ingiustamente sottratti altri 45 miliardi circa".  "Siamo di fronte a una contraddizione evidente – ha spiegato Stefano Cuzzilla, presidente di Cida – 1,8 milioni di pensionati con redditi da 35mila euro in su, poco meno del 14% del totale, garantiscono da soli il 46,33% dell’Irpef dell’intera categoria, eppure sono proprio loro i più colpiti dai tagli e dalla mancata rivalutazione. Al contrario, chi ha versato pochi o nessun contributo è stato pienamente tutelato dall’inflazione. È un autentico rovesciamento del principio di equità! Sostenere i più fragili è un dovere, e la classe dirigente non si è mai sottratta a questa responsabilità, ma diventa un’ingiustizia quando la solidarietà ricade sempre sugli stessi mentre l’evasione resta impunita. Ogni anno il fisco perde circa 90 miliardi di euro, con il 65% dell’Irpef che non arriva all’Erario: finché questa voragine non sarà chiusa, non potrà esserci un sistema previdenziale né giusto né sostenibile". Numeri che spiegano facilmente come mai Cassazione e Suprema Corte siano state spesso chiamate a esprimersi sulla legittimità dei meccanismi di perequazione che si sono succeduti negli ultimi 15 anni, così come accaduto lo scorso gennaio quando, con la sentenza n.19 del 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il meccanismo di raffreddamento della rivalutazione per fasce di reddito, previsto dalla Legge di Bilancio 2023, e non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate in merito all’art. 1, comma 309, della Legge di Bilancio n. 197 del dicembre 2022. "Si tratta – suggerisce il Brambilla – della terza volta in 11 anni che i giudici incaricati si esprimono in questi termini, e proprio questo dovrebbe far riflettere: in occasione delle sue precedenti pronunce, infatti, la stessa Corte aveva infatti raccomandato che il taglio subito dalle pensioni di importo medio-alto fosse di breve durata, proporzionato e non ripetitivo".  Una condizione, soprattutto quella relativa alla non ripetitività, evidentemente non rispettata cui si aggiungono ulteriori questioni di natura tecnica ed etica da non sottovalutare. Nell’ultima pronuncia, in particolare, la Corte afferma che la mancata rivalutazione non è da considerarsi un prelievo forzoso, ma una misura economico-previdenziale che l’esecutivo può discrezionalmente decidere di mettere in campo, con il fine di favorire le pensioni più basse e al contempo portare avanti una progressiva riduzione del debito pubblico. E, se l’obiettivo di contenere la spesa resta in sé apprezzabile, severa è la condanna della pubblicazione nei confronti della scelta di farlo toccando ancora una volta la perequazione automatica, ormai utilizzata dallo Stato come leva contabile per fare Cassa, alla stregua di un prelievo forzoso: come possono i giovani fidarsi del sistema previdenziale se le regole del gioco sono destinate a cambiare continuamente, minando la certezza della correlazione tra versamenti contributivi e futuro importo degli assegni?  "La fiducia del sistema previdenziale – osserva Cuzzilla – si regge sulla certezza del diritto e sulla stabilità delle regole. Colpire chi ha versato quarant’anni di contributi significa rompere il patto sociale e generazionale. Non è un caso che la Corte Costituzionale abbia richiamato l’attenzione del legislatore su questi squilibri, e che il Tribunale di Trento abbia appena rinviato la questione per un nuovo esame. È un segnale che ci dà un cauto ottimismo: rimediare è possibile. Ma serve da un lato una scelta politica chiara: garantire la rivalutazione come avviene in tutti i principali Paesi europei e fare della prossima legge di bilancio una vera occasione di giustizia per quella parte del Paese che ha sempre lavorato, contribuito e pagato le tasse. Dall’altro lato serve una Corte coraggiosa, che oltre a tutelare giustamente il bilancio dello Stato, abbia il coraggio di analizzare nel dettaglio le tematiche previdenziali e faccia emergere storture che nelle ultime sentenze sono state illogicamente legittimate".    —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Spaccio nel centro storico di Campobasso. la Polizia di Stato arresta una donna corriere della droga

Nella serata dello scorso 12 settembre, i poliziotti della Squadra Mobile hanno arrestato in flagranza una giovane donna del capoluogo appena rientrata a Campobasso dalla provincia di Foggia con un quantitativo di droga da rivendere in città.

Nel corso di una serie di controlli finalizzati al contrasto dei reati in materia di stupefacenti, gli Agenti hanno riscontrato la presenza di sette giovani extracomunitari e di una ragazza del posto all’interno di un’abitazione del centro storico, rinvenendo addosso ad alcuni di questi modiche quantità di sostanza stupefacente, per cui nei loro nei loro confronti è stata contestata la sanzione amministrativa prevista per l’uso personale di droga.

Tuttavia, il numero di persone presenti nell’abitazione ed il rinvenimento all’interno di strumenti utilizzati per il consumo di sostanze stupefacenti, hanno indotto gli uomini della Squadra Mobile a svolgere ulteriori approfondimenti.

Nella tarda serata, infatti, mentre perlustravano le arterie stradali che collegano Campobasso alla vicina provincia di Foggia, i poliziotti hanno intercettato un’auto con a bordo una giovane donna in compagnia di uno degli stranieri trovato nell’appartamento sottoposto a controllo poche ore prima.

Alla vista dei poliziotti, i due si sono dati alla fuga a tutta velocità, cercando di far perdere le proprie tracce nelle contrade del capoluogo. Sono stati, tuttavia, raggiunti e bloccati dal personale della Squadra Mobile che, a seguito degli ulteriori accertamenti svolti, ha appurato che la ragazza aveva occultato nelle parti intime circa 20 grammi di droga, tra eroina e cocaina.

La giovane è stata arrestata per il trasporto di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio e per resistenza a pubblico ufficiale e posta in stato di arresto presso il proprio domicilio su disposizione della Procura della Repubblica di Campobasso.

All’esito dell’udienza di convalida, che si è tenuta nella mattinata di ieri 15 settembre, il GIP ha applicato nei confronti della donna la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Commenti Facebook

Food, 29 settembre a Roma 4a edizione del Pizza Awards Italia

(Adnkronos) – Si terrà lunedì 29 settembre, a Spazio Novecento a Roma, la IV edizione dei 'Pizza Awards Italia', il premio dedicato alle migliori pizzerie e pizzaioli d’Italia – organizzato da Fabio Carnevali, Vincenzo Pagano e dalla E20 – Events Factory – che dalle 11 del mattino alle 21 di sera coinvolgerà i migliori esponenti del mondo pizza dell’intero panorama nazionale. I 'Pizza Awards Italia' sono patrocinati dalla Regione Lazio e dall’assessorato ai grandi eventi del Comune di Roma. “Nati nel 2017 dall’evoluzione del 'Premio MangiaeBevi', i Pizza Awards Italia vogliono contribuire ad accendere i riflettori sulle eccellenze della pizza italiana e sui suoi più valenti rappresentanti, offrendo un giusto riconoscimento a quelle attività e ai professionisti del settore che si sono distinti maggiormente durante gli ultimi 12 mesi”, dichiarano gli organizzatori. Si partirà appunto alle 11 con la prima edizione della 'Pizza Conference', dal tema 'Non è tutto oro ciò che luccica', un talk moderato da Tania Mauri e Vincenzo Pagano e riservato a pizzaioli, addetti ai lavori e imprenditori del settore, che affronterà sette differenti temi legati al mondo pizza: dai “falsi miti” alla mistificazione dei prodotti, dal fenomeno guide e classifiche alle nuove tendenze. Sul palco si alterneranno pizzaioli, giornalisti ed esperti, affinché possa essere non solo un evento di premiazione ma anche un’occasione di formazione professionale. I 'Pizza Awards Italia' sono un vero e proprio 'premio della stampa' in quanto i vincitori saranno decretati da una prestigiosa giuria composta da oltre 200 dei più autorevoli giornalisti gastronomici d’Italia (curatori delle principali guide, direttori e redattori delle testate di settore e responsabili delle pagine dei quotidiani che trattano di enogastronomia), con particolari competenze per il mondo della pizza. I nomi dei giornalisti componenti della giuria saranno svelati al termine dell’evento. Nel corso della manifestazione, saranno assegnati ben 43 premi! La miglior pizzeria d’Italia e le 20 migliori pizzerie regionali sono state votate dalla giuria dei giornalisti secondo le proprie conoscenze dirette e sui seguenti parametri: aspetto, impasto, tecnica, personalità, materie prime, regolarità, rapporto qualità–prezzo, menu, decoro ambiente, servizio di sala. La giuria della stampa decreterà anche i 4 premi ai migliori professionisti: Miglior pizzaiolo dell’anno, Miglior pizzaiola dell’anno, Miglior Pizzaiolo under 35 dell’anno, Miglior fornaio dell’anno. Altri premi speciali saranno assegnati dai media partner e dagli sponsor. Saranno inoltre assegnati 18 premi speciali Altri premi speciali dai media partner e dagli sponsor: miglior pizza tradizionale, miglior pizza contemporanea, miglior pizza creativa, miglior pizza fritta, miglior pizza romana, miglior pizza margherita, miglior carta delle pizze, miglior carta dei vini, miglior carta delle bollicine, miglior carta dei cocktail, miglior carta delle birre, miglior servizio di sala, miglior nuova apertura, miglior catena di pizzerie, miglior format, miglior comunicazione, miglior progetto sociale e miglior pizza al taglio. Le posizioni in classifica delle 150 pizzerie saranno svelate nel corso della serata, attraverso un vero e proprio “countdown” – fino ad arrivare alla migliore pizzeria d’Italia – dalla presentatrice dell’evento, la giornalista tv Barbara Politi. Usciranno invece dalle nomination i vincitori dei premi dei migliori professionisti (5 nomination per categoria), delle migliori pizzerie regionali e dei premi speciali (3 nomination). Tutte le classifiche saranno pubblicate al termine dell’evento sul sito ufficiale www.pizzaawards.it e sui siti dei media partner Scatti di Gusto, MangiaeBevi, Pizza Magazine, Italia a Tavola, Cronache di Gusto, Il Forchettiere e Forchette d’Italia. Tra i media partner anche l’emittente Alma TV e la radio ufficiale Dimensione Suono Roma. Durante l’orario del pranzo (dalle 13 alle 14.30) 5 pizzaioli sforneranno le loro fantastiche pizze. Rigorosamente in ordine alfabetico: Francesco Calo’ (Avenida Calò – Roma) – pizza tonda; Alessandro Lo Stocco (testimonial Ital Forni) – pizza in teglia; Angelo Pezzella (Pizzeria con cucina – Roma) – pizza tonda; Emanuele Riemma (Maiori – Cagliari) – pizza tonda; Pierdaniele Seu (Seu Illuminati e Tac – Roma) – pizza tonda. Al termine della cerimonia di consegna dei Pizza Awards Italia sarà invece il momento del 'Gala della pizza', che vedrà impegnati ai forni: Salvatore Lioniello (da Lioniello – Succivo/Ce) – pizza tonda; Alessandro Lo Stocco (testimonial Ital Forni) – pizza in teglia; Jacopo Mercuro (180 g – Roma) – pizza tonda; Carlo Sammarco (Pizzeria 2.0 – Aversa/CE) – pizza tonda; Gino Sorbillo (Ai Tribunali – Napoli) – pizza tonda .  La realizzazione dei Pizza Awards Italia è stata possibile grazie al supporto delle aziende Mulino Caputo (azienda di farina partner delle migliori pizzerie), Latteria Sorrentina (fior di latte e prodotti caseari), La Fiammante (pomodoro italiano 100% da filiera corta) – che faranno assaggiare i propri prodotti ai loro banchi – e Italforni (forni elettrici professionali per la pizza). Oltre alla pizza sfornata dai maestri impegnati ai forni ci saranno diversi banchi di degustazione dove poter assaggiare delle vere e proprie chicche gastronomiche (da Cibaria a Fritti Gourmet), vini e bollicine di alcune aziende laziali. —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Consumi: ricerca, per 3 italiani su 4 la percezione del piacere cambia col tempo, ricercano l’autentico

(Adnkronos) – La percezione del piacere cambia nel tempo: quasi 3 italiani su 4 dichiarano di aver modificato nel corso della vita la propria percezione di 'piacere autentico'. A guidare questo cambiamento è soprattutto una riscoperta della semplicità: il 60% degli intervistati afferma di aver imparato a dare più valore alle cose semplici, una tendenza che cresce con l’età. Parallelamente, si riduce l'importanza attribuita ai beni materiali o allo status sociale (21%). Un’evoluzione che sembra riflettere un percorso di maturazione personale, spesso anche innescato da esperienze di vita significative (36%) – in particolare tra le donne della Generazione X e dei Baby Boomers – e da una maggiore consapevolezza di sé e dei propri bisogni reali (35%). È quanto emerge dalla ricerca condotta da AstraRicerche per Imperial Brands, azienda globale di beni di consumo, in occasione del lancio del prodotto PULZE 3.0, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato. Le influenze esterne, come quelle provenienti da amici, familiari (13%) o dalla società (7%), giocano un ruolo più marginale, anche se risultano più incisive nella Gen Z. La ricerca evidenzia una netta differenza tra donne e uomini nel modo in cui vivono il piacere. Le donne si dimostrano più orientate verso una dimensione relazionale ed emotiva: per loro il piacere autentico si manifesta soprattutto nei momenti di qualità con le persone care (68%) e nella cura di sé e del proprio benessere (70%). Sono anche più propense a considerare il piacere come uno strumento di benessere mentale: il 90% delle donne lo ritiene utile per ridurre lo stress e l’89% lo associa a un modo per essere più autenticamente sé stesse. Gli uomini, invece, mostrano una maggiore attenzione alla realizzazione personale e professionale: la gratificazione derivante dal successo lavorativo è più diffusa tra loro (36%), così come la ricerca di piaceri più individuali e legati allo status. Quindi in un’epoca dominata da velocità, iperconnessione, consumismo e attenzione alle apparenze e allo status sociale, gli italiani riconoscono il piacere autentico nelle piccole cose, semplici e accessibili. L’analisi indaga la percezione del piacere nella vita degli italiani, approfondendo i desideri, i comportamenti e le preferenze di un campione di 1.025 individui, rappresentativi della popolazione generale italiana tra 18 e 70 anni in termini di sesso, età e area geografica. Secondo la ricerca, gli italiani non hanno dubbi: la felicità si trova nel tempo dedicato a sé stessi, nelle relazioni affettive e nella semplicità quotidiana. In particolare, tre le attività più piacevoli: il 70% degli italiani segnala il tempo per sé (es. lettura, musica, leggera attività fisica),il relax e l’attività all’aria aperta. Seguono a ruota con variazioni minime: il cibo e le esperienze di gusto (69%); il tempo di qualità passato con famiglia o persone care (68%); le risate e il divertimento (66%); la pratica di un hobby o di un’attività personale (56%); la sessualità (54%). Ma se i piaceri legati alle emozioni, al benessere emotivo e alle relazioni coinvolgono la maggioranza della popolazione, i piaceri basati su status, consumo o popolarità interessano solo una minoranza, segno che per molti, la felicità non si trova nel prestigio o nell'apparenza, ma nell'autenticità. Notevole, infatti, lo scarto con i piaceri più “superficiali”, che si posizionano in fondo alla classifica: la realizzazione professionale e ricoprire posizioni di prestigio (36%), viaggi ed esperienze costose (32%), l’acquisto di beni cari o di lusso (22%), la popolarità tra amici (21%) e sui social media (10%). È evidente una svolta valoriale: per la maggior parte degli italiani, il piacere autentico non è un'esibizione, ma un’esperienza legata alle emozioni, alla connessione umana e alla semplicità. Il piacere come pratica quotidiana: condiviso, lento e disconnesso. Il piacere non è un caso, ma una pratica consapevole da integrare nella routine. A guidare questa ‘cura del piacere’ è innanzitutto il contatto con la natura: oltre la metà degli intervistati (56%) dichiara di dedicare regolarmente tempo all’aria aperta, considerandola una fonte primaria di benessere. Seguono la vicinanza alle persone care (48%) e la scelta di circondarsi di chi fa stare bene. Il piacere, quindi, non è mai completamente individuale: è spesso condiviso e relazionale. Molti italiani (46%) dichiarano anche di organizzare attivamente momenti piacevoli, che siano legati a hobby, relax o attività da vivere da soli (39%) o con la famiglia (36%). Importante anche il bisogno di rallentare: il 39% cerca di fare pause e ridurre i ritmi, mentre un italiano su tre coltiva la gratitudine per le piccole cose. Altri scelgono di disconnettersi dalla tecnologia (23%) per ritrovare presenza e consapevolezza. In fondo alla lista, ancora una volta, si trovano le strategie centrate sul possesso: appena il 15% cerca il piacere tramite lo shopping. La ricerca del piacere non è vista solo come un fine, ma come un mezzo per migliorare la propria qualità di vita. Oltre il 90% degli intervistati (in particolare tra donne e la Gen X) concorda sul fatto che i piaceri contribuiscano a ridurre lo stress e l’88% a ricaricare le energie, assegnando al piacere un ruolo terapeutico. Quasi 9 italiani su 10 affermano che il piacere aiuta a vivere il presente (89%) e a sentirsi calmi, grati e pieni di energia positiva, evidenziando una connessione tra piacere e mindfulness. Inoltre, il piacere è percepito come un'opportunità per essere sé stessi (89%) e per rafforzare l'autostima (85%). Questo suggerisce che le attività piacevoli non sono solo un diversivo, ma un modo per connettersi con i propri valori e rinforzare la propria identità. Il piacere è un’esperienza emotiva, slegata dal consumo e dal giudizio degli altri. Invitati a descrivere le caratteristiche maggiormente associabili al concetto di piacere vero, autentico e gratificante, tre italiani su cinque riconoscono il valore dell’esperienza emozionale rispetto a quella materiale. Non solo: il vero piacere è un’esperienza profondamente individuale e sconnessa da influenze esterne: il 63% dichiara che il piacere è legato a come ci si sente rispetto a come fanno sentire gli altri (12%). Coerentemente con i risultati, quindi, non stupisce come il 60% segnala come il piacere sia alla fine un’esperienza “semplice”, mentre solo il 13% lo associa a qualcosa di complesso. Quando si parla di piaceri autentici, gli italiani non hanno dubbi: a far battere davvero il cuore sono le relazioni umane e i momenti vissuti con le persone care. In cima alla classifica spicca il tempo di qualità con la famiglia e gli affetti più stretti (42%), seguito dai momenti di svago condivisi in ambito familiare (34%). Ma non è solo la dimensione relazionale a fare la differenza. A essere riconosciuti come autentici sono anche il tempo dedicato a sé stessi e al relax (32%), le risate e il divertimento (32%) e il contatto con la natura e l’aria aperta (31%). Un piacere quotidiano, spesso semplice, ma profondamente significativo. Più distaccati, invece, i piaceri legati alla sfera sensoriale, come la sessualità (27%) e il gusto (25%), che pur rimanendo esperienze apprezzate, non raggiungono la stessa intensità emotiva nella percezione di autenticità. In fondo alla classifica troviamo le dimensioni più legate allo status personale: solo il 13% associa la realizzazione professionale a un piacere autentico, percentuale che scende al 9% per il lusso, al 9% per la popolarità tra amici e al 6% per quella sui social media. Una tendenza che si conferma anche quando si chiede quali siano i piaceri più gratificanti: in testa, ancora una volta, il tempo condiviso con la famiglia (39%) e i momenti di svago familiari (32%), seguiti dal relax personale (34%) e dal divertimento con gli amici (29%). In questo caso, guadagna qualche posizione la realizzazione professionale che, pur non essendo vissuta come particolarmente autentica, riesce comunque a offrire una forma di gratificazione al 20% degli italiani. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

L’eccellenza del lusso incontra la tecnologia: partnership tra LVMH e Adyen

(Adnkronos) – Adyen, la piattaforma tecnologica finanziaria scelta da numerose aziende leader a livello globale, ha annunciato una partnership strategica con LVMH, leader mondiale nel settore dei beni di lusso. L'iniziativa, di portata internazionale, è focalizzata sull'unificazione dei sistemi di pagamento in quasi 50 delle sue prestigiose Maison, con l'obiettivo di offrire un'esperienza d'acquisto impeccabile e coerente in ogni punto di contatto. La collaborazione, avviata nel 2020, si inserisce nella più ampia strategia di LVMH volta a rafforzare le sinergie tra le sue diverse Maison, che spaziano dalla moda e pelletteria all'orologeria, dalla gioielleria alla cosmetica. L'implementazione delle soluzioni Adyen ha già coperto più di 1.000 negozi in Europa, APAC e nelle Americhe, portando benefici concreti sin dalle prime fasi del progetto. Tra questi, spiccano l’introduzione di terminali mobili e della tecnologia Tap to Pay per un'esperienza in-store più fluida, una notevole riduzione dell'inserimento manuale dei dati e l’automazione delle procedure di riconciliazione e chiusura giornaliera. Uno degli obiettivi principali della partnership è il miglioramento dell'esperienza complessiva, non solo per il cliente finale, ma anche per il personale di vendita. "Questo progetto si inserisce nella nostra più ampia ambizione di offrire un’esperienza cliente impeccabile, in linea con la qualità dei nostri prodotti e l’artigianalità delle nostre Maison", ha affermato Arnaud Bodzon, Group Payment Director di LVMH. "Questo vale non solo per i clienti finali, ma anche per i nostri sales advisor che utilizzano le soluzioni. Ora possono concentrarsi pienamente sul loro ruolo principale – consigliare e assistere i nostri clienti – senza doversi preoccupare della gestione dei pagamenti”. L'impegno a offrire un'esperienza di alto livello è una visione condivisa da entrambi i partner. "La nostra partnership con LVMH riflette una visione condivisa: creare esperienze significative e agevoli per i clienti nel mondo del retail di alta gamma", ha commentato Ethan Tandowsky, CFO di Adyen. "Oltre a facilitare i pagamenti, stiamo lavorando insieme per valorizzare ogni punto di contatto all’interno delle Maison di LVMH, assicurandoci che l’esperienza dei clienti sia all’altezza dei prodotti di lusso che acquistano. Non vedo l’ora di scoprire cosa potremo realizzare insieme a LVMH in questo nuovo capitolo”. Il successo del progetto è stato garantito anche da un supporto personalizzato e diretto da parte di Adyen, che ha saputo adattarsi alle esigenze specifiche di ogni boutique. Come ha aggiunto Arnaud Bodzon: "Un supporto operativo e diretto è un fattore chiave di successo nella gestione di progetti di integrazione in un gruppo come LVMH. L’expertise di Adyen gli ha permesso di rispondere e adattarsi alle nostre esigenze specifiche”. L'unificazione dei sistemi di pagamento è un processo in continua espansione, destinato a rafforzare un'ambizione comune: offrire un'esperienza di pagamento elegante, efficiente e realmente globale. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook

Sanità Molise, licenziamenti al Responsible Hospital. Colacci (UGL Salute): Non resteremo in silenzio, se necessario pronti a scendere in piazza

Mentre Regione Molise e vertici istituzionali continuano a parlare di milioni di euro, trasferimenti, fondi ex art. 20 e della futura Cittadella della Salute, c’è chi viene sistematicamente dimenticato: le operatrici e gli operatori. Durissimo l’intervento di Giovanni Colacci, segretario regionale UGL Salute Molise, che non usa mezzi termini: “Non possiamo restare spettatori silenziosi mentre si gioca con la vita delle persone. Sedici lavoratori della mensa del Responsible Hospital, licenziati il 1° settembre dopo oltre vent’anni di servizio, sono stati scaricati come numeri su un foglio di bilancio. È vergognoso”.

UGL Salute denuncia una gestione che definisce “miope, insensibile e senza visione sociale”: stipendi arretrati, rimborsi mai erogati, promesse tradite.

“Si fanno annunci, si organizzano tavoli e conferenze stampa per raccontare progetti faraonici, ma nei fatti non cambia nulla. I lavoratori restano a casa, senza prospettive. Questa è la realtà, ed è intollerabile” – prosegue Colacci.

Il sindacato mette in guardia la Regione: “È inaccettabile parlare di modernizzazione della sanità senza partire dal valore umano e professionale di chi quella sanità l’ha garantita per anni, spesso con stipendi modesti e sacrifici enormi. Se la Regione pensa di costruire la Cittadella della Salute sulla pelle dei lavoratori, troverà la nostra opposizione più dura. Non resteremo zitti e non resteremo fermi. Siamo pronti a scendere in piazza”.

UGL Salute Molise avanza richieste precise e non negoziabili: un tavolo permanente di confronto con la Regione e le parti sociali; clausole sociali obbligatorie in tutti i futuri appalti, a garanzia della continuità occupazionale; il reintegro immediato degli ex addetti alla mensa o, in alternativa, il loro assorbimento nei nuovi servizi che nasceranno nella Cittadella della Salute.

“Non si può programmare il futuro cancellando chi è stato licenziato ieri. O la Regione dimostra rispetto e coraggio, oppure sarà scontro sociale. Il tempo delle attese è finito: ora vogliamo risposte, ora vogliamo i fatti” – conclude Colacci.

Commenti Facebook

Comune Campobasso, Notarangelo: “Sì a un patto politico trasparente, no al tirare a campare”

Sinistra Italiana avverte: “La Forte ora non ha i numeri, subito un vertice di maggioranza. Le debolezze della destra non possono essere un alibi per galleggiare, in ballo c’è la credibilità politica della coalizione”

“Le debolezze e le contraddizioni interne al centrodestra non devono trasformarsi in un alibi, alla sindaca Marialuisa Forte Sinistra Italiana ribadisce tutto il suo convinto sostegno, ma per rispetto di cittadini ed elettori si chiede e pretende presto chiarezza: sì a un patto politico di legislatura, no al tirare a campare”. 

Lo afferma in una nota il segretario regionale di Sinistra Italiana, l’avvocato Vincenzo Notarangelo. 

“Bisogna essere onesti e diretti, a Campobasso la maggioranza allo stato attuale non ha i numeri per continuare ad amministrare la città e di certo non è accettabile andare avanti nella totale incertezza pensando di poter ‘sopravvivere’ grazie a qualche ‘assenza/presenza’ strategica o a vecchie tattiche da prima Repubblica. Non è in gioco solo il presente e il futuro del Capoluogo, ma la credibilità e affidabilità di tutto il centrosinistra molisano, che ha il dovere di offrire sul territorio un’alternativa seria alla peggiore destra molisana di sempre”. 

“Governare – aggiunge Notarangelo –  non è l’unica cosa che conta, bisogna farlo bene e portando avanti i nostri  programmi e le nostre idee, ben distanti da quelle delle opposizioni. Per tale ragioni a Palazzo San Giorgio occorre ridare priorità alla politica e stabilire chi è disposto ad uscire allo scoperto e a garantire in modo trasparente sostegno sulle cose più importanti da fare”. 

“Innanzitutto, va convocato un tavolo di coalizione in modo da favorire subito un confronto vero tra i partiti e movimenti che hanno contribuito alla vittoria del 2024 e tracciare una linea comune. Con la consapevolezza – conclude l’esponente di AVS – che le eventuali elezioni anticipate non sarebbero da considerarsi un tabù, sarebbe peggio chiudersi nel Palazzo e sprecare l’ultima grande occasione che abbiamo per cambiare volto al Molise”. 

Commenti Facebook

Campobasso

Isernia

Termoli