Scasserra, Marone e la politica energetica del terzo millennio

Eppur si muove. La politica molisana, una politica apparentemente statica, stabile senza guizzi e senza fremiti, sta invece portando alla ribalta degli spunti interessanti, spunti che comunque valgono qualche riflessione. E la cosa più singolare è che questi spunti provengano non tanto dal campo del centro sinistra, quello che invece sta muovendo la scena a livello nazionale con la “promessa” Renzi bensì dell’area del centro destra, un centro destra nel Molise largamente affrancato e distaccato dal fenomeno Berlusconi.

Il terreno su cui si gioca la partita è ovviamente quello delle prossime elezioni, specie nei centri più importanti, come Campobasso e Termoli. E le dinamiche cominciano a non essere più banali. Dopo l’investitura a Termoli dell’avvocato Michele Marone, un none nuovo e comunque discontinuo rispetto alle burocrazie partitiche e forzaitaliote a Campobasso, sempre nel fine settimana è arrivato l’atteso, benché sofferto outing di Michele Scasserra per la candidatura a sindaco con il Polo civico. Il primo dato è che parliamo di candidati anagraficamente giovani, tanto più giovani in un mondo, quello della politica molisana, ricco di anni ma spesso di anni inutili e senza saggezza, motivi che potrebbero far preferire i patriarchi alle giovani leve. Inoltre parliamo di candidati che non hanno bisogno della politica per campare. E anche questo è un progresso. A Termoli, piazza notoriamente difficile, l’indicazione unitaria di Marone ha subito trovato l’insurrezione di tanti, a partire dall’ex sindaco Antonio Di Brino. Ma se Termoli ama, storicamente, la singolarità resta il fatto che un nome nuovo ci voleva e a nostro avviso inciderà. Senza contare la buona campagna elettorale che il movimento cinque stelle, di solito meno forte nei turni amministrativi, sta invece svolgendo proprio nella cittadina adriatica. Di Scasserra e del Polo civico abbiamo già detto. E’ un movimento energetico, reattivo che nasce dalla lettura della realtà quotidiana. E’ un aggregatore di speranze, ha dei leader (Scasserra e Romano) giovani e credibili, è in piena sintonia con le dinamiche profonde di un mondo che inesorabilmente cambia. Scasserra poi è forse davvero il candidato ideale. Campobassano verace e affabile, uomo colto e dal singolare tratto umano e amicale, imprenditore di successo, una bella famiglia al suo fianco. E oggi, in tempi disperati, per stimolare la speranza e far ritrovare la fiducia tutto si gioca sulle immagini, sulle emozioni e sulle sollecitazioni. La politica del terzo millennio ha bisogno di catalizzatori, di aggregatori di energie, di leader che aprono la mente e l’immaginazione più che di sterili programmi. Anche perché a livello economico le dinamiche sono chiarissime, il potere politico incide sempre meno e le ricette sono già li pronte, disponibili. Basta applicarle, sono dei software già confezionati. Centro destra o centro sinistra cambia poco o nulla, si tratta di sfumature. L’importante è la passione, l’impegno che uno spende in un ruolo, quello che si trasmette agli altri. Ed in questo il Polo civico ha centrato tutto questo, primo tra tutti nel Molise. In bocca al lupo, ne hanno ( e ne abbiamo) davvero bisogno. Due parole invece sul centro sinistra. Con Renzi al governo aveva la straordinaria opportunità di svolgere anche nel Molise il ruolo di innovazione e di svecchiamento che invece sembra essere oggi appannaggio di altri. Lo ripetiamo: Sbrocca e Battista sono persone degnissime e credibili ma sono in linea con la tradizione del Partito Democratico prerenziano, sono espressione diretta (Battista) o indiretta (Sbrocca) delle gestioni amministrative classiche del Pds, Ds e da ultimo del Partito Democratico bersaniano. La stessa Giunta Regionale non è riuscita sinora, nonostante il suo presidente si sia iscritto al Pd e venga conteggiato in quota Renzi, a mandare un messaggio potente di rinnovamento. La stessa neosegretaria del Pd, donna renziana della prima ora, sinora ha inciso poco su tutto questo bailamme. Forse è una questione di tempo. Ma forse non è solo quello. Forse è una questione di energia, di buttare il cuore oltre l’ostacolo costi quel che costi, di rilanciare sempre davanti alle difficoltà. In questo Matteo Renzi è bravissimo e spregiudicato (e non sappiamo neppure come andrà a finire). Una bravura che, evidentemente, non viene (ancora) replicata a livello locale.

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