Trasporti/ Gara TPL, la posizione della Faisa-Cisal

Riceviamo e pubblichiamo

La nostra O.S. ha sempre messo in luce le magagne del TPL regionale. Un servizio di trasporto oneroso ed inefficiente, oltre ad una mortificante e penalizzante situazione del personale, comandati a violare normative di sicurezza, con diritti non riconosciuti, scarsa considerazione, retribuzione fra le più basse d’Italia, a fronte di un maggior numero di km percorsi, con la beffa di un contratto di secondo livello, finanziato ed erogato dalla Regione alle quattro maggiori aziende, ma mai stipulato con le OO.SS.. Una situazione degradata che non ha apportato benefici né alla Regione (oltre ad un servizio incontrollato, il costo per la collettività è fra i più elevati in Italia), né alla collettività, autobus obsoleti e mal tenuti (anche se la Regione ha remunerato le quattro maggiori imprese riconoscendo loro tutti i costi ed anche l’ammortamento degli autobus, pur non essendosi visto alcun autobus nuovo nell’ultimo decennio), oltre ad una bigliettazione preistorica. Questa sintetica premessa è doverosa per esprimere il fondato desiderio di rinnovamento, auspicato con il bando di gara, che dia adito ad imprese più grandi e meglio strutturate di partecipare ed, eventualmente, aggiudicare. Imprese che siano attente più alla gestione che ad interessi particolari.

Da questo punto di vista ben venga il bando di gara, è una speranza di poter cambiare volto al trasporto regionale. Un volto che, a quanto pare ed esaminando gli atti del bando di gara, è confermato, con buona pace della società incaricata dalla regione di redigere lo studio per il bando e sostenitrice del doppio lotto, nonché della maggiore efficienza delle imprese con un numero di km non distante dai 4 milioni. Infatti, le società, che svolgono poco più di 4 mil/km, a fronte di un numero di km di percorrenza inferiore all’anno 2010 di circa un milione, hanno aumentato, rispettivamente, i dipendenti da 137 a 170 e da 127 a 159, con un aumento dei dipendenti con la qualifica di quadro del 50% e del 300%, contrariamente alle due imprese minori, cui sono stati calcolati i costi, che hanno ridotto l’organico. Per non citare che, fra gli autisti in organico, il cui parametro massimo è 183 (dopo 21 anni), si annida un quadro con il parametro massimo ed altri due, uno con parametro 210 ed un altro con parametro 193 (tanto paga sempre la collettività, non solo per il maggior costo, ma anche, probabilmente, con il vantaggio di potersi pensionare in anticipo di 5 anni, come mestiere usurante, cui appartengono gli autisti di autobus).

Certo, noi avremmo preferito che, oltre alla preparazione del bando di gara, la Regione si attivasse anche per la gestione corrente, per correggere molte delle storture esistenti. Detto ciò, dobbiamo prendere atto che sono state eliminate diverse assurdità esistenti ed illecite, che la rete, appena ridefinita, può essere soggetta a modifiche, anche migliorative, per tener conto di possibili variazione delle esigenze. Prendiamo atto anche della clausola sociale e del sistema premiante nel punteggio, qualora l’azienda s’impegni alla conservazione del posto di lavoro oltre l’anno (d’altronde le previsioni sono in linea con la Costituzione, con le normative comunitarie, nazionali e di giurisprudenza). Anche il costo a base di gara, considerato che non si sopporteranno gli oneri per l’ammortamento (notevole), in quanto gli autobus saranno forniti dalla regione, ci sembra equo. In ogni caso, non ci si può dimenticare delle previsioni del regolamento europeo, dopo la sentenza Altmark, la società che opera per un ente pubblico, oltre ad un utile di gestione, ha diritto al riconoscimento degli oneri sostenuti, pari a quelli di una efficiente media impresa (e questo non vuol significare che la Regione sia un bancomat che rimborsa tutti i costi, diversamente non c’è alcuna ragione di riconoscimento del rischio d’impresa e/o delle capacità tecniche ed organizzative). Apprezziamo anche che è prevista l’automatica decadenza in caso di particolari violazioni, contrariamente alla “possibilità” dell’ente regionale, prevista attualmente.

Un rilievo da fare è quello che fra le causali per l’automatica decadenza avremmo voluto anche il mancato pagamento delle quote ai fondi previdenziali (il non versare le quote compromette il futuro previdenziale degli addetti al settore) e per la violazione delle regole del riposo settimanale (d’altronde è prevista nello stesso Codice della Strada (art.174) la sospensione, qualora la violazione superi determinati limiti). Altro appunto è che gli elenchi del personale avrebbero dovuto contenere sia i nominativi sia le sedi di residenza, dati necessari in caso di trasferimento di personale fra cedente e cessionario, altrimenti le OO.SS., nel verbale di cui all’art.47 della L.428/90, non potrebbero verificare la congruità dei lavoratori trasferiti e pronunciarsi sulle sedi di lavoro, nonché su tutte le garanzie individuali e collettive (la privacy qui non c’entra nulla).

p. LA FAISA – CISAL MOLISE GIGLIO PASQUALE

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