Smart working per oltre 305mila lavoratori

Il report “Smart working ed evoluzioni normative’, redatto da Jobsinaction, elaborando i dati dell’osservatorio del Politecnico di Milano, presentato nella sala Koch del Senato, fa il punto sulle evoluzioni normative applicate ai lavoratori , da cui emerge che ” sono più di 305.000 i lavoratori in Italia che grazie ad accordi possono scegliere dove, quando e come lavorare; si tratta di impiegati, quadri e dirigenti che lavorano in aziende pubbliche o private con più di 10 dipendenti.
Annamaria Parente, capogruppo Pd in commissione Lavoro del Senato, promotrice dell’iniziativa ha affermato: “Obiettivo è incoraggiare lo sviluppo dello smart working attraverso politiche ad hoc, per; aumentare la partecipazione nel mercato del lavoro a persone con disabilità e aiutare la conciliazione lavoro famiglia, il diffondersi di questa modalità di lavoro ci pone difronte all’obiettivo di potenziare la cura e il riconoscimento delle competenze, una grande sfida che passa per il rafforzamento dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro.
Innovazione tecnologica e nuove esigenze portano al superamento della giornata lavorativa classica arrivo di mattina in ufficio e uscita pomeridiana dall’azienda,con diritto al riposo e alla disconnessione, ci sono azioni che potrebbero essere normate per supportare efficacemente quanto previsto dalla legge e adattarla ai cambiamenti culturali e tecnologici in atto.
Dal report emerge la necessità di promuovere a livello contrattuale un modello di organizzazione del lavoro con nuovi approcci manageriali, gestione delle risorse umane e flessibilità degli orari più orientata a limiti di orario settimanale e non giornaliero, con nuovo modo di concepire mansioni, compiti e giornata lavorativa priorizzando i risultati dell’attività, piuttosto che le ore impiegate per realizzarla.
Interessanti tra le testimonianze, quella di Silvia Candiani, amministratore delegato Microsoft Italia “In Microsoft lo smart working è stato introdotto oltre 10 anni fa: questo ha consentito di organizzare il lavoro in modo più flessibile e attento alle responsabilità dei singoli. Il 79% dei dipendenti dichiara di essere più produttivo, l’80% ha migliorato il tempo vita-lavoro, l’ augurio che siano sempre più numerose le aziende a implementare il lavoro agile e a coglierne opportunità e benefici.
Andrea Ciccolini, vicepresidente & Cio, Whirlpool Emea. “La standardizzazione dei processi e la possibilità di operare all’interno di un’organizzazione snella, ovunque ci si trovi, non rappresentano più una scelta ma una necessità, lanceremo un progetto pilota che guiderà la trasformazione per l’intera area Emea e che si basa sull’applicazione dello smart working per tutti i dipendenti operativi nelle sedi direzionali e amministrative presenti in oltre 20 nazioni”.
Giuliano Poletti ministro del Lavoro ha sottolineato”Una legge giovane che permetta di stare in connessione con un mondo dinamico, consegna strumenti importanti, ma la transizione verso una reale applicazione dello smart working deve essere armonizzata con i bisogni delle persone, maggiore integrazione e sostenibilità con le esigenze delle persone diventano centrali insieme alle competenze e al diritto alla disconnessione”.
Io qualche perplessità la esprimo sulla base della piccola esperienza avuta in due imprese del settore dove sindacalmente ho operato, sia lo smart Working sia il telelavoro sono stati adattati alle esigenze delle persone che ne facevano richiesta piuttosto che ad un’organizzazione derivante da una legge.
L’estensione totale dello smart Working snatura il senso del lavoro comunitario e taglia una serie di posti di lavoro nel settore dei servizi.
Alfredo Magnifico

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