Rapporto “Fair Progress”: se nasci povero, resti povero

I dati del rapporto “Fair Progress”, commissionato dalla Banca Mondiale per controllare il funzionamento dell’ascensore sociale; analizzando gli indici di diseguaglianza e di opportunità, la trasmissione del reddito e dello status tra generazioni, la mobilità nell’istruzione, fa emergere che se nasci povero, resti povero: dall’analisi risulta che nessun Paese è peggiore dell’Italia per immobilità sociale.
Questo record negativo, non paragonabile a debito pubblico, deficit, giovani Neet ed evasione fiscale, fa più paura; perchè l’immobilità sociale non la cerchi, ma ti capita, in breve la tua vita non dipende da te ma dalla famiglia in cui sei nato, qualcosa si è inceppato, il reddito dei figli è determinato dal livello di quello dei padri: condizione unica in Europa, paragonabile solo a Regno Unito e Stati Uniti.
Il punto di partenza della vita è una lotteria; nel mondo nascono 400 mila bambini, nessuno di loro sceglie il genere, l’appartenenza etnica, il luogo in cui si viene al mondo, le condizioni economiche e sociali della famiglia.
La Banca mondiale nel rapporto della mobilità tra generazioni analizza quanto il livello di vita e di benessere di una generazione è migliorato rispetto a quella precedente; e quanto la posizione di ciascuna persona sulla scala economica dipende da quella dei suoi genitori.
Le due cose vanno insieme: periodi di forte crescita economica fanno fare salti di benessere da una generazione all’altra e rendono più facile ai figli emanciparsi dallo status dei genitori, questo è successo nel mondo occidentale negli anni Cinquanta e sta avvenendo ora in paesi come Cina e India, mentre in molti paesi in via di sviluppo la mobilità sociale da genitori a figli è bloccata.
Siamo al contrappasso, la crescita si è fermata, la marea che portava avanti tutte le barchette si ritira, per anni la crescita ha consentito a tutti di migliorare le proprie posizioni, sono stati fatti passi avanti nel rapporto tra titoli di studio, negli ultimi venti anni, da quando si è fermata la debole crescita economica, si è evidenziato il blocco dell’ascensore sociale.
Lo stop evidenzia che l’ascensore non ha mai funzionato bene: l’Italia è uno di quei paesi nei quali non c’è uno stretto rapporto tra istruzione e reddito, in altre parole, il titolo di studio dei genitori è meno importante di prima nel definire il futuro dei figli, l’operaio può avere il figlio dottore, ma è poco rilevante nel determinare le opportunità relative a lavoro, reddito, benessere.
L’aumento del divario tra ricchi e poveri non è un fenomeno inevitabile, ma conseguenza di scelte politiche e il balzo in avanti nell’istruzione non ha avuto effetti su reddito e benessere.
A parità di istruzione, il peso della famiglia di origine fatto di; status sociale, conoscenze, relazioni amicali, torna prepotente e si fa sentire di più, in contesti fermi, dove è maggiore la disoccupazione c’è minore apertura, tutto ciò spiega che la nascita condiziona il futuro, il benessere, la tenuta sociale.
I bambini che nascono oggi staranno meglio di noi? sei su dieci dicono no, mentre 4 su 10 ritengono di stare meglio dei propri genitori.
Alfredo Magnifico

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