L’opinione/Il vero indennizzo è continuare a lavorare

La situazione, per molti versi, irreale che molti lavoratori stanno soffrendo in Italia è gravissima.   Da un anno, per qualcuno forse più, il ciclo lavorativo è fermo, e grazie ad una politica scellerata si continuano a percepire sussidi, redditi di cittadinanza, casse integrazioni tutto denaro pubblico, soldi della collettività, senza restituire niente alla collettività.

Questa è una battaglia che porto avanti da una vita sempre ostacolato da sommi Soloni del sindacato e della politica, gli uni col problema di perdere tessere gli altri con il problema di perdere pezzi di elettorato o ancora peggio di poter ritenere queste persone dei “mangia pane a tradimento” o nulla facenti.

La domanda della mia vita, che prima di tutto mi sono posto a me stesso e poi a colleghi e politici:” perché chi ha sussidi o casse integrazioni non deve restituire in termini di lavoro socialmente utile alla società?” la domanda fino ad oggi è rimasta senza risposta.

Se è vero che ci sono edifici pubblici che avrebbero bisogno di avere manutenzione, strade che avrebbero bisogno di essere pulite, siti archeologici, ville, parchi che grazie a tanti zozzoni avrebbero bisogno di essere ripulite o l’erba sfalciata, perché non affidare queste persone ai sindaci e mandarli a lavorare per mantenere decoroso tutto il bene pubblico, e pagarli con i tanto vituperati Waucer che potrebbero sostituire gli aiuti a Babbo morto, ho o sto teorizzando un’eresia?

Abbiamo avuto persone che per anni sono state additate come esempio di altruismo e indicati come benefattori dell’umanità hanno aperto ospedali, scuole, ricoveri per bisognosi senza percepire redditi di cittadinanza o sussidi, tra questi annovero mio padre e quelli della sua generazione che la mattina andando nei campi e la sera ritornando a piedi per strade di campagna stavano sempre in movimento, nonostante la stanchezza, se c’era erba che impicciava tagliavano ,se c’era qualche pietra caduta dai muri a secco la risistemavano.

La generazione che è nata poco prima della seconda guerra mondiale ha saputo prendere a quattro mani tutti i benefici che sono stati frutto degli aiuti del piano Marschal.

Una classe politica preparata e lungimirante, sanità pubblica efficiente, pensioni ricche, lavoro garantito da leggi tutelanti, un benessere che l’umanità non aveva mai conosciuto.

la stessa generazione ha, come il padre dilapidatore, distrutto tutto quello che aveva costruito, non più una classe politica preparata e lungimirante ma una classe politica inesperta e arraffa –arruffa di scappati di casa,via la sanità pubblica efficiente per fare spazio ad una sanità privata brava a rifare tette e culi, cancellata tutta la legislazione lavoristica che aveva dato dignità alla classe lavoratrice sostituta da leggi che hanno legalizzato la schiavitù e fatto in modo tale che i migliori cervelli siano fuggiti in esilio all’estero, un sistema pensionistico di benessere sostituito da un sistema pensionistico da morti di fame.  

 Forse solo una rivoluzione culturale che parta dalle giovani generazioni, sull’esempio del 68, con coraggio e spirito di iniziativa potranno garantire un futuro migliore.

Affrontare la situazione attuale, ci vuole grande coraggio per portarla avanti, evitando crisi identitarie e frustrazioni, basta con aiuti elargiti senza alcuna finalità perché questi soldi non danno frutto, ma occorre dare opportunità di lavorare.

Le istituzioni nell’arco di un anno, al di là delle difficoltà, non sono state in grado di fare il loro dovere per affrontare problemi e per disegnare una società più giusta e più equa, ancora oggi si parla di premiare; furbini furbetti e furboni con condoni.

Praticamente… se non metteremo in chiaro la realtà, se non recuperiamo il senso del dovere, se non rivalutiamo la dignità; se non moriremo di Covid, moriremo di inedia.

Alfredo Magnifico

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