Licenziamenti, crolla il contenzioso tra lavoratori e aziende

Dal censimento permanente dei procedimenti giudiziari,trasmessi dal ministero della Giustizia in materia di lavoro  emergono dati impressionanti;dal 2012 al 2016 le cause di lavoro del settore privato in Italia sono scese del 33% e sono scese del 69 per cento le liti sulla cessazione del rapporto di lavoro,notevolissima la riduzione del numero complessivo delle liti davanti alle sezioni specializzate, nel settore privato: dal 2012 al 2016 sono diminuite di un terzo, ancora più drastica è la riduzione in atto, nello stesso settore, delle liti in materia di licenziamenti e di contratti a termine: nello stesso quinquennio il numero di questi procedimenti giudiziali si è ridotto del 69 per cento. La legge n. 92 del 2012, la Fornero, che ha innescato questo processo virtuoso di allineamento del tasso italiano di contenzioso in materia di lavoro ai livelli degli altri maggiori Paesi europei, prevede il monitoraggio degli effetti prodotti, in funzione di una valutazione pragmatica e rigorosa dell’impatto della nuova normativa. La deflazione del contenzioso si manifesta in queste dimensioni soltanto nel settore del lavoro privato mentre nel settore pubblico il contenzioso  nello stesso quinquennio si è ridotto soltanto del 13 per cento. Sulla riduzione dei procedimenti in materia di licenziamenti ha fortemente influito la nuova disciplina contenuta nella Fornero, che ha ridotto la «posta in gioco», limitando drasticamente la discrezionalità del giudice nel disporre la reintegrazione nel posto di lavoro e ponendo dei limiti precisi, da 12 a 24 mensilità, al risarcimento ottenibile dal lavoratore nel caso di sentenza favorevole, che invece prima era illimitato e poteva raggiungere cifre colossali nel caso in cui il procedimento si fosse protratto per molti anni.

Ridurre la posta in gioco significa costringere alla conciliazione tra le parti, che evita la lite giudiziale, infatti, dal 2013 si era registrato un brusco aumento delle conciliazioni, soprattutto in materia di licenziamento per motivo «oggettivo», cioè economico od organizzativo,questo calo dell’attività di avvocati, giudici e cancellerie è una conferma di quello «smantellamento delle protezioni», che dalla legge Treu del 1997 in poi viene immancabilmente denunciato a ogni nuova legge in materia di lavoro.il numero complessivo delle cessazioni del rapporto, che all’inizio del quinquennio era superiore a quello delle assunzioni, da 2 anni è inferiore,mentre fino a qualche anno fa ogni licenziamento generava quasi automaticamente una controversia giudiziale oggi al contrario dalla legge Treu passando per la Fornero fino al jobs act o contratto a tutele crescenti, hanno spazzato come un tornado il diritto del lavoro ed i diritti dei lavoratori.

Un lavoratore si lamenta perchè non gli vengono pagati gli straordinari, non gli vengono date le ferie o viene trattato male e senza rispetto dal datore di lavoro cosa può fare? Nulla. Perchè se accenna solo minimamente da alzare la testa rischia di essere licenziato per un qualsiasi motivo;esigenze aziendale,crisi economica,risparmio di costi,soppressione della figura professionale, nella migliore delle ipotesi dovesse vincere la causa .Prenderebbe pochi spiccioli.Il diritto del lavoro è oramai praticamente un libro fatto di pagine bianche!

Alfredo Magnifico

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