La crisi cancella i giovani imprenditori del commercio

Arriva il grido di allarme dall’Osservatorio Confesercenti sulle imprese del commercio e del turismo, che a fronte dell’emorragia tra i giovani registra una sostanziale tenuta degli over 40, 17 mila in più, con un saldo finale negativo di oltre 8 mila imprenditori in meno. Ripresa debole, come dimostrano i dati sul Pil (+0,3% nel primo trimestre dell’anno) e non per tutti (come emerge dalla deflazione che strozza i consumi).  A soffrire è, soprattutto, il settore del commercio con i testa i giovani imprenditori: nei primi tre mesi del 2016, quando il Pil rialzava la testa, i titolari e i soci d’impresa con meno di quarant’anni sono diminuiti di oltre 25 mila unità.
Nel primo trimestre del 2016 si registra una riduzione dei titolari e dei soci di ogni età in quasi tutti i settori: gli unici comparti con segno positivo sono il commercio ambulante , il commercio per corrispondenza o attraverso internet, il commercio al dettaglio di prodotti alimentari ed il commercio di prodotti per la telefonia. A portare in negativo il bilancio complessivo sono i giovani: gli imprenditori con meno di 40 anni diminuiscono in tutti i comparti del commercio, dei pubblici esercizi e della ricettività, i maggiormente colpiti dall’emorragia sono la distribuzione moda, (che vede scomparire oltre 2.800 titolari o soci con meno di quarant’anni), seguita dalla ristorazione mobile (-2.073), il cosiddetto ‘street food’, che lo scorso anno è stato protagonista di un vero e proprio boom, e dai bar (-1.963).
Meglio vanno invece gli over40, che, grazie all’esperienza, alla conoscenza più approfondita del settore e una maggiore disponibilità di risorse economiche si mostrano più resistenti ai contraccolpi della crisi , registrando saldi positivi in quasi tutti i comparti, annullati dai risultati negativi dei giovani.
Gli over 40 vanno meglio anche in comparti apparentemente “giovani” come il commercio di computer, unità periferiche e attrezzature per ufficio o il commercio online.
In un mercato globalizzato e competitivo come quello attuale, improvvisarsi imprenditori è una missione ormai quasi impossibile.
Migliaia di giovani, la fascia più colpita dalla disoccupazione, tentano, illusoriamente, ogni anno la via dell’impresa, aprendosi un negozio o un pubblico esercizio per crearsi da soli quel posto di lavoro che per loro, purtroppo non c’è.
Per evitare l’illusione e per dare una prospettiva, occorrerebbe investire sulla formazione, attraverso l’istituzione di crediti formativi e cicli di formazione continua. Occorrerebbe che venga messa in campo un piano di sostegno alle nuove imprese per traghettarle verso il consolidamento, riducendo le imposte per i primi anni di vita ed estendendo i provvedimenti di fiscalità agevolata.
Alfredo Magnifico

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