Imprenditoria molisana, l’idea della Fondazione Quid Novi per il rilancio

L’idea: un protocollo d’intesa con i Comuni per intercettare e ottimizzare l’impiego di fondi pubblici. Guanto di sfida alla Regione Molise: “Non è riuscita a creare una struttura di supporto ai 136 comuni molisani”

Welfare, impresa, agricoltura, turismo, digitalizzazione e infrastrutture: parole-chiave di un tempo presente, in molti luoghi ma non in questo. Non in Molise, dove il mondo dell’imprenditoria sembra non meritare futuro. Nessuna strategia di sviluppo, finanziamenti a pioggia scriteriati, fondi pubblici maldestramente intercettati e, spesso, letteralmente perduti per via di manifeste incapacità gestionali e di visione. Un’analisi cruda ma obiettiva della realtà che ha portato gli ideatori di Quid Novi – la Fondazione pensata da Francesco Caterina e Mauro Bonello – a strutturare un progetto in grado di offrire opportunità concrete di crescita ai tanti imprenditori, molisani e non, interessati ad investire nella regione più giovane d’Italia.
“Sinergia Molisana” è la sintesi di tante riflessioni che, muovendo dall’esame delle criticità, hanno condotto alla strutturazione di un progetto ragionato e realizzabile che nell’azione sinergica individua la chiave del successo.

Cosa ha impedito all’imprenditoria molisana di progredire?
Quali competenze e che strumenti sono richiesti, oggi, dal mercato? Cos’è che manca davvero a questa terra, posto che nulla davvero è a mancare?
“L’impiego di fondi europei, nazionali o regionali è un’operazione che si è dimostrata fallimentare nei modi fin qui adottati” – spiega uno dei fondatori di Quid Novi, Francesco Caterina – “Nonostante gli insuccessi conseguiti, la Regione non è riuscita a creare una struttura seria e funzionale di supporto ai 136 Comuni molisani, in grado di progettare, rendicontare e attirare co-finanziatori capaci di sostenere progetti imprenditoriali nei tanti settori trainanti l’economia contemporanea. Assistiamo soltanto a sporadiche, quanto inservibili, iniziative che spargono a ventaglio risorse economiche in progetti privi di senso e fini a se stessi, di certo non in grado – poiché lo si è dimostrato – di generare lavoro e benessere per la collettività”.
”È triste vedere assegnati milioni di euro dall’Europa ed usarne, male, meno del 10%” – ha aggiunto Mauro Bonello, altro vertice della Fondazione – “Quid Novi è il primo incubatore ed acceleratore individuale, perché le imprese, le pubbliche amministrazioni e qualsiasi gruppo organizzato rappresentano, per noi, un insieme di individui che operano per un obiettivo comune, dunque non si può prescindere dal lavoro sulla persona se si vogliono raggiungere risultati concreti in altri ambiti della società”.
Cos’è Quid Novi?
Quid Novi si è già distinta in ambito internazionale per aver avviato, finanziato e coordinato il progetto “Molisefood” che, a meno di un anno dall’inaugurazione del primo punto vendita, ad oggi ha all’attivo 6 negozi e 3 nuove aperture, in Italia e all’estero; sulla scorta di tali successi, la Fondazione ha deciso di mettersi nuovamente in gioco, facendo il punto sulla gestione ottimizzata dei finanziamenti pubblici per enti ed aziende. Solcando la via della cooperazione, è nata una nuova squadra progettista composta dal vicepresidente di Quid Novi e della Fondazione Italo Cinese, Francesco Caterina, già Presidente della Confederazione Italiani nel Mondo (CIM) per il Lazio, dall’editrice e titolare di una scuola di formazione, Carmen Lora e dall’imprenditore nel settore hi-tech ed Horeca, Roberto Ciccolini.

La squadra
“Una squadra che gestirà tutti gli aspetti necessari per far convergere investitori sul territorio dei Comuni oggetto del protocollo di intesa, pronta ad attivarsi nelle operazioni di individuazione dei bandi, co-finanziamenti e rendicontazione” – fanno sapere i promotori dell’iniziativa che, in particolare, attraverso le parole di Roberto Ciccolini, specificano: “Il Molise, così come anche il Sannio e l’Abruzzo, hanno bisogno di sfruttare e ottimizzare il flusso di opportunità che l’Europa rende disponibili. È fondamentale, per rallentare lo spopolamento delle aree in questione, intercettare e ottenere più fondi possibili per migliorare la micro-economia locale, creare infrastrutture utili (e non parliamo di palestre e affittacamere) e polarizzare pian piano investimenti privati a supporto della spesa pubblica”.

Un’idea nata nel 2018
Un’operazione, quella di “Sinergia Molisana”, che ha inizio il 15 dicembre 2018 a Roma, nell’ambito dell’incontro operativo “meet and green” promosso dal Comitato Imprese dell’associazione Forche Caudine. Il lockdown ha provocato degli inevitabili rallentamenti ma l’attività progettuale è proseguita ugualmente; un periodo di apparente stallo perché, di fatto, le occasioni di studio e progettazione sembrano essersi amplificate: “Abbiamo colto un’opportunità, quella di un tempo dilatato, per dar corpo ad un’idea nella miglior forma possibile – spiegano i membri di Quid Novi – un progetto che prevede il coinvolgimento di più Comuni per ottenere un risultato positivo e vantaggioso per l’intero territorio, superando i campanilismi e le dinamiche locali che tendenzialmente sono in disaccordo con gli interessi dei cittadini e delle imprese”. La vocazione internazionale dell’iniziativa ha intercettato l’interesse di due giovani Europarlamentari che hanno scelto di supportarla anche sul piano pratico, dotando la struttura operativa di un ufficio a Charleroi dove espletare le attività di tipo logistico, quali l’individuazione e la cernita di bandi e finanziamenti.

Il ruolo degli amministratori locali
“Ci siamo confrontati con gli amministratori e gli imprenditori – ha aggiunto Mauro Bonello – e ciò che è emerso è un dilagante senso di frustrazione, figlio della delusione e del più becero senso di sfruttamento: utilità all’occorrenza e totale mancanza di know how per individuare, progettare e presentare bandi a portata di bilancio comunale. Inoltre – ha continuato – molti bandi prevedono una co-partecipazione nel capitale investito ed è difficile individuare aziende, o investitori in genere, disposti ad investire in una regione, in un Comune dove, ad oggi, ci soni zero prospettive di sviluppo serio e progressivo”.


L’analisi delle criticità presenti sul territorio regionale rappresenta un elemento imprescindibile alla strutturazione degli interventi da porre in essere, così come sottolineato dal vice-presidente di Quid Novi, Francesco Caterina: “Troviamo inaccettabili le scelte compiute da alcune amministrazioni locali che, con sconfortante consuetudine, hanno preferito ‘correre ai ripari’ piuttosto che ingegnarsi nell’individuazione di progetti vincenti; le soluzioni fin qui adottate ci sono apparse intenzionalmente generiche, approssimative e profondamente incerte, dedite più che altro alla formazione e all’associazionismo, ambiti di indiscusso valore e interesse ma insufficienti, da soli, ad incrementare logiche di sviluppo concreto. Un passo in avanti che in molti hanno scelto di non compiere, limitandosi a pubblicizzare iniziative ‘di facciata’ da riciclare all’occorrenza, specie a ridosso della campagna elettorale.

Spiace doverlo affermare – ha continuato Caterina – ma siamo giunti al punto di non ritorno e tacere dinanzi ad errori annunciati è qualcosa che non possiamo più permetterci. ‘Sinergia Molisana’ è un progetto studiato e ragionato a beneficio delle amministrazioni comunali del territorio molisano: a noi piace vincere nei progetti ma per farlo è indispensabile cucire l’abito addosso al cliente, un abito nuovo e in linea con le tendenze del momento; le rimanenze di magazzino le lasciamo agli altri”.
“Sinergia Molisana” ha già catturato l’interesse di alcuni amministratori locali (parte di loro ha già effettuato delibere comunali ad hoc, altri le stanno programmando), ora che il Paese sembra voler ripartire seriamente nel sostegno fattivo al mondo dell’imprenditoria; il capofila individuato per il progetto è il Sindaco di Roccamandolfi, Giacomo Lombardi.

“Parlare con Giacomo Lombardi ha confermato quanto pensavamo – ha spiegato Francesco Caterina – Amministratori giovani e dinamici sono rallentati dalla mala-gestione dei diretti superiori, dalla Regione in particolare, complice di un arresto immotivato allo sviluppo economico della collettività. L’atteggiamento con il quale si è guardato in questi anni ai finanziamenti pubblici è qualcosa che dobbiamo lasciarci alle spalle: lo spreco è stato violento, spropositato e ci ha condotti, paradossalmente, all’impoverimento del territorio, a beneficio di pochi fortunati. Non funziona più e oggi più che mai, anche alla luce di quello che il Covid ci ha mostrato, è necessario puntare ad un risultato positivo: investire in una struttura capace di creare utili. L’ente che investe – ha concluso Caterina – deve essere in grado di generare occupazione perché solo così si potrà contribuire fattivamente alla realizzazione di un benessere collettivo, fattore determinante per la salvaguardia di un territorio”.

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