Di Giacomo (Ass. Cultura e Solidarietà) – I conti non tornano, ultimi per turisti e primi per spesa Pnrr pro-capite

“Mentre tutte le Regioni del Sud scommettono ed investono sul turismo come autentica
risorsa per l’economia locale e l’occupazione, il Molise è la regione meno visitata d’Italia e
non ci sono progetti per superare questa situazione”.

Così Aldo Di Giacomo, presidente Associazione “Cultura e Solidarietà” riferendo che, secondo i dati Eurostat, il Molise ha registrato, al 2017, solamente circa 42 mila notti trascorse in una struttura turistica. Si posiziona così 232, penultima nella classifica. Peggio del Molise solamente Melilla, città autonoma spagnola che si trova sulle coste marocchine. Qui sono state registrate solamente circa 30 mila notti in strutture turistiche.

“Tutto questo accade in una regione che – aggiunge – ha molto da offrire specie al target turistico che cerca una vacanza tranquilla non essendo il territorio certamente affollato dai turisti, oltre ad un patrimonio ambientale e naturalistico, storico e monumentale e 35 km di litorale pressoché incontaminato.

Ma in contemporanea con i dati Eurostat sono stati diffusi quelli del Pnrr con il primato del Molise dove arriveranno fino a 5.650 euro per abitante (per avere un’idea, in Liguria 3.658, in Campania 1.978). Un primato che – sottolinea Di Giacomo – non trova riscontro in interventi di sviluppo proprio nel turismo. Si tratta invece di far tesoro dell’esperienza del Comune di Castel del Giudice (Isernia), del progetto relativo al ‘Bando Borghi’ per la rigenerazione del territorio e lo sviluppo sostenibile finanziato dal Pnrr con 20 milioni di euro.

È sui borghi che si deve puntare nel duplice obiettivo di qualificare l’accoglienza, l’ospitalità e i servizi turistici e bloccare lo spopolamento. La rigenerazione dei borghi è essenziale attraverso il sistema dei saperi e delle competenze locali, basati sugli assi della cultura e turismo, sostenibilità e biodiversità, inclusione e custodia sociale, dimostrando che si può fare innovazione facendo rete con le esperienze virtuose che caratterizzano le aree interne dell’Appennino e disegnando insieme un nuovo futuro.

Per fare questo però – dice il presidente di Cultura e Solidarietà – c’è bisogno di un
cambiamento epocale, di una classe dirigente non formata da professionisti della politica
quanto piuttosto di giovani che hanno dato prova di amministrare aziende e società e
quindi hanno quel piglio manageriale fondamentale per cogliere opportunità, come il Pnrr
e i fondi comunitari, per la rinascita”.

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