Cala il numero dei pensionati, si allarga la forbice Nord-Sud su assegni

Nel report “Condizioni di vita dei pensionati” relativo agli anni 2016-2017 promosso dall’Istat viene fuori un’analisi nella quale si confermano alcune tendenze in atto da alcuni anni: la progressiva diminuzione dei pensionati e dei percettori di pensione che risultano occupati, la riduzione del divario reddituale e il relativo miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie con pensionati rispetto a quelle senza.


Nel 2017 i pensionati sono 16 milioni, 23mila in meno rispetto al 2016 e 738mila in meno rispetto al 2008, e percepiscono in media un reddito pensionistico lordo di 17.886 euro 306 euro in più sull’anno precedente, le donne sono il 52,5% e ricevono in media importi annui di quasi 6mila euro più bassi di quelli degli uomini.


Continuano ad ampliarsi le differenze territoriali: l’importo medio delle pensioni nel Nord-est è del 20,7% più alto di quello nel Mezzogiorno, era il 18,2% nel 2016 e 8,8% nel 1983, primo anno per cui i dati sono disponibili.
In termini di importi medi, le differenze di genere rimangono marcate anche se in riduzione: per le pensioni di vecchiaia +72,6% a favore degli uomini nel 2005, +62,1% nel 2016, +60% nel 2017.


Il reddito netto dei pensionati residenti in Italia nel 2016 risulta in media pari a 14.567 euro annui +1,8% rispetto al 2015. Il cumulo di più trattamenti pensionistici sullo stesso beneficiario è meno frequente tra i pensionati di vecchiaia, riguarda il 28,2% dei pensionati, mentre è molto più diffuso tra i pensionati superstiti (67,4%), in grande maggioranza donne (86,5%).


Scendono i percettori di pensione che risultano occupati, 411mila nel 2017 mentre erano 432mila nel 2016; -20,3% rispetto al 2011, uomini in tre casi su quattro, di questi l’85% svolge un lavoro autonomo, i due terzi risiedono al Nord e quasi il 50% ha un titolo di studio superiore alla licenza media.
Alfredo Magnifico

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