Emergenza profughi a Monteroduni: urgenza di un chiarimento con il Ministero degli Interni

Alle 19.00 del 7 aprile 2014, una delegazione dell’Associazione Sociale e Culturale “Padre Giuseppe Tedeschi” ha incontrato i volontari della Comunità di Sant’Egidio e gli amministratori comunali di Monteroduni presso l’Hotel Holiday dove sono ospitati 40 profughi. Alla riunione hanno preso parte il parroco di Monteroduni Don Paulin Mama, originario del Camerun, l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Michele Petraroia e diversi cittadini che si sono adoperati in questi giorni per garantire l’approvvigionamento di generi alimentari, di vestiti e di cure mediche, tra mille difficoltà di ogni ordine e grado.

Dall’incontro è emerso sostanzialmente che la struttura privata, che ha firmato la Convenzione con il Ministero degli Interni per assicurare vitto e alloggio ai profughi, non ha la disponibilità finanziaria per anticipare le spese con la conseguenza che i volontari si sono dovuti sostituire di fatto alla struttura privata per evitare che gli immigrati restassero senza pasti e senza il minimo di risposta. Il Sindaco di Monteroduni, Custode Russo, e l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali hanno evidenziato l’urgenza di un chiarimento con il Ministero degli Interni che dovrebbe tenersi il prossimo 11 aprile presso la Prefettura di Campobasso di concerto con il Tavolo Regionale sui flussi migratori a cui parteciperanno l’ANCI, le Forze dell’Ordine, l’ASREM, l’Ufficio Scolastico Regionale, le forze sindacali e le associazioni umanitarie. Sia il Comune che la Regione si sono rivolti formalmente al Ministero degli Interni per chiedere spiegazioni sull’accaduto e per superare una vicenda paradossale che scarica sul volontariato gli obblighi in capo alle istituzioni nazionali, fermo restando la disponibilità sia del Comune che della Regione a fare la propria parte in positivo per risolvere il problema.
A margine dell’incontro la delegazione dell’Associazione “Padre Giuseppe Tedeschi” si è intrattenuta con il parroco del Camerun sulla situazione di disagio che vivono le comunità cristiane nel Nord del paese dove sono stati sequestrati due missionari di Vicenza e dove si trovano gli orfanotrofi della Mater Orphanorum di Cercemaggiore. A tal proposito proprio nel pomeriggio si è avuta la possibilità di parlare con la nostra volontaria di Jelsi che da gennaio opera nell’orfanotrofio di Ngaoundéré e che da diversi giorni non era raggiungibile né telefonicamente né attraverso gli strumenti telematici. Inutile nascondere l’apprensione, condivisa anche da Don Paulin che ha ricordato come le zone situate a nord, distanti 1200 km, dalla capitale Yaoundé, a confine con la Nigeria, siano le più esposte alle azioni dei gruppi islamici.

Il Presidente Maria Perrotta
Il Responsabile dei Migranti Chiara D’Amico

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