Cucina e dintorni/Cambia la ‘cultura’ dei pranzi elettorali

Il clima, in verità quasi completamente spento, di questa campagna elettorale mi ha riportato alla mente usanze che stanno cambiando nell’enogastronomia molisana. Tra gli appuntamenti mancati in queste ultime due settimane figurano anche pranzi e cene elettorali; intendiamoci, non è che non ce ne siano stati, ma in maniera decisamente minore rispetto al passato. Il fenomeno è in parte dovuto alle nuove formule aggregative imposte dalla tecnologia; i contatti avvengono sulla rete, i gruppi sui social o su Whats App sono diventati la facile occasione d’incontro e dialogo per i politici e sono decisamente più convenienti economicamente rispetto al convivio. Ma non basta. Il rapporto tra politica e cittadini è cambiato, è meno confidenziale, più distaccato ma anche meno chiaro; la gente non si fida della politica e dei politici e tende a non farsi vedere con loro in occasioni ludiche e , soprattutto, in luoghi pubblici. La politica non piace più e non attira; gli incontri non virtuali si consumano al più nelle segreterie e non nei ristoranti. E’ poi crollato un substrato economico che garantiva queste spese; i partiti non offrono più sostegno economico ai candidati e questi mantengono i cordoni della borsa piuttosto stretti. Così è tutto mutato e sono tramontati oramai da tempo i ristoranti ‘cult’ per politici e partiti; aldilà dell’aspetto meramente economico e del danno per il settore commerciale, quello che si nota è che il clima conviviale diventa sempre più ristretto a poche categorie, soprattutto amici, parenti ed occasioni tradizionali (matrimoni, battesimi, comunioni, ecc..) e che il parlare dietro il tavolo del ristorante, sorseggiando del buon vino e degustando ottima cucina, viene troppo spesso sostituito dalla fredda tastiera di un tablet o da un cellulare. Non sempre essere al passo con i tempi vuol dire migliorare. LA RICETTA DELLA SETTIMANA.Minestra rustica di orzo. In pentola orzo, cipolla, carota, patata, porro, due sedani, due salamelle, spicchio d’aglio, sale, e salsiccia, con le verdure tagliate a dadini. Cuocere il tutto e servire con un filo d’olio d’oliva e abbondante manciata di pepe.

Stefano Manocchio

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