Vicenda Lidl, la replica della Società Potito: conferito il mandato per promuovere appello in Consiglio di Stato

Riceviamo e pubblichiamo

In riscontro ad articoli apparsi sulla stampa relativamente alla questione del centro commerciale (LIDL) in zona Colle delle Api sulle aree di proprietà della scrivente società (Potito spa), nel precisare che il sottoscritto ha già conferito mandato ai propri legali (studio legale Ruta) di promuovere appello in Consiglio di Stato, ritengo grave e sconfortante che tali vicende giudiziarie, già più volte chiarite presso le autorità competenti, con più sentenze del Tribunale (Tribunale Civile di Campobasso n.300 del 24.4.2012), della Corte di Appello (Corte di Appello di Campobasso, n.16/2017) e del Consiglio di Stato (Sentenza definitiva del Consiglio di Stato n°4416/15) – sentenze che hanno costantemente e candidamente ribadito e riconfermato la validità e l’idoneità del contratto di compravendita dei beni a suo tempo ceduti alla sottoscritta – possano, oggi, essere messe in discussione, ancora una volta, sulla base valutazioni/ricorsi, già a suo tempo sconfessati in sede di appello, ricorsi peraltro, sotto altri profili, verosimilmente tardivi e inammissibili (come già prospettato in sede giudiziaria).
A riguardo, ciò che desta evidente stupore per un operatore economico (ed un comune cittadino), è la circostanza che mentre il Consiglio di Stato, con una sentenza definitiva (Sentenza definitiva del Consiglio di Stato n°4416/15 – che si invita tutti a leggere), ha ritenuto che il contratto di acquisto della Potito spa, già ritenuto valido ed efficace dal Tribunale civile, sia stato considerato idoneo anche per la richiesta di atti amministrativi e di titoli edilizi al Comune (lo stesso contratto conferisce, infatti, espressamente e formalmente alla Potito spa anche tutti i poteri sia per richieste titoli edilizi sia per apportare modifiche ed integrazioni alla convenzione urbanistica in questione); di contro, tale profilo (chiarito dopo dieci anni di “inutile” giudizio) sia nuovamente sfuggito proprio al TAR la cui sentenza era stata già sconfessata dal Consiglio di Stato per analogo motivo.
Oltremodo grave (oltre che lesiva) ritengo la circostanza che tali notizie (su pronunce del tutto provvisorie) vengano anche trasmesse, con immediatezza, alla stampa (da chi ? e per quale ragione ?), in modo parziale (omettendo tutte le altre pronunce che hanno consentito ed imposto il percorso sino ad oggi seguito sia dai sottoscritti che dalla stessa amministrazione comunale – tenuta ad ottemperare alle sentenze del Consiglio di Stato), al presumibile fine di gettare discredito sulla società e sui propri partner (chiamando in causa, peraltro, anche altre aziende), con un evidente lesione dei propri rapporti commerciali ed economici.
Ancora più grave è la circostanza che tali notizie, per come apparse, anticipino, addirittura, presunti risvolti penali che, allo stato attuale, ove mai esistenti, non si comprende come possano essere conosciuti (solo) dagli organi di stampa e/o (anche) da taluni legali di controparte (che da qualche tempo, con sicurezza, ne anticipano gli effetti “ai quattro venti”) e non anche dai sottoscritti, diretti interessati (circostanza per la quale ancora una volta mi sono visto costretto ad affidare ai mie legali il mandato di procedere al fine di formalizzare specifica denunzia presso gli organi inquirenti).
POTITO SPA
L’AMMINISTRTATORE

Commenti Facebook