Un risveglio europeo all’insegna del diritto o con riscrittura dei trattati: lectio magistralis del professor Sandulli all’Unimol

L’ateneo molisano, sempre aperto al confronto ed alla vivacità culturale, nell’ottica di offrire agli studenti spunti di riflessione o approfondimenti qualificati sulle tematiche del nostro tempo, ha accolto ieri nella sala “Fermi” della Biblioteca di viale Manzoni, il professor Aldo Sandulli. Classe ’66, discendente da una dinastia di giuristi, una laurea con lode in Giurisprudenza, un impegno costante da ricercatore a livello nazionale ed internazionale, assistente del professor Sabino Cassese presso la Corte Costituzionale, autore di oltre 110 pubblicazioni, 50 conferenze in Italia e all’estero, Sandulli è attualmente docente ordinario di diritto amministrativo presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, di cui è anche preside. Dunque uno studioso doc per richiamare l’attenzione degli studenti sullo stato di sofferenza in atto in Europa. La lectio magistralis di Sandulli è una lucida analisi sulla prospettiva europea. Citando due alti giuristi, quali Grosso e Barberis, autori di saggi sul tema, il relatore indica la possibilità di seguire la strada del diritto all’indomani del fallimento di un patto economico finanziario condiviso, della crisi mondiale e della caduta del muro di Berlino. Da qui il titolo dell’incontro:”L’Europa del diritto?” Ossia l’opportunità di ricorrere alla “scienza giuridica”, già fondatrice dello stato moderno, per una ripartenza dell’integrazione europea. “Risalendo al Seicento e al Settecento, – ha sottolineato il docente – Stato e diritto, diritto e Stato, sussistevano sempre ciascuno in funzione dell’altro. Non così nel patrimonio genetico dell’Europa, dove sono subentrate altre discipline (economiche, sociologiche, politiche…) In tale contesto, anche il ruolo del diritto non è di principale costruzione dell’ordine, ma subentra solo per arginare alcuni meccanismi.

Le tradizioni giuridiche che hanno influenzato la costituzione europea – ha proseguito Sandulli – sono state quella franco-tedesca e quella anglo-americana. Si tratta oggi di capire se queste basi vadano perfezionate o se si debba ricorrere ad un nuovo assetto costituzionale, quale ad esempio la revisione dei trattati, cui già accennano la cancelliera Merkel e il neopresidente Macron. Ad esempio una patologia dell’Unione si può rinvenire nell’opacità delle decisioni che vengono prese a livello europeo. In tal senso potrebbe essere efficace una procedura amministrativa che investirebbe sia le istituzioni europee che quelle nazionali dei singoli Stati, per colmare quegli spazi ambigui tra i due diritti. Occorre, dunque, capire – ha concluso il giurista- se, come è avvenuto nel passato, il diritto sarà in grado di risvegliare una identità europea riequilibrando alcuni fattori degenerativi, o pensare ad una cura diversa, perché la sofferenza è più profonda”.

Rossella Salvatorelli

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