Medicina, accesso alla facoltà senza i test d’ingresso. Il TAR accoglie ricorso di alcuni studenti molisani

Il TAR del Lazio e il TAR Abruzzo, con sentenze di qualche giorno fa, hanno accolto il ricorso di alcuni studenti universitari molisani che hanno avanzato richiesta di iscrizione agli anni successivi al primo nelle facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma e “G. D’Annunzio” di Chieti e Pescara, intimando alle università la valutazione del piano di studi degli studenti per l’immatricolazione, senza l’obbligo di dover sostenere i relativi test di ingresso essendo questi provenienti da facoltà “sanitarie” (Farmacia, Biologia, scienze infermieristiche ecc.).


Soddisfazione dei ragazzi e delle famiglie che vedono così vicina la possibilità di poter realizzare il loro sogno, grazie all’assistenza dell’avv. Vincenzo Iacovino e avv. Vincenzo Fiorini dello Studio Legale Iacovino & Associati, con il contributo del dott. Giuseppe Fabbiano.


Si tratta di pronunce che stabiliscono principi di diritto innovativo , in tema di immatricolazioni alla facoltà di medicina, che da speranza a diversi studenti cui viene negato il diritto allo studio e la libera scelta della facoltà.


“Il Tar Abruzzo – dichiarano i legali – “oltre ad aver sposato le nostre tesi ha stabilito un principio fondamentale secondo cui lo studente ha diritto, qualora ci siano i presupposti, di essere iscritto “fuori corso” se ha già ottenuto tutte le frequenze obbligatorie ma deve ancora superare gli esami necessari a completare il percorso formativo, o come “ripetente” se deve anche completare le frequenze obbligatorie” Il Tar Lazio, inoltre, ha sostenuto che i test d’ingresso debbano essere riservati solo agli studenti che si affacciano per la prima volta al mondo universitario perché strutturati sulla scorta di quel bagaglio culturale.

“Bisogna tener presente” – continuano i legali – “che l’elevata carenza di medici che ormai si estende su tutto il territorio nazionale, pare si parli di oltre 7000 posti vacanti, fa sì che ci sia la necessità di porre rimedio a tale problema per non rischiare che tra qualche anno la carenza di medici provochi un black out del sistema; sul punto proprio la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che ogni stato può adottare misure opportune per garantire la possibilità di adeguati sbocchi lavorativi, anche in considerazione della libera circolazione di professionisti in ambito U.E.”.
Tali pronunce aprono la strada alla concreta possibilità di poter ottenere l’immatricolazione alla facoltà di medicina a studenti provenienti da facoltà sanitarie.

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