Infiorata del 31 maggio: Maria e il suo popolo. Bregantini assente per Covid

E’ una festa tutta particolare quella dell’Infiorata del 31 maggio, nella nostra bella città di Campobasso. Da una parte raccoglie la festa di San Giorgio, nostro patrono, con la sua forza profetica che ci spinge a vincere il male con il bene tramite la lancia del Cavaliere che non ha paura; dall’altra si pone come continuità con la contemplazione di Maria Addolorata, lungo le strade della città, vissuta nel Venerdì Santo. Guarda poi al futuro, preparando la festa straordinariamente grande dei misteri, che celebriamo nella solennità del Corpus Domini.

Le quattro feste della città, infatti, sono tutte collegate tra di loro, in un unico messaggio cittadino: credere al bene, combattere uniti, stare accanto a chi soffre, porre l’eucarestia come il Mistero che svela i tanti misteri della vita.

Questa festa, mariana, però, ha forza popolare straordinaria. Possiede un fascino incantevole. L’abbraccio del Popolo a Maria lungo le strade strette del centro storico è di una commozione unica. Il popolo ne è il protagonista pieno. Prepara con cura i fiori che raccoglie dai campi e da giardini cittadini, per farne un mantello floreale di incantevole bellezza. Tanto più la strada “fiorisce”, tanto più cresce la devozione di quella zona.

In alcuni luoghi poi la processione esplode con una forza straordinaria, come a davanti a san Leonardo, cuore del centro storico, dove non manca mai la appassionata poesia di Umberto. Oppure, sul colle, lungo la difficile salita, quando la devozione si fa lirismo, nel canto della melodia La Vergine degli angeli. La gente vuole dirci che Maria è accolta, è benvenuta, è attesa. Vuole esprimere la certezza che lei cammina con noi perché la festa che ricordiamo oggi è proprio la festa della Visitazione di Maria cioè del cammino che lei ha fatto per andare a trovare la sua cugina Elisabetta. Un cammino faticoso, nelle zone montagnose della Giudea. Si mette in viaggio per confrontarsi sulla fede con la sua cugina Elisabetta, più anziana, che ha nel grembo una maternità da stupore, vero segno del cielo per il quale nulla è impossibile nemmeno la maternità di una donna anziana.

l mettersi in viaggio porta con sé il fascino della Gioia, che Luca nel suo racconto evangelico sottolinea molte volte. Tutto è impregnato di gioia: il passo sollecito di Maria, la sua Fede ardente, la sua parola dolce, il suo Shalom di pace.

Maria cambia la storia di quel bimbo che Elisabetta ha in grembo, nello stupore di quella affermazione mirabile: “ a che debbo che la madre del mio signore venga a me”.

Maria esplode infine nell’inno del Magnificat invitandoci a compiere sempre un rovesciamento delle parti. Mai minimizzare ma sempre magnificare cioè rendere grandi le cose che facciamo, rendere grandi i paesi molisani dove abitiamo, rendere pieni di vita gli spazi che occupiamo. Il Magnificat è il Vangelo di Maria, da lei vissuto e scritto. Cambia la modalità di vedere la vita, perché affida una visione diversa alle forze in gioco, ieri ed oggi!

Chi segue Maria, non assomiglia affatto a don Abbondio ma vive nello stile di Fra Cristoforo! Il Signore infatti rovescia i potenti dai troni, disperde i superbi nei loro progetti, rimanda a casa i ricchi a mani vuote. Per poi compiere scelte opposte, di grande valore sociale e politico: innalza gli umili, ricolma di pane coloro che hanno fame per i porti bloccati e soccorre i suoi servi, schiacciati dalla violenza della guerra. Questo dunque lo stile di Dio che Maria ci rivela in questa bellissima festa. Non è dunque solo festa di fiori ma è festa di popolo, che crede in Maria.

Non è una dea che portiamo in processione, ma una donna vera, che ha sofferto, che capisce le nostre lacrime, che sta dalla parte degli oppressi, sia in Ucraina che in altre zone del mondo.

Quest’anno, però, come vescovo, non sarò accanto a voi, come negli altri anni. Non camminerò ai piedi di Maria. Vi darò però la mia benedizione dal palazzo dell’episcopio. Bloccato dal covid, condivido la storia di tanti altri, nella sofferenza e nel disagio, perché la nostra tristezza sia tramutata in gioia e torni la pace sulla terra, nel rovesciamento dei superbi e i dei ricchi.

S.E. Mons. Bregantini

Commenti Facebook