Il vuoto di via Gazzani emblema del nulla programmatico di Campobasso

Riceviamo e pubblichiamo

Il capannone pericolante di via Gazzani è stato abbattuto. Alcuni giornalisti hanno scritto “in tempi record”. Mi soffermerei su questo punto per fare alcune riflessioni.
Quando ci si trova in casi di estrema necessità, si interviene con una tempestività degna delle regioni del Nord, mentre quando si può continuare a vivacchiare, si fanno orecchie da mercante.
Guardando al vuoto lasciato dall’edificio rimosso, mi viene da pensare ad un parchetto attrezzato (e sorvegliato) per bambini (quelli che abitano in zona non hanno neppure un cortile condominiale dove giocare, strangolati dal cemento), lasciando che la povera, vilipesa villa Musenga torni ad essere il polmone verde del centro cittadino, senza nessun altro volo pindarico in merito alle sue destinazioni d’uso.
E’ inoltre fuori di dubbio che tutta l’area -quindi anche quella dell’ex Romagnoli e dell’ex Roxy Hotel- debba essere ripensata in termini di fruibilità cittadina, con attenzione al verde pubblico, costruzione di impiantistica sportiva, centri di aggregazione. A seguito di queste belle e sane occasioni che verrebbero fornite alla cittadinanza, quest’ultima ci penserebbe due volte prima di passare il proprio tempo in una sala slot piuttosto che sotto il gazebo di un bar.
La logica gattopardesca che sta strozzando il capoluogo regionale è visibile in quasi tutti i punti della città, e gli esempi più eclatanti sono villa De Capoa, l’enorme area incolta di via IV Novembre, l’ex scuola elementare in via Kennedy, il terminal degli autobus, l’ex cinema Ariston, l’intero centro storico: tutti stanno lì, da anni, ad implorare un intervento. Intervento che, puntualmente, non arriva.
Tra un po’ si ripeterà, stancamente, l’appuntamento elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, tra volti noti, rimpasti, imprenditori assenti che avrebbero potuto dare un valido contributo alla rinascita di Campobasso perché provenienti da un settore decisamente più pragmatico.
E così, nella città degli appelli inascoltati e dell’incapacità di presentare progetti validi per avere accesso ai fondi europei, il vuoto di via Gazzani diverrà l’emblema di quella che è tristemente divenuta Campobasso.
Ringraziandola per l’attenzione, le invio un cordiale saluto
Eleonora Marcolini

Commenti Facebook