#corpedelascunzulatavecchia/”sò tre ore ca stenghe qua fore….”

Per parlare di quello di cui voglio parlare ho scelto una foto da Google per evitare riferimenti “personali” nella nostra piccola regione.

Piccola regione con grossi problemi. È cosa saputa: in un città come Campobasso e, di conseguenza una regione come il Molise, si riescono ad avere notizie da “radio camerata” in tempo reale bypassando gli organi di informazione. E la notizia di questi giorni è quella delle file davanti alle farmacie per i tamponi rapidi in questi giorni di fine dicembre, parlando con qualche amico, purtroppo per lui, in fila per il tampone, ho scoperto cose che noi umani nemmeno potevamo immaginare.

Mi hanno narrato di code interminabili che hanno portato i “pazienti” non nel senso clinico, ma in quello di pazienza, ad attendere ore (“so tre ore ca stenghe qua fore”) per essere “tamponati”. Ho ascoltato “racconti” di farmacisti in perfetta tenuta “blindata” per raccogliere i tamponi dei cittadini, ma anche di farmacisti (quasi) in canotta da bagno, senza guanti a fare tamponi. La cosa più terrificante, in periodo di pandemia si può dire, è quel farmacista che, senza guanti ha “tamponato” una persona risultata positiva a poi, senza assolutamente almeno disinfettarsi le mani è passato al “tamponato” successivo senza passare per il “reparto” disinfezione. Ma forse in quella farmacia, per scelte esclusivamente religiose, non hanno disinfettanti a disposizione del personale, lo hanno solo da vendere per il conto economico dell’azienda. Le tasse le paghiamo tutti, almeno chi può!

Altra farmacia, altro amico, altra situazione: gli addetti “scafandrati” all’ennesima potenza, guanti effettivamente e realmente monouso, guanti buttati via dopo ogni tampone, ed operatori che dopo aver buttato i guanti utilizzati per il paziente precedente, e prima di indossare in guanti del paziente successivo si facevano anche una “strusciata” di disinfettante sulle mani.

Oltre questo ho raccolto notizie di farmacisti che hanno indirizzato, giustamente, la paziente dal medico curante per la successiva comunicazione all’azienda sanitaria per il tampone molecolare. La signora si è dovuta prendere lo “shampoo” da parte del medico curante perché, secondo il medico, la comunicazione la doveva fare il farmacista. Adesso, mi chiedo, se gli addetti ai lavori non usano guanti e non si disinfettano le mani, oppure ignorano chi debba essere a comunicare all’azienda sanitaria la positività di un paziente, come facciamo a venirne fuori?

Parlo sempre e solo da persona della strada, faccio i ragionamenti che facciamo un poco tutti e, di conseguenza, mi chiedo: come mai c’è stata una grandissima prenotazione di tamponi a ridosso delle festività? Nessuno lo saprà mai! Come nessuno saprà mai perché nessuno ha disciplinato le file davanti alle farmacie, facendo così in modo che persone che entravano fossero in “promiscuità” con quelle che uscivano. Persone che mentre aspettavano ingannavano l’attesa fumando una sigaretta, ci si deve abbassare la mascherina, e facevano quattro chiacchiere con l’amico trovato in fila. Abbassando la mascherina per parlare meglio. Controlli da parte di nessuno e ruota libera di tutti su tutto.

Intanto, giusto per non farci mancare niente, nelle altre regioni i tamponi li fanno modalità drive in, con file solo sui piazzali. I “tamponati” sono comodamente ed igienicamente all’interno della propria autovettura avendo solo minimi contatti con il “mondo esterno”.

Da noi non era possibile organizzare una cosa del genere. Il parcheggio del campo sportivo, per esempio, non era appropriato per “operazioni” del genere.

Le hanno già fatte? Ah ma era per i vaccini, i tamponi no, quelli devono farli le farmacie, anche se sono oltre due anni che combattiamo con la pandemia i nostri governanti/amministratori niente hanno fatto per farci stare meglio, almeno più sicuri.

Hanno fatto la guerra tra di loro per il centro covid, non si poteva fare a Larino e decisero di farlo al Cardarelli di Campobasso, con un appalto già fatto, ma con i lavori fermi al palo, come si suol dire. In questa regione, abbiamo scoperto, i nostri politici/amministratori, vivono di adrenalina pura. Non fanno nulla per analizzare e quindi programmare quella che dovrebbe essere la gestione della cosa pubblica, soprattutto in sanità, a loro piace vivere di adrenalina pura. A loro piace essere, magari, svegliati nel cuore della note perché, magari è crollata quella strada per cui avevano manifestato davanti il Consiglio regionale due anni prima, ma anche di più gli abitanti di tutto il paese.

Tornando a Bomba e ritornando ai nostri tamponi, non meraviglia che in una regione dove i politici non riescono a programmare ci vogliamo lamentare del farmacista che non usa i guanti e non si disinfetta le mani per fare i tamponi ai suoi clienti? Se non si riesce a programmare vogliamo preoccuparci delle file scomposte che mischiano negativi con positivi? Non mi sembra il caso, meglio continuare come abbiamo sempre fatto. Contenti tutti e stiamo a posto.

Afflitto e stanco, ma sempre reattivo e pronto: statevi arrivederci.

Franco di Biase

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