corpedelascunzulatavecchia/… se Atene piange, Sparta non ride ….ma il Molise continua a perire!

La bellezza del nostro essere multimediali e carichi di byte sta nel fatto che, volendo, ci possiamo aggiornare facilmente e fare nuove conoscenze senza sforzi e problemi. Oggi ho scoperto, su Wikipedia, io vengo dalla campagna, la provenienza del detto e lo condivido qui. Nella speranza di fare cosa gradita a chi, come me, ha fatto studi tecnici:

“Il proverbio trae origine da una citazione dell’opera teatrale Aristodemo di Vincenzo Monti: “Se Messenia piange, Sparta non ride”. Tale tragedia si riferiva al periodo della prima guerra messenica, combattutta nell’VIII secolo a.C., durante la quale il re di Messene Aristodemo si distinse per il suo valore. Chi si serve dell’espressione “Se Atene piange, Sparta non ride”, si riferisce invece alla condizione delle due città alla fine della guerra del Peloponneso: Sparta, nonostante la sconfitta di Atene, ne uscì pesantemente indebolita sia dal punto di vista militare che economico.”

dopo questa esposizione di saccenza da “copia/incolla” passiamo ad Atene e Sparta de noartri.

In questo periodo pre-elettorale a livello regionale di cui, sono convinto, ne farebbe volentieri a meno il centrodestra, se non per detronizzare Toma, il centrosinistra sembra partito in sesta, una volta si partiva in quarta, poi le cinquecento con la doppietta con le hanno più prodotte, partito in sesta, dicevamo per la stesura del programma elettorale, cos’ hanno detto i “saggi” della coalizione riunitisi durante le feste natalizie per poi darsi appuntamento a dopo l’Epifania, cioè in questi giorni? La riunione del centrosinistra è passata attraverso, siamo in un paese cattolico, ricordiamocelo, la risurrezione di personaggi del passato che tanto hanno avuto dalla politica e spero che abbiamo dato almeno qualcosa. Altri personaggi, invece, e mi riferisco al Sen. Astore, sembra che al momento non siano stati presi in considerazione, ma questo potrebbe essere un mio punto di vista. In ogni caso il mio oculista ha detto che, presbiopia a parte, sembra che vada tutto bene.

Dicevamo del centrosinistra riunitosi in preconclave per darsi appuntamento in questi giorni: si è parlato, noi abbiamo letto, che il centrosinistra vuole parlare di programmi elettorali e come si dice nei testi sacri: “è cosa buona e giusta”. Cosa buona perché solo intorno ai programmi si possa ricercare un candidato presidente da adattare come figura e come compiti ai programmi scelti e lavorati dalla “base”, che poi “base” non è perché la discussione e la stesura dei programmi la stanno facendo solo i “capi” delle varie componenti dell’alleanza nominati più o meno democraticamente. Più o meno nel senso che non si sanno i modi di nomina di alcuni rappresentanti o se sono rappresentanti di cosa o di se stessi, ma andiamo avanti. Quindi per concludere la discussione su “Atene” (la sinistra) o hanno già scelto il candidato ma ne stanno tacendo il nome per paura che possa essere impallinato anche e soprattutto dal “fuoco amico”, o stanno prendendo tempo non sapendo cosa fare e chi scegliere. Io voto per la numero uno.

Andiamo a “Sparta” al centrodestra. In questa fase politica di emergenza si nota la totale mancanza di politica fatta tra e per la gente da parte anche del centrodestra. In una società avvezza e portata alla politica è inimagginabile che a poche decine di giorni dalle elezioni non si sappia chi candidare, non si abbia proprio idea e si stia cercando disperatamente di colloquiare tra le varie anime del centrodestra per vedere cosa fare. Da una parte la maggior parte del centrodestra (molisano) che non vuole la ricandidatura di Toma, dall’altra parte la politica fatta a Roma dove, evidentemente, Toma trova riscontro personale e quindi sostegno, forse alla sua ricandidatura, almeno questo dice. In questa situazione da campo minato per le parti in causa, con la guerra aperta all’interno del centrodestra tra la fazione facente capo a Patriciello e quella facente capo a Toma, con il cognato di Patriciello che si ribella e si candida da solo, con Patriciello che strizza frequentemente e pesantemente l’occhio a Azione ed Italia Viva, si sta sviluppando un’amorfa fazione politica che al momento non riesce nemmeno a discutere per proporre qualcosa. Credo che il tutto si risolverà a livello nazionale con qualche caporione che sbatterà pesantemente i pugni sul tavolo ed imporrà la candidatura del centrodestra in Molise.

Ed arriviamo a noi: noi poveri e comuni mortali che tutto abbiamo da perdere con l’elezione di persone avviluppate a questo sistema politico/poltronesco che ci ha ridotto ad essere una regione dove le persone o vanno via o muoiono, alle volte come pensiero, il che è peggio.

Io mi trovo d’accordo con chi dice che bisogna candidare persone nuove e lasciar perdere i vecchi della politica. Candidando persone nuove si “corre il rischio” di risvegliare quelle persone che non vanno a votare e le si potrebbe portare al seggio per scegliere. Si “correrebbe il rischio” di scardinare questo clientelare sistema che porta al seggio solo persone che hanno avuto e quindi, in cambio, devono dare (il voto) per quello che hanno avuto. Se si riuscisse a candidare una persona riconosciuta e riconoscibile potremmo sperare di uscire fuori dal vortice che sta spopolando la nostra regione e cercare di far qualcosa di utile.

Spero che succeda, per il bene di tutti noi e della nostra regione.

Con affetto e stima statevi arrivederci.

Franco di Biase

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