corpedelascunzulatavecchia/ “…pecchè tu prime e parlà che me t’ha sta zitte”. Devi tacere prima di parlare con me

Questa è la storia di uno di noi, anche se lui, come noi, non era nato in via Gluck.
È la storia del mio carissimo amico e collega, purtroppo compianto, Antonio. Un pomeriggio in
una discussione a sfottò con un collega, le discussioni che nascono, per esempio, sull’essere tifosi, Antonio, si stavano amichevolmente rimbeccando con frasi fatte, sentenziò: “…tu prime e parlà che me t’ha sta zitte”. La discussione, divertentissima, cadde perché, da chiodo quale è, il collega chiese come faceva a parlare se doveva stare zitto.
Un modo come una altro per ricordare un amico che non c’è più.

Se Antonio ci fosse stato, però, questa sua fase diventata celebre sarebbe capitata a fagiolo che mi sono sempre chiesto perché si dicesse così, e poi ho scoperto che significa arrivare al momento giusto. Ma da dove deriva questo detto? Ci sono varie teorie in proposito: la più accreditata ne fa risalire l’origine alla Firenze del XV Secolo. Pare che i fiorentini di allora
apprezzassero molto i fagioli e che utilizzassero questa locuzione per accogliere un evento
particolarmente gradito. E dopo questo bel “cappello” come ci dicevano a scuola, cappello
che è diventato un sombrero, andiamo a trattare de dunque di quest’oggi. Nei giorni scorsi mi è capitato di affacciarmi in Consiglio Regionale avendo appuntamento di lavoro lì vicino.

Purtroppo, o meno male, mi ha telefonato la persona che dovevo incontrare e son dovuto
andare via. Mi sono perso la “profonda e costruttiva arringa” del Consigliere Aida
Romagnuolo che ha mandato strali acuminati, all’indirizzo del consigliere Andrea Greco,
reo, a suo avviso, di aver riferito in consiglio circa i “messaggi riservati” che il consigliere
Romagnuolo ha inviato ai contatti della sua rubrica telefonica. Sul contenuto dei messaggi
già ho espresso il mio giudizio in un precedente scritto, ma qui mi preme sottolineare di
nuovo che non trovo giusto inviare messaggi “in via riservata” facendo passare per
comunicazioni “carbonare” delle norme contenute e regolamentate pubblicamente da leggi
e regolamenti. A maggior ragione mi sembra esagerata la presa di posizione del consigliere
Romagnuolo che, armata di spirito da novello Nuvolari, ha predetto al Greco che ” ti farò mangiare polvere in campagna elettorale”. Ecco questa frase mi è sembrata peggio dei
messaggi in “via riservata”.

Questa frase ha evidenziato quale sia il livello della politica regionale in Molise degli ultimi anni e per la prossima campagna elettorale.
Una politica basata solo sulla ricerca della elezione o rielezione per mero tornaconto proprio e prima di tutto, credo, economico. Una frase, quella detta dalla Romagnuolo che, secondo me non ha nulla a che fare con la politica, in politica dovrebbero vincere le idee e le proposte. I voti devono essere presi per vincere, e questo è certo, ma spererei che i molisani vogliano tener conto più di programmi e politica che di permesse per un “posto alle poste” come si diceva e succedeva negli anni passati.


Purtroppo le scorciatoie per il raggiungimento del risultato sperato sono nell’indole del molisano e “qualcuno” ci inzuppa il pane. Chiudo sperando che alle prossime elezioni regionali ci sia un colpo di reni da parte dei molisani, colpo di reni che spazzi via questa politica per scrivere una pagina nuova ne nostro Molise. Questo potrà avvenire solo se ci saranno candidature che andranno a prendere i voti di quel (oramai) cinquanta per cento di molisani che non vota perché arresosi all’imperante politica attuale.

“Prima e parlà che me t’ha sta zitte”, ciao Antonio.
Detto questo, scusate se è poco, statevi arrivederci sempre con affetto e stima.
Franco di Biase

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