#corpedelascunzulatavecchia/E mò, fine a Campuasce tutta ‘na terata

“Passata è la tempesta: Odo augelli far festa, e la gallina, Tornata in su la via, Che ripete il suo verso.” Mi sono permesso di aprire questo scritto con i versi del Leopardi, versi che tanto ci hanno fatto penare ma che pi in età “adulta” è un piacere ricordare. Mi spiego, prima con il richiamo a Leopardi, successivamente anche per il titolo.

Dunque il Leopardi: questi versi de “la quiete dopo la tempesta” fotografano in maniera perfetta ed indiscutibile la situazione, ma soprattutto lo stato d’animo dei parlamentari italiani. Ho visto come “la tempesta” la situazione di stallo che ha provocato l’elezione del Capo dello Stato. Uno stallo che avrebbe potuto condurre alle elezioni anticipate ed alla perdita di circa 180.000 euro di prebende per cadauno dei circa mille parlamentari italiani. Tutto aumenta, la famiglie con i rincari di gas e luce sborseranno nel prossimo anno circa 500 euro in più e lo stallo della politica, stallo e politica fatti e creati dai parlamentari, poteva portare ognuno di loro a perdere tutti questi soldi? Ma siamo pazzi?

Vabbè, stiano tranquilli sono riusciti a salvare anche adesso non la poltrona ma “il posto di lavoro come più volte hanno tenuto a precisare i segretari ed i maggiorenti dei partiti quando sono stati intervistati su come andassero le consultazioni hanno sempre TUTTI risposto: “stiamo lavorando”.

Ora, dico io, essendo io una persona che ha fatto qualche riunione politica mi sento di dire che
fare una riunione politica non mi sembra tutto questo gran lavoro inteso proprio come lavoro.

Ma, certamente, non tutti possiamo andare a lavorare in miniera e quindi qualcuno deve “lavorare” anche ai tavoli della apolitica. Ovviamente ne sarei felice se potessi farlo anche io. Ah, giusto: mi candiderò e chiederò i voti senza promettere nulla in cambio. Bene! Appena finito di scrivere, considerando di non avere alcuna possibilità di elezione con questi presupposti di nessuna promessa, questo torno alla mia occupazione “normale”.

Torniamo a noi: dunque adesso i parlamentari hanno a disposizione un altro anno di prebende,
per alcuni saranno gli ultimi “sghei” pubblici che incasseranno, per poi ritornare alle urne e venire a chiederci il voto.

Signori parlamentari italiani, come se scrivessi a Babbo Natale, per questo ultimo anno della
legislatura che vi è rimasto mica vorreste mettere mano a questa assurda legge elettorale che ci obbliga a votare chi è stato scelto da altri e non da noi?

Mica vorreste mettere mano alla riforma del Senato per fare in modo che il premio di maggioranza sia calcolato su base nazionale e non su base regionale come succede ora dopo la iniqua riforma voluta da Bossi e Berlusconi che, guarda caso abbreviati suonano B & B che in “indialetto” molisano potremmo recitarlo in: iateve a durmì!

Sono poche le cose che ci potrebbero fare felici, tornate a farci usare le matite copiative per
scrivere i nomi dei nostri candidati, siamo stufi di vedere in parlamento le bellezze di turno,
maschili e femminili, messe in lista solo per buoni uffici avuti o dati.

Vorrei fare anche un appello ai segretari di partito, quelli nazionali sicuramente non leggeranno
questo scritto, ma a quelli locali qualcuno glielo potrebbe dire, anche se solo per sbaglio, che l’ho scritto, e vorrei dire: tornate a fare politica, come partiti, tra la gente. Fate iniziative, congressi, convegni dibattiti, magari anche cineforum per fare in modo di riavvicinare la gente alla politica ed alla discussione. Ah, c’è il rischio covid, scusate! Se poi non vi conviene farlo per evitare che qualcuno vi sottragga la “seggia” tanto faticosamente conquistata, beh io non so cosa dire, ma saprò cosa fare.

Infine devo spiegare il titolo di questo scritto: una volta tornando da Casacalenda a Campobasso con il treno, il capotreno dopo essere ripartiti dalla stazione di Riplimosani, l’ultima prima di Campobasso, ebbe a dire, idealmente, all’indirizzo del macchinista: “e mò fine a Campuasce tutte ‘na terata!”

Ecco signori parlamentari: ora sino alle elezioni del 2023 fatevi una lunga seduta parlamentare
(tutta ‘na terata) e fate riconquistare la dignità al voto da parte degli italiani.
Dispiaciuto per la mancanza di democrazia espressa solo con la croce, vi saluto con immutata
stima ed accresciuto affetto. Statevi arrivederci!
Franco di Biase

Commenti Facebook