Convocazione Ecclesiale diocesana/ Le sfide della Chiesa sull’annuncio: Evangelizzare, un rischio necessario

«Il Kerigma di Gesù: discorso infinito, che fa tremare» con queste parole padre Ermes Ronchi, teologo e poeta, il 13 settembre ha aperto i lavori per la Convocazione Ecclesiale della diocesi di Campobasso – Bojano. Nella chiesa di Sant’Antonio di Padova, partecipata dai fedeli, ha avuto inizio l’assise diocesana sul tema del Kèrigma, l’annuncio evangelico “Chi cercate?”. Dopo i vespri animati dai seminaristi (organista don G. Graziano direttore MS diocesano), il vescovo ha introdotto il tema dell’annuncio nel contesto del Sinodo  diocesano, giunto al secondo anno. Il primo Kèrigma si annuncia in casa – ha detto il vescovo GianCarlo Bregantini nella premessa – per incitare i presenti alla diffusione della Buona Novella in tutti gli ambiti della vita sociale, a partire da quello politico. “Così la Parola diventa chiarezza nel potere politico” ha detto il presule nello slogan conclusivo, sollecitando l’assemblea.

A rispondere alla domanda sulla traccia “Le Taglienti  Domande  di  Gesù!”, il teologo Ronchi, il quale ha affermato che “La vita è un duro mestiere!” E, spiegando alla gremita platea della Convocazione, ha indicato gli ambiti dell’annuncio: la gioia e la tenerezza, “Gesù ci ha insegnato la rivoluzione della tenerezza. Essa è un abito sicuro e forte. Tutti dobbiamo essere il racconto della combattiva tenerezza di Madre, come lo sono la fame e la sete di giustizia Dio”. E infine ha soggiunto che è necessario “combattere per far fiorire il mondo con la tenerezza coraggiosa.”

Padre Ronchi, dopo una poetica descrizione della tenerezza ha invitato, con dolcezza ed efficacia poetica a “non giudicare il mondo, ma incontrare il mondo!”. Ha presentato la IX Convocazione padre Ermenegildo Saglio (marianista) mentre a moderare la scrittrice e filosofa Ylenia Fiorenza che ha definito ”cardiofilofilo” padre Ronchi per descriverne le doti teologiche e poetiche contagiose. Sul tema “…Io Ve Lo Annunzio…” (Atti 17,23) Il Discorso di San Paolo all’Areopago è intervenuta, nel secondo incontro del 14 settembre, Rossana Virgili- Biblista-  che ha sviluppato il tema orientando gli ascoltatori all’inculturazione della Fede. A moderare l’intervento della Virgili, l’arcivescovo Bregantini.

La traccia dell’ultimo intervento della tre giornate di apertura, è stata il  capitolo 3 di Evangelii Gaudium (EG). “Il Kèrigma: Tutto il Popolo di Dio Annuncia il Vangelo” a cura di don Antonio Sabetta, teologo molisano. “L’evangelizzazione è la priorità assoluta della Chiesa- ha detto Sabetta – e all’uomo assetato di senso bisogna comunicare ciò che à senso e speranza, vero “preambolo della fede. Tante volte ci scoraggiamo perché “il senso non ha più senso” oppure perché nel tempo della complessità nel quale viviamo facciamo fatica a riconoscere, conoscere e confrontarci con quel pluralismo del senso che abita la nostra contemporaneità”. Dunque, l’evangelizzazione è una sfida grande nel contesto sociale contemporaneo e, siccome non esistono ricette o formule nelle parole sferzanti di don Sabetta, perché quando si evangelizza “è come quando si vive, si possono commettere errori, compiere scelte sbagliate, ci si può scottare e fare male ma il rischio  è necessario e sempre preferibile allo stare fermi, al cercare la sterile consolazione e protezione delle norme e  preferire la tranquillità delle abitudini”.

Chiuderà il lavori della convocazione, venerdì 22 settembre, mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della CEI, che parlerà sulle opportunità che la vita offre a vantaggio per il Kèrigma. Il Segretario della CEI, da una lettura del territorio, parlerà sull’ urgenza della testimonianza cristiana e nella vita quotidiana: l’impegno a vivere il kèrigma per tornare all’essenza della vita cristiana nelle strutture sociali. Il Kérigma come svolta culturale in una società modificata, liquida.  In gioco, le sfide che puntano alla qualità umana e culturale del lavoro, della scuola, della famiglia, nelle parrocchie, negli oratori nella società civile tutta.

 

 

 

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