Campobasso, progetto “Terzo Spazio”, l’assessore Alessandra Salvatore risponde alle accuse

Ho appreso con sorpresa e con grande amarezza del contenuto dell’articolo pubblicato, sabato 14 gennaio, su alcune testate giornalistiche locali e relativo al progetto “Terzo … Spazio”, che, stando al tenore del pezzo, avrei miseramente “liquidato” con un sms. Per dovere di verità e per evitare che una sciocchezza del genere possa circolare indisturbata, rendo noto quanto segue.Il progetto “Terzo … Spazio” (progetto finalizzato a creare un centro-servizi per le associazioni di volontariato cittadine, uno spazio in condivisione, dove potersi riunire con i propri associati e dove poter tessere rapporti inter-associativi ed idee progettuali da realizzare per la città e per i suoi cittadini) ha origini antiche e, per volontà del Sindaco e di chi vi scrive, ha trovato continuità, seppure su basi nuove (con la presenza di una associazione capofila che è referente del progetto), presso i locali della ex-scuola di via Cirese. Chi ha vissuto la complessità e gli sforzi, fatti da questa Amministrazione, per non fare morire il progetto può solo in mala fede dare notizie del genere alla stampa. Il messaggio inviato al referente della Associazione Capofila (Associazione Amici del 112, che, con l’occasione, torno a ringraziare pubblicamente, per essersi resa disponibile – l’unica – ad intestarsi tutte le utenze e ad anticipare, ove necessario, i pagamenti delle stesse, garantendo, così, l’attuazione del progetto) non chiudeva alcuna esperienza (e come mai avrebbe potuto farlo?), ma mirava, dopo le sollecitazioni, fatte alla scrivente nelle scorse settimane (telefonicamente e presso gli uffici di Via Cavour) da alcune associazioni aderenti, a chiarire che dovevano adottarsi misure per inibire a chiunque l’accesso ai locali di Via Cirese, fino a chiusura del cantiere attualmente aperto. Come comunicato in più occasioni attraverso l’associazione capofila e come detto e scritto più volte a chiunque si è interfacciato direttamente con la sottoscritta, a fronte della naturale scadenza del progetto (che ha validità annuale e deve essere rinnovato con apposita delibera di G.M.), scadenza avvenuta la scorsa estate, si era in attesa della riconsegna dell’immobile di via Cirese. L’edificio, avuta la disponibilità delle risorse necessarie per effettuare lavori di ristrutturazione programmati qualche anno fa e da realizzarsi immediatamente, è, da maggio 2016, oggetto di tali interventi, di cui tutte le associazioni erano e sono al corrente. Non tutte le associazioni, però, stando a quanto riferitomi da alcune, si sono astenute dal fare ingresso nei locali di via Cirese, contravvenendo così al divieto imposto, oltre che per legge, dalla ordinaria cautela. Proprio a seguito dell’ultima segnalazione, fatta il 12 gennaio u.s., inviavo il messaggio “incriminato”, con cui chiedevo all’associazione referente di adottare le misure del caso per evitare, ammesso e non concesso che qualche associazione avesse disatteso il divieto di ingresso (con ciò esponendo l’Amministrazione ed i responsabili del cantiere a sanzioni, oltre che esponendo sé stessa ad eventuali rischi), l’ingresso nello stabile e di tener ferma l’eventuale quota annuale di contributo (versata alla capofila) per quelle associazioni  che avessero avuto la volontà e la pazienza di attendere la formale chiusura del cantiere, cui sarebbe seguito (e seguirà) il varo, attraverso nuovo atto di giunta, di una nuova annualità progettuale. Nessuna “liquidazione” (per la quale avremmo richiesto lo sgombero dei locali e la restituzione delle chiavi) di un progetto, la cui ripresa è costata tempo (circa tre mesi di riunioni), fatica e risorse all’Amministrazione comunale e che si è desiderosi di riattivare prima possibile (si spera nell’arco di poche settimane e dopo riunione ad hoc con chi vorrà continuare, migliorandola, l’esperienza). Semplicemente uno stop necessitato da lavori, peraltro sollecitati (alcuni) proprio dalle associazioni ospiti. Sperando di avere chiarito la questione, in attesa di comprendere le reali ragioni che hanno indotto qualcuno a travisare completamente il contenuto di una comunicazione, peraltro, difficilmente fraintendibile (se non altro perché giunta dopo chiarimenti avuti verbalmente e, con alcuni, anche via mail), ringrazio per l’attenzione e resto a disposizione per ogni altra ulteriore informazione utile.

 

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