Campobasso/ ‘A volte ritornano’: nuova ipotesi per l’ex-scuola elementare di Via Kennedy

‘A volte ritornano’: parafrasando, solo nel titolo e per fortuna non nella trama letteraria, il film tratto da un celebre romanzo di Stephen King, apprendiamo dell’ennesima ipotesi di creazione di un polo scolastico nella ex-scuola elementare ‘Salvo d’Acquisto’ di Via Kennedy a Campobasso. Il plesso è chiuso da anni, se non andiamo errati addirittura dal 2010, per problemi di staticità delle strutture e mancato adeguamento alle norme antisismiche ed è stato fatto oggetto di proposte che a distanza di anni non hanno trovato ancora attuazione. All’inizio si parlò di un priojet financing con una nota impresa cittadina, che sarebbe rientrato in una logica di recupero edilizio più ampia, sull’esempio di quello che si sarebbe dovuto fare per il mercato coperto di Campobasso (altra proposta purtroppo rimasta incompiuta) Dopo alcuni anni di silenzi, l’Amministrazione comunale di Campobasso, a guida PD, annunciò un Piano per le scuole da 14 milioni di euro. Era già il ‘recupero’ di una vecchia scheda tecnica di finanziamenti disponibili a favore del Comune. Il riparto dei fondi proveniva da risorse FSC 2000/2006 dell’Accordo di programma tra Regione e Comune, relativo al noto piano “Sistema scuole sicure, città, mobilità cittadina” del 07 novembre 2011. Ora, già leggendo le date del programma si capisce come l’ipotesi sia testimonianza dei tempi biblici della pubblica amministrazione, anche quando si parla di sicurezza scolastica. L’ipotesi con il privato incontrò subito delle difficoltà. Nel tempo la scheda è stata rimodulata. Il ‘cuore’ era il progetto di Via Crispi; ma figurava anche il plesso scolastico da realizzare con i finanziamenti della vendita delle ex-elementari di Via Kennedy e del capannone di Via D’Amato (che dopo tanti anni ancora non ci sono state).

Agli inizi del 2017, l’allora presidente del Consiglio comunale di Campobasso, Michele Durante intervenne pubblicamente sull’argomento per difendere l’operato dell’amministrazione cittadina guidata da Antonio Battista e dopo l’excursus storico della vicenda dichiarò: “Oggi l’amministrazione comunale ha finalmente realizzato una programmazione generale…In questo nuovo e complesso contesto, un investimento per l’abbattimento e la ricostruzione dell’edificio di via Kennedy risulterebbe antieconomico e sono convinto che la strada intrapresa è quella giusta”. Quale era questa strada? Utilizziamo sempre le parole di Durante: “l’area di via Kennedy, quando sarà venduta, lo sarà ai prezzi di mercato considerati i benefici di legge per l’aumento delle edificazioni”. Appunto l’ipotesi prima già descritta in sintesi, che prevedeva anche l’alienazione di una struttura in via D’Amato e il ricavato per le strutture scolastiche nuove o da ristrutturare. Sono passati altri cinque anni e adesso spunta una nuova ipotesi.

L’amministrazione comunale attuale vorrebbe attingere  idee e finanziamenti da quanto stabilito nel decreto del Ministro dell’istruzione del 2 dicembre 2021, che ha come obiettivo la “costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili nido e delle scuole dell’infanzia”. L’idea cambia ancora: adesso è quella della realizzazione di un Polo per l’infanzia  per bambini da 0 a 6 anni, comprensivo di asilo nido e scuola per l’infanzia,  naturalmente attraverso abbattimento del plesso obsoleto di via Kennedy e costruzione della nuova struttura.

Si riparte da zero… sperando che almeno questa sia la volta buona per la soluzione di una vicenda infinita, che è la fotografia dei guasti che la burocrazia e la politica possono fare quando si mettono d’impegno.

Stefano Manocchio

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