“Spese della casta”. I costi della Regione Molise vanno ridimensionati al più presto

Che il Molise abbia dato al decreto n. 174/2012 una interpretazione “sui generis” è un dato di fatto.  Si è optato per lo stipendio più alto possibile interpretando il decreto nel modo più conveniente. Secondo il governatore Frattura, la riforma molisana, approvata con la legge regionale  del 25 luglio 2013 n. 10, sommata alla riduzione del numero dei consiglieri deliberata dal centrodestra che ha cancellato il vitalizio, comporterà una riduzione sostanziale delle spese per indennità di carica e di funzione, gettoni di presenza, rimborsi spese e collaboratori. Si passerebbe dai 4,4 milioni del 2011 spesi con la giunta Iorio (Pdl) ai 3,5 del 2013. Peccato che, il Consiglio regionale molisano abbia deciso di eludere abilmente alcuni aspetti della legislazione. Il cd. decreto Monti, ad esempio, prevede che le nuove dotazioni dei gruppi consiliari si calcolino sommando una quota di 5.000 euro per ogni consigliere regionale «cui si aggiunge un importo complessivo pari a 0.05 euro per abitante». Tutte le Regioni hanno diviso quest’importo per il numero dei consiglieri, ripartendolo tra i gruppi. Il  Molise no. Qui da noi lo hanno moltiplicato per il numero dei consiglieri, con una differenza per le casse pubbliche di circa trecentomila euro. Sul sito de “La Voce”, Roberto Perotti, economista di fama internazionale, prende in esame il costo delle Regioni. Chi continuerà  a leggere si sieda perché potrebbe venirgli un colpo apoplettico! Partendo da un esame dei bilanci dei consigli regionali per il  2013, ogni consigliere regionale costa in media 200.000 euro l’anno. La spesa ovviamente dipende anche dalle dimensioni del consiglio e dalle varie spese non rendicontate. Per il Molise, in maniera forfettaria, i conti sono presto fatti. Basta calcolare i 200.000 euro per il numero dei consiglieri escludendo i costi inferiori dei due consiglieri del M5S. Il settore esaminato resta in ogni modo particolarmente complicato perché in molti si sono dimostrati riluttanti ai tagli imposti dal governo sull’onda dei vari scandali regionali (Campania, Lazio, Lombardia).

Nonostante in seguito al decreto Monti sia stata fissata una retribuzione lorda onnicomprensiva uguale per tutti i consiglieri (11 mila euro mensili), i dati pubblicati per legge sui vari siti istituzionali non dicono quanti consiglieri cumulano all’indennità di carica le varie indennità di funzione previste, ed è dunque impossibile calcolare la retribuzione effettiva. C’è da dire che le differenze dei costi tra Regione e Regione però sono evidenti. La media nazionale è superiore ai 900.000 euro. Lazio, Calabria e Sicilia spendono più di un milione e mezzo, mentre Molise e Marche sono attorno ai 500.000 euro (Fonte: Rel. Cottarelli). Il semplice paragone con le Marche, regione con oltre 1.600.000 abitanti contro i nostri 300.000, la dice tutta. Il Molise va ridimensionato. Se vogliamo evitare la sua cancellazione queste sono alcune soluzioni fattibili nell’imminenza. Il primo passo serio ed urgente sarebbe quello di allineare lo stipendio del consigliere regionale a quello del sindaco del capoluogo. Si risparmierebbero tanti soldi che potrebbero essere investiti nei vari settori in crisi in regione. Si potrebbe anche eliminare il rimborso forfettario mensile.  Non si capisce per quale ragione i consiglieri regionali debbano averne diritto. Basterebbe riconoscere loro un rimborso per le spese attinenti alla loro attività come accade ai comuni percettori di redditi da lavoro dipendente. Si possono benissimo revisionare i vitalizi pagati agli ex consiglieri in base ai cosiddetti diritti acquisiti ricapitalizzando i contributi effettivamente versati sulla base del sistema contributivo e ricalcolando così gli assegni mensili. Anche qui le somme risparmiate sarebbero notevoli.

Non dimentichiamo neanche che è necessario un ridimensionamento dei costi del personale della nostra regione inglobando anche il personale che opera nella sanità. Secondo il Sole24ore, in due regioni su tre la spesa pubblica va oltre la media. Il Molise (insieme al Lazio) detiene il record pro capite a livello nazionale. Se non si vuole precipitare nel baratro, le strade testé indicate diventano un obbligo improrogabile. Post scriptum: attendiamo, ovviamente, con trepidazione anche gli esisti delle indagini sui gruppi consiliari per la restituzione dell’eventuale maltolto ai cittadini molisani. Co.Re.A ha raccolto tantissime firme per la costituzione di parte civile e per le richieste di risarcimento dei danni civili ed erariali.

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