Il Ministero dello Sviluppo stanzia 165milioni di euro per aree di crisi. Si accellerino i tempi anche per Sardegna, Molise e Abruzzo

Il Ministro dello Sviluppo Calenda ha sbloccato 165 milioni di euro per finanziare gli Accordi di Programma delle Aree di Crisi nelle cinque regioni meridionali in ritardo di sviluppo, nel mentre sono in fase avanzata le procedure di incentivi pubblici alle imprese che si sono localizzate nelle aree di crisi del Centro – Nord e in particolare in Toscana a Piombino e a Livorno.
Il Governo non dimentichi gli impegni assunti con i territori in difficoltà di Sardegna, Abruzzo e in particolare del Molise che per l’Unione Europea vengono classificate in regime di transizione.
Per la nostra Regione sussiste il rischio di un accentuazione del disagio sociale in special modo su Isernia dove il crollo della filiera tessile legata all’ITTIERRE ha determinato una situazione di allarme per l’intero territorio con centinaia di famiglie coinvolte, e alle prese con l’impossibilità di individuare una prospettiva per il futuro senza politiche mirate di sostegno al reimpiego e alla ricollocazione.
La mancata profilazione dei lavoratori ITTIERRE e la mancata individuazione del Centro per l’Impiego di Isernia come struttura di sperimentazione sulle politiche attive del lavoro e sull’assegno di ricollocazione non aiutano ad accelerare i tempi per assicurare una risposta alle 200 unità a cui è scaduta la mobilità, così come l’assenza di progetti mirati per le politiche attive da decretare entro il 30 novembre ai sensi del Decreto Legislativo n. 185/2016 rischia di far rimanere inutilizzati parte dei 52 milioni assegnati al Molise per il triennio 2014-2016 e la quota di riparto dei 216 milioni deliberati per la tutela del reddito dei lavoratori delle aree di crisi italiane e in via di attribuzione alle regioni in base alle richieste avanzate e ai progetti predisposti.
Puntare ogni attenzione solo sulle 974 manifestazioni d’interesse protocollate ad INVITALIA non risolve il problema della tutela del reddito per i lavoratori coinvolti dell’ITTIERRE e dell’indotto, perché i tempi per i bandi sono ancora lunghi e nel mentre le famiglie interessate restano in sofferenza prive di qualsiasi sostegno e di ogni attenzione istituzionale locale, regionale e nazionale.

Michele Petraroia

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