Kohlhaas e il senso della giustizia: la lettura dei detenuti del carcere di Campobasso

Un uomo, i suoi cavalli e il senso della giustizia. Sono questi i protagonisti di Kohlhaas, una storia narrata da Heinrich Von Kleist e ispirata a un fatto realmente accaduto nella Germania del Cinquecento. Il mercante di cavalli Michael Kohlhaas, un uomo mite e reale, la cui esistenza è improvvisamente spezzata dall’inganno e dal furto di due bellissimi purosangue per mano di un signorotto. Kohlhaas tenta dapprima di ottenere giustizia dalla legge e poi, non vedendo riconosciute le sue ragioni, si fa brigante e raccoglie attorno a sé schiere di disperati, con i quali saccheggia e devasta intere città, arrivando a scatenare quasi una guerra contro il potere imperiale e innescando un’inesorabile catena di soprusi, morti e nuove ingiustizie. Un racconto che suscita domande, riflessioni talvolta amare e che fa bruciare ancore le ferite inflitte da ogni ingiustizia e da ogni violenza.
La storia di Kohlhaas ha accompagnato gli ospiti della Casa Circondariale di Campobasso per molte settimane creando momenti di autentica riflessione e confronto.
E ora, dopo un periodo di intensa lettura, sono pronti a salire sul palco per condividere con il pubblico l’interpretazione del testo liberamente tratta dal libro di Marco Balliani.
I protagonisti assoluti di questo incontro saranno proprio i detenuti che fanno parte del Laboratorio di lettura del carcere di Campobasso, condotto da Brunella Santoli, e che ogni settimana partecipano attivamente a un lavoro di continua ricerca.

L’appuntamento rientra nell’ambito di Ti racconto un libro – il laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione promosso e realizzato dall’Unione Lettori Italiani con la direzione artistica e organizzativa di Brunella Santoli, e sostenuto dalla Fondazione Molise Cultura con il contributo del Comune di Campobasso e il patrocinio della Provincia di Campobasso.

L’incontro, in programma martedì 24 maggio alle ore 15.30 nel Teatro dell’istituto carcerario, rappresenta un’occasione unica di crescita culturale e umana, non solo per i detenuti, ma anche per gli organizzatori dell’appuntamento che da anni promuovono questo tipo di iniziativa che ha registrato sempre riscontri molto positivi.

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