Referendum Trivelle, M5S: il nostro sì ha un mare di significati

Al referendum sulle Trivelle il Movimento 5 Stelle Molise voterà Sì per difendere il mare, perché a circa 20 chilometri dalla costa non vuole piattaforme di metallo che con le proprie attività possono rilasciare sostanze chimiche inquinanti e pericolose, con gravi conseguenze sull’ambiente. Voterà Sì per non togliere a un bambino la possibilità di vedere un orizzonte ‘pulito’.
Il Movimento 5 Stelle Molise Molise voterà Sì perché l’Italia, con altri 194 Paesi, qualche settimana fa si è impegnata a contenere l’innalzamento delle temperature globali con la decarbonizzazione energetica che vuol dire utilizzo di fonti rinnovabili ed efficientamento dei consumi. In pratica, in futuro in Italia le fonti fossili dovranno restare nel sottosuolo.
Il Movimento 5 Stelle Molise, inoltre, voterà Sì perché anche il mondo della scienza suggerisce al governo di intraprendere con decisione la strada della transizione energetica, per favorire la ricerca e la diffusione di tecnologie e fonti energetiche che ci liberino dalla dipendenza dai combustibili fossili.
Ma il Movimento 5 Stelle Molise voterà Sì perché lo suggeriscono i numeri. Il quesito referendario infatti riguarda l’automatico allungamento delle concessioni entro le dodici miglia, fino all’esaurimento dei giacimenti. Attualmente nel nostro mare sono attive e produttive 26 concessioni per la coltivazione di idrocarburi. È importante sapere che il quantitativo di petrolio e di gas naturale fornito al nostro Paese da queste piattaforme non supera rispettivamente lo 0,9% ed il 3% dei consumi nazionali: una quantità irrisoria.
Quindi il Movimento 5 Stelle voterà Sì contro un affare che all’Italia non conviene, mentre conviene (e tanto) ad altri; votare Sì, infatti, significa dire basta ai soldi regalati a chi detiene le concessioni; votare Sì vuol dire contrastare un sistema che conviene solo alle lobby.
Infine il Movimento 5 Stelle Molise voterà Sì anche contro chi sostiene l’astensionismo. “Quanti vogliono tenerci lontano dalle urne – spiegano i portavoce in Consiglio regionale Patrizia Manzo e Antonio Federico – non hanno rispetto del nostro diritto di scelta. Renzi ha provato a toglierci il diritto ad un voto realmente libero e informato lasciando pochissimo tempo per la campagna referendaria. Ha utilizzato tutti i trucchi per boicottare il referendum. D’altronde, cosa ci si può aspettare da un governo che non rispetta la volontà popolare sancita dal referendum del 2011 e da una proposta di legge di iniziativa popolare sull’acqua pubblica? Il 17 aprile non sviliamo il diritto al voto e abbattiamo il quorum“.

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